Vi tendo la mano e vi chiedo di darci una mano, occorre un patto tra cittadini per far diventare Catania una città moderna, credibile e di cui essere orgogliosi”.
Questo l’appello lanciato dal sindaco Enzo Bianco nel corso del congresso regionale della Federconsumatori nel Palazzo della Cultura di Catania, alla presenza del Procuratore della Repubblica Giovanni Salvi e di Sergio Veroli, vicepresidente nazionale dell’Associazione, Mimma Argurio della segreteria regionale della Cigl e Clelia Papale, presidente uscente di Federconsumatori Catania.
“Negli ultimi due anni – ha detto Bianco, ringraziando il procuratore Salvi – una serie di operazioni di polizia giudiziaria condotte da Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza e Dia, sotto l’impulso della Procura hanno dato risultati straordinari e la Procura di Catania è diventata la terza d’Italia per incisività della propria azione. Sempre in questi due anni di governo alcuni segnali di grande rilievo sono stati dati nel senso della legalità: parlo di uno dei più grandi misfatti, la cementificazione del Lungomare, che l’Amministrazione comunale ha impedito, parlo dell’annullamento dell’appalto del Parcheggio Sanzio, parlo delle demolizioni delle costruzioni abusive condotte in collaborazione tra Comune e Procura, parlo del commissariamento, senza che cittadini e lavoratori abbiano subito disagi, delle due ditte che si occupavano della raccolta dei rifiuti . Adesso però bisogna anche aprire una fase nuova, importante e delicata. Dobbiamo fare un salto di qualità, nelle buone pratiche, coinvolgendo la Società civile che deve reclamare attenzione, diventare protagonista. Io sono pronto a istituire a Catania una Consulta dei consumatori e degli utenti e, come detto, vi tendo la mano e chiedo a Federconsumatori, così come ad altre associazioni di cittadini, di darci una mano a far diventare Catania una moderna città europea”.
“Quando mi sono insediato – ha ricordato Bianco – uscivamo da quindici anni che sono stati, per mille ragioni, i più bui nella nostra Isola. A Catania il fenomeno è stato avvertito più che altrove perché qui l’illegalità è stata considerata, in tempi di crisi economica, un vero e proprio ammortizzatore sociale. Con risultati disastrosi perché il proliferare, per esempio, di motocarri carichi di frutta, probabilmente rubata, a vendere in strada senza autorizzazioni e senza pagare tasse, ha rovinato i commercianti onesti e l’economia sana. Questa incredibile tolleranza è stata ricambiata da questa vasta area di illegalità diffusa con un consenso elettorale nei confronti di certi amministratori o politici. Un’alleanza scellerata protrattasi per un tempo talmente lungo da diventare un costume cittadino. Un costume che porta a non meravigliarsi se un vigile urbano si gira dall’altra parte e magari si fa dare un sacchetto di aranceva bene, ma a protestare se cerca di far rispettare le regole. Ad alcuni di questi ambulanti abusivi abbiamo proposto di rientrare nella legalità. La risposta di uno di loro è stata, e l’ho sentito con le mie orecchie, che, per meno di trecento euro al giorno, nette ovviamente, non valeva la pena di alzarsi presto”.
“Sulla base della mia esperienza anche di ministro dell’Interno – ha aggiunto Bianco – posso affermare che il collegamento tra criminalità organizzata e illegalità diffusa è molto più stretto di quanto si immagini e non solo per motivi culturali. Non è un caso che i parcheggiatori abusivi che trovate in certe zone siano, quando si tratta di stranieri, suddivisi per etnie alle quali vengono assegnate delle aree. C’è una regia di chi cerca di operare un controllo del territorio. Contro questi personaggi dobbiamo batterci, tutti insieme. Le Istituzioni risultano vincenti nella lotta alla mafia quando riescono a essere efficienti. Quando viene sequestrata un’impresa mafiosa che dà il pane ai propri dipendenti, se l’amministrazione straordinaria non riesce a continuare a garantirne il sostentamento ed è costretta a licenziare, lo Stato si gioca la faccia. Ecco perché è il momento di compiere un salto di qualità”.