E’ il governo dei due mondi: quello reale, che in Europa rischia l’infrazione; e quello parallelo, che in Italia rischia l’implosione. Non passa giorno senza una polemica tra i due partiti di maggioranza, che si dividono platealmente su ogni tema: dalla costruzione della Tav alle gelosie per i rapporti con gli imprenditori, dalla gestione dei rifiuti a Roma (che evoca lo scontro sugli inceneritori) alle delicate questioni diplomatiche in Medio Oriente. Il bradisismo accompagna la gestione quotidiana di palazzo Chigi e ogni scossa sembra sempre preludere al Big one. Questa è anche la sensazione nelle opposizioni. L’ha motivata Berlusconi la scorsa settimana, con la sua solita irruenza, l’ha ribadita ieri Gentiloni: l’ex premier, sempre cauto nelle esternazioni, ha dato «pochi mesi» di vita al governo, aggiungendo che a quel punto la crisi «passerà nelle mani del capo dello Stato». «State zitti e sorridete», è invece la parola d’ordine che Salvini ha trasmesso da Gernsalemme ai suoi dirigenti: nessuno avrebbe dovuto rispondere all’«offensiva giustizialista» grillina, che ha alzato il tiro sull’inchiesta relativa ai fondi della Lega e ha chiesto chiarimenti all’alleato.
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Alta tensione Lega-M5S «Fondi, Salvini chiarisca» – Attacco M5S sui fondi, la Lega si difende

«A volte, quando guardi alle faccende di casa nostra, ti cadono le braccia». Matteo Salvini è sorpreso e irritato. Non si aspettava l’affondo dei Cinque Stelle, che sulla vicenda dei 49 milioni di euro della Lega «spariti», hanno rialzato la testa. Con una nota ufficiale dei capigruppo e con una dichiarazione di Luigi Di Maio, che attacca: «Chiederò chiarimenti a Salvini, sono certo che non minimizzerà». Un «uno-due» micidiale, partito dal quartier generale dei 5 Stelle verso l’alleato di governo. L’attacco dei due capigruppo, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, è più articolato. Dopo aver ripetuto le parole di Di Maio, aggiungono: «Da sempre ci battiamo contro i finanziamenti illeciti ai partiti». Il Movimento subisce da tempo l’iper presenzialismo di Salvini. La disfida sulle imprese e il calo nei sondaggi, hanno fatto scattare il campanello d’allarme. E così i Cinque Stelle hanno deciso di restituire qualche colpo. Nella Lega la reazione non è stata presa bene: «Ma come, abbiamo difeso Di Maio e ci ripaga così?»