Di Antonella Catrambone
“Il pianeta non sarà salvato dai politici, possiamo sperare nei cittadini affinchè creino un movimento che nasca dal basso”. Con queste parole, Paul Connett, ha dato inizio al Teatro Umberto I di Lamezia Terme ad un incontro/dibattito su Rifiuti Zero ed Economia Circolare. Il professore di chimica e tossicologia è stato introdotto dall’ing. Pasquale Allegro, responsabile regionale e membro del direttivo Zero Waste, che crede in questo progetto sin dal 2008. Presente anche il cittadino Paolo Parentela, deputato del M5S, membro della commissione agricoltura che si è soffermato ad illustrare le battaglie ed il lavoro svolto in sede parlamentare nonché a ribadire l’importanza del compostaggio, purtroppo ancora assente in Calabria.
Nel corso della serata sono stati illustrati diversi esempi di Paesi nei quali la strategia Rifiuti Zero ha già prodotto i suoi considerevoli risultati. Il primo comune in Italia ad adottare questa tecnica è Capannori (Toscana), mentre in Calabria è Cerzeto. Ospite della serata l’assessore all’ambiente che ha illustrato come, in pochi anni, è stato raggiunto il 55% di raccolta differenziata. Il fondatore internazionale della Strategia Zero Waste ha esposto la sua tecnica per far comprendere, ai presenti, l’importanza di una presa di coscienza da parte di istituzioni, cittadini e mondo imprenditoriale per far sì che una forza sinergica possa invertire un’azione ormai sistematica che ha dimostrato di aver fallito.
Le discariche e gli inceneritori non costituiscono un’azione sostenibile. Queste “eliminano” il rifiuto non senza conseguenze nocive ed obbligano la società a produrne degli altri in eguale misura se non in quantità maggiori soprattutto alla luce della sovrapopolazione e del conseguente sovraconsumo. “Mantenendo questo sistema, infatti, stiamo rovinando le foreste, uccidendo intere specie di animali, inquinando i mari a causa della dispersione della plastica. Si pensi che ogni anno ne buttiamo circa 8000 tonnellate. Stiamo esaurendo le nostre risorse finite e minacciando il pianeta, l’unico che abbiamo, perciò dobbiamo iniziare a cambiare qualcosa partendo dalla gestione dei rifiuti”.
Il rifiuto è una risorsa non soltanto dal punto di vista economico ma è soprattutto una visione più corretta dello sviluppo compatibile per l’ambiente. Il primo passo da fare è cercare di produrre meno rifiuti possibile evitando di usare oggetti e stoviglie di plastica, specie quelli monouso e diffondere l’acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, provvedendo alla sostituzione degli shoppers in plastica con sporte riutilizzabili. Da qui deriva l’importanza del riuso e della riparazione di beni durevoli. Connett si sofferma su una importante verità: il problema relativo alla gestione dei rifiuti non è di carattere tecnologico ma organizzativo, ed il valore aggiunto non è la tecnologia ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare per una sostenibilità ambientale.
E’ necessario, pertanto, organizzare una raccolta differenziata “porta a porta” preceduta da una separazione del rifiuto in contenitori differenti: organico, carta, multi materiale e residuo. Fondamentale è la funzione del compostaggio, un processo biologico aerobico e controllato dall’uomo che porta alla produzione di una miscela di sostanze che costituiscono il c.d. compost a partire da residui vegetali sia verdi che legnosi o anche animali mediante l’azione di batteri e funghi. Il compost può essere utilizzato come ammendante, per usi agronomici o per florovivaismo. Il suo utilizzo migliora la struttura del suolo e la biodisponibilità di elementi nutritivi ed evita l’uso di fertilizzanti sintetici. E’ un attivatore biologico ed aumenta la biodiversità della microflora nel suolo. Altro aspetto di rilievo risiede nel recupero dei rifiuti sfuggiti alla raccolta differenziata per impedire che quelli tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria.
Tutto questo, però, si deve accompagnare ad una riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili e alla fornitura di un feedback alle imprese e alla promozione di buone pratiche di acquisto, produzione e consumo realizzando la Responsabilità Estesa del Produttore. Le quattro “R” che caratterizzano il progetto corrispondono alle seguenti attività: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare, Ridisegnare o Riprogettare. Questo è l’unico modo per poter vantare una società sostenibile intesa come “equilibrio fra il soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie”.