L’Italia è un paese dall’economia più che variegata: il settore primario eccelle nell’agricoltura e nell’allevamento, il secondario nelle industrie manifatturiere ed edilizie e il terziario, attualmente l’ambito in maggior espansione, basa le sue entrate su servizi, finanza e turismo. La penisola ha registrato il picco nella crescita del proprio PIL nel 2017, raggiungendo il dato più alto degli ultimi anni, con il +1,5%: nel 2019 si prepara ad affrontare i cambiamenti in corso con il nuovo governo e a consolidare la propria produttività.
I settori in maggiore espansione in Italia: servizi e turismo
Il terziario è il settore più importante per l’economia italiana: interessa oltre la metà del PIL nazionale, come riportato da Confcommercio è in costante espansione, ed è composto da numerosissime attività in ambiti differenti. L’attività trainante è quella dei servizi, seguita da finanza e turismo. Tra i settori più rilevanti nel campo dei servizi risaltano quelli del betting e dell’online gaming: nel 2018 gli italiani hanno speso ben 18,9 miliardi di euro in questo ramo del terziario, generando quasi 10 miliardi di euro in entrate erariali. Il clima favorevole ha attratto molte società estere e una delle prime compagnie a puntare sul mercato italiano è stata quella del provider Betway Casino: tra le prime ad ottenere la licenza AAMS e ad allinearsi con le esigenze del mercato in materia di sicurezza dei consumatori, offre slot machine, roulette e blackjack firmati Microgaming, tutti usufruibili online.
Impossibile non citare anche le entrate del settore del turismo, uno dei più remunerativi del territorio italiano: per l’ISTAT l’Italia è il quinto paese più visitato al mondo, soprattutto grazie alle proprie città d’arte come Roma, Firenze e Venezia. Nella classifica mondiale l’Italia è preceduta dalla Francia, al primo posto, ed è seguita da Stati Uniti d’America, Spagna e Cina. Secondo la Banca d’Italia, i servizi legati al turismo ricoprono il 2,3% del PIL, con un fatturato di 39 miliardi di euro, e sono in grado di dare lavoro ad oltre 3 milioni e mezzo di italiani. Il settore del turismo richiede ancora forti investimenti e sviluppo per raggiungere i livelli dei paesi stranieri più visitati, ciò non toglie che sia ugualmente uno dei più remunerativi in Italia.
Industria manifatturiera ed edile, tra tradizione e impatto con le multinazionali straniere
Il settore secondario genera in Italia circa il 32% del PIL: è caratterizzato da una struttura peculiare poichè la maggior parte delle aziende che lo compongono appartiene al genere delle cosiddette PMI, acronimo per piccole e medie imprese, soprattutto di tipo manifatturiero. Sono ovviamente presenti sul territorio aziende di grandi dimensioni e di rilevanza globale, come la torinese Fiat per il settore automotive e tutti i brand di moda più importanti per quello fashion, come il marchio siciliano Dolce&Gabbana, il fiorentino Gucci, il milanese Versace e molti altri, ma a fare la differenza sono appunto le piccole imprese. Tali aziende sono impegnate soprattutto sul versante della produzione artigianale di cuoio, tessili e abbigliamento, ma anche nella realizzazione di prodotti metalmeccanici, chimici e per il campo della difesa; un ruolo di rilievo è occupato anche dal settore edilizio, uno dei più fiorenti sul territorio nazionale. L’interesse dei paesi stranieri per il settore secondario italiano è altissimo, tanto è vero che sempre più spesso avvengono acquisizioni di aziende nazionali, anche storiche, da parte di multinazionali estere: uno dei casi più recenti è l’acquisto della Magneti Marelli. La multinazionale italiana, fondata nel 1919 a Sesto San Giovanni, è specializzata in prodotti e sistemi per l’industria automobilistica: ad ottobre 2018 è stata acquisita dalla compagnia giapponese Calsonic Kansei, segnando così l’ulteriore cessione di un’azienda di successo italiana ad un’azienda straniera.
Il settore primario e l’importanza del “made in Italy”
Infine, il primario è certamente uno dei settori più interessanti per l’economia del paese, sebbene non sia ai primi posti per quanto riguarda l’impatto sul PIL nazionale: è particolarmente apprezzato per la grandissima fama dei prodotti italiani in tutto il mondo, andando di fatto a definire una serie di aspettative di eccellenza nei confronti del “made in Italy”. I prodotti dell’agricoltura italiana consentono di raggiungere un fatturato altissimo, basti pensare alle tre linee di coltivazioni principali, ovvero viti, olive e pomodori: nel 2018 è stata prodotta una quantità di vino pari ad un valore di 1.803 milioni di euro, una quantità di olio per un valore di 1.398 milioni di euro e una quantità di pomodori per un valore di 910 milioni di euro. I prodotti italiani, soprattutto quelli che possono fregiarsi della denominazione “made in Italy” e di certificati di qualità come IGP (Indicazione Geografica Protetta), DOP (Denominazione di Origine Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garantita) sono infatti rinomati a livello internazionale: ad esempio i pregiati vini rossi toscani e quelli bianchi piemontesi, gli oli umbri e pugliesi, i celebri pomodori di San Marzano e anche varietà meno comuni come i pomodori Pachino e Camone di Sicilia. Si tratta di prodotti dalla reputazione notevole: la loro adesione a standard elevanti come l’IGP è garantita da provenienza locale, unicità e sapore distintivo. L’allevamento italiano è un altro dei settori trainanti dell’economia del primario: principalmente incentrato sulla lavorazione di prodotti di origine bovina (dal latte, ai formaggi, alla carne), anche in questo caso viene apprezzato in tutto il mondo per la qualità e l’attendibilità dei propri risultati, confermando ancora una volta l’Italia come un paese in cui l’impatto di attività tradizionali come la coltivazione dei campi e l’agricoltura dà ancora esiti notevoli.
Grazie ad un’economia che investe in diversi settori l’Italia può dunque vantare eccellenze specifiche grazie a prodotti regionali e investimenti interessanti sia in ambiti in espansione, come il betting e il turismo, che nei compartimenti tradizionali come l’agricoltura e l’allevamento.