Nino di Matteo con gli uomini della sua scortaDI LAURA BERCIOUX

La fotoreporter palermitana, Letizia Battaglia, scrive al Presidente Mattarella chiedendo una revisione sulla bocciatura della candidatura del pm antimafia alla Dna, e scrive “Mi appello alla sua persona affinché la bocciatura sulla candidatura di consigliere della Dna di Nino Di Matteo possa essere rivista. Si tratta di dare un segnale forte da parte dello Stato per salvare la vita a questo magistrato condannato a morte da Totò Riina” (fonte L’ORA quotidiano). Nino Di Matteo, escluso dalla terna indicata dalla Terza Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura per i tre posti liberi, ora, per la proposta presentata dal togato Aldo Morgioni di Autonomia e Indipendenza, è tornato in gioco.

Di Matteo ha aderito alla nuova corrente di Morgioni nata dalla scissione di Magistratura Indipendente ma sembra poco probabile che il magistrato riesca ad ottenere la nomina per questa tornata. Oggi si doveva votare sui tre candidati individuati dalla Terza Commissione: Eugenia Pontassuglia, pm del processo di Bari sulle escort che l’imprenditore Paolo Tarantini portava nelle residenze di Silvio Berlusconi; il sostituto procuratore di Napoli Marco Del Gaudio, pm del processo all’ ex presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, e il sostituto Pg di Catanzaro Salvatore Dolce, titolare di diverse inchieste sulle cosche calabresi. Tutto però è stato rinviato proprio per la proposta di Aldo Morgioni che indicava Nino DI Matteo e poi Pontassuglia e Dolce: plenum rinviato dunque che consente a Roberti di potersi esprimere in merito anche sul pm siciliano.

La bocciatura è stata netta con soli 8 voti a favore e 16 contrari; Luca Palamara di Unicost ha motivato il suo voto contrario per il timore di aprire un varco in grado di determinare “la paralisi dei lavori del Csm”, con la messa in discussione delle decisioni già prese dalle Commissioni. DI Matteo potrà farcela alla prossima votazione. Ora si attende la conversione del decreto legge che assegna alla Procura di Via Giulia, le funzioni di coordinamento e impulso anche delle indagini sul terrorismo.  L’esclusione di Di Matteo ci riporta, inevitabilmente, a Giovanni Falcone, quando Falcone andava a Roma lasciando la Dda di Palermo. Nella lettera pubblicata ultimamente sul giornale quotidiano l’ORA, Falcone scriveva al giovane Vincenzo Musacchio “Il mio non è un abbandono”.

L’appello di Letizia Battaglia che la città festeggia con la mostra fotografica dove 100 fotografi le hanno donato una foto per la sua carriera al Teatro Garibaldi, è un appello corale di una città e di molti italiani vicini al PM perché, nella battaglia contro la Mafia, Di Matteo non resti isolato. Mattarella, questa volta, potrebbe invece fare la differenza: sii potrebbe ribaltare quella dannatissima condizione di isolamento dei magistrati che toccano le inchieste della mafia e dei poteri forti.