La cronaca ci presenta casi sempre più frequenti in cui la violazione della privacy delle persone è all’origine di gesti anche estremi. Come si può affrontare il disagio di trovare nostri dati personali oppure foto documenti o qualsiasi altro materiale online? Risponde l’avvocato Claudio Panarella.
Avvocato, l’ossessione della ricerca sul Web di commenti e riflessioni, più o meno pacate, su quanto circola nel sistema dei media ufficiale, ha introdotto nella vita sociale una preoccupante distorsione. E’ di pochi giorni fa il problema drammatico della giovane napoletana suicidatasi per problemi legati al suo mancato consenso a video ed immagini pubblicate in in rete…
Il problema di Internet consiste nel fatto che chiunque può raccogliere prendere riprodurre rilanciare notizie immagini e video. Nulla di male se non fosse una attività fuori controllo. E questo aspetto è una sorta di “buco nero” nell’universo virtuale, dove si perde ogni diritto e dove è difficile far rispettare delle regole, nonchà attivare la già zoppicante e lenta Giustizia attraverso i Tribunali.
Anche il Dr. Antonello Soro, Garante per la Privacy, sottolinea la gravità del problema indicando che on line “tutto diventa più complicato perché l’effetto dilagante delle notizie non trova un argine nel diritto”.
Che cosa si può fare allora per prevenire situazioni molto spiacevoli?
Non esiste prevenzione ma solo denuncia del problema all’autorità giudiziaria che con gli strumenti legali. Si può chiedere ed ottenere un provvedimento che consenta a colui che si sente “perseguitato” dal Web di chiedere l’immediata chiusura-rimozione da internet, o dai vari social network, di pubblicazioni i cui contenuti non siano stati preventivamente autorizzati, o siano stati diffusi contro la volontà dell’interessato. Il problema semmai è un altro.
E cioè?
E’ connesso alla natura del fenomeno virale. Come si sa è molto complesso individuare dove girino nel mondo Web. Inoltre per i materiali andati online non si ottiene una reale distruzione, perché vengono sì oscurati, ma rimangono sempre di proprietà del social network che li ha acquisiti. Il problema può essere rimosso, ma non sradicato.
Ma qual è l’atteggiamento dei social media nei riguardi delle esigenze di privacy?
Spesso si vede che i vari social non offrono alcuna collaborazione agli avvocati che li interpellano, né alle parti interessate al problema. Si muovono solo quando e se arriva un ordine giudiziario. Ciò significa per la parte lesa una spesa per consulenza ed assistenza legale per un lavoro complesso. Combattere contro colossi economici come i social è costoso e rischioso. Anche perché il terreno dello scontro è la Giustizia Civile che tutti sanno essere allo sbando. La maggioranza delle persone non percepisce affatto i rischi che l’utilizzo del Web comporta.
Postare immagini in Rete di persone è già di per se un reato, no?
Si, ma pochissimi ne sono consapevoli.
Che cosa consiglia come avvocato?
Muoversi per tempo se si trova qualcosa che non va segnalandolo subito al network di riferimento. Va segnalato che quell’immagine è stata sottratta-rubata o mai autorizzata alla pubblicazione e diffusione. Se risposta non arriva o cancellazione non viene eseguita allora occorre l’intervento di un legale che valuta anche una eventuale denuncia alla Polizia postale e, a seguire, il passaggio anche in tribunale, chiedendo poi oltre alla rimozione un risarcimento i cui parametri sono comunque difficili da valutare.
(A cura di Asco)