Bastano pochi numeri per fotografare il vero e proprio ecocidio che si sta consumando alla luce del sole tra le province di Napoli e Caserta, in quella Terra dei fuochi che è diventata simbolo e paradigma dei traffici illeciti di rifiuti e dell’estrema pericolosità dell’ecomafia, che attenta all’ambiente e alla salute dei cittadini. Negli ultimi 5 anni in queste due province si sono concentrati ben 205 arresti per traffici e smaltimenti illegali di rifiuti, pari al 29,2% del totale nazionale, cioè poco meno di un terzo complessivo; allo stesso tempo, e sempre su scala nazionale, in queste zone s’è registrato quasi il 10% dei sequestri effettuati (1.062), più dell’8% delle infrazioni (2.068) e quasi l’8% delle persone denunciate (2.246). E’ stato presentato stamattina in occasione del lancio di Puliamo il Mondo, la più grande iniziativa di volontariato ambientale organizzata in Italia da Legambiente in collaborazione con la Rai ed in programma il 27, 28 e 29 settembre, il dossier di Legambiente “Terra dei Fuochi, radiografia di un ecocidio.”
Un rapporto che fotografa nel dettaglio l’ecocidio che si sta consumando alla luce del sole tra le province di Napoli e Caserta. Numeri che confermano l’entità dell’aggressione ambientale subita in dal territorio campano e che si collocano in un contesto regionale che vede la Campania stabilmente in testa nei Rapporti Ecomafia di Legambiente per numeri di reati ambientali. E anche i dati dell’ultimo anno non sono positivi. Dal primo gennaio 2012 al 31 agosto 2013, secondo i dati raccolti dai Vigili del fuoco su incarico del viceprefetto Donato Cafagna (che dal novembre del 2012 segue per conto del ministero dell’Interno l’attività di monitoraggio e contrasto dei traffici e degli smaltimenti illegali di rifiuti nella Terra dei fuochi), i roghi di rifiuti, materiali plastici, scarti di lavorazione del pellame, stracci sono stati ben 6.034, di cui 3.049 in provincia di Napoli e 2.085 in quella di Caserta. Da gennaio ad agosto del 2013 si è registrato, fortunatamente, un calo degli incendi dolosi di rifiuti, che rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono passati da 3.101 a 1.894, con una riduzione del 38,9%. Un primo segnale positivo dell’azione dello Stato, che va decisamente rafforzata.
“I numeri – ha commentato Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania- riescono solo parzialmente a dare l’idea del peggiore e meglio riuscito esperimento criminale giocato sui rifiuti ai danni di intere comunità. Avvelenamento di cui oggi, a differenza di ieri, conosciamo però i responsabili, i nomi e i cognomi, insieme alle sigle delle loro società e i numeri di targa dei loro mezzi. Veri e propri criminali che adesso dovrebbero essere chiamati, insieme a chi gli ha conferito i rifiuti e a chi, per inerzia o collusione, non li ha contrastati, a rispondere dinanzi alla legge, risarcendo i danni economici e morali alle comunità-vittime. I dati raccolti nel nostro dossier sul disastro ambientale in Campania vuole essere un contributo di verità nei confronti dei tanti onesti cittadini campani che vogliono riscattare il proprio territorio e affermare i principi di legalità e trasparenza. Una speranza, questa, che vorremmo si realizzare il più presto possibile.”
Per fermare le illegalità e la criminalità organizzata serve uno sforzo congiunto e nel dossier Legambiente presenta le sue proposte chiedendo prima di tutto il rafforzamento delle attività di controllo, prevenzione e contrasto dello attività illegali di smaltimento di rifiuti nell’area campana, definire per i siti già individuati tempi, risorse e modalità d’intervento per le attività di messa in sicurezza e bonifica; la bonifica deve avvenire mantenendo per i terreni agricoli l’attuale destinazione, evitando consumo di suolo agricolo e avvalendosi prioritariamente delle tecniche più sostenibili e innovative, quali la fito-remediation; tale modalità di bonifica, già disponibile e validata nella sua efficacia, può agevolmente e velocemente realizzarsi mediante l’utilizzo dei fondi comunitari agricoli per sostenere i contadini nel processo di riconversione colturale compatibili con le caratteristiche di contaminazione dei suoli (in particolare no food per filiere della chimica verde).
Un rapporto che fotografa nel dettaglio l’ecocidio che si sta consumando alla luce del sole tra le province di Napoli e Caserta. Numeri che confermano l’entità dell’aggressione ambientale subita in dal territorio campano e che si collocano in un contesto regionale che vede la Campania stabilmente in testa nei Rapporti Ecomafia di Legambiente per numeri di reati ambientali. E anche i dati dell’ultimo anno non sono positivi. Dal primo gennaio 2012 al 31 agosto 2013, secondo i dati raccolti dai Vigili del fuoco su incarico del viceprefetto Donato Cafagna (che dal novembre del 2012 segue per conto del ministero dell’Interno l’attività di monitoraggio e contrasto dei traffici e degli smaltimenti illegali di rifiuti nella Terra dei fuochi), i roghi di rifiuti, materiali plastici, scarti di lavorazione del pellame, stracci sono stati ben 6.034, di cui 3.049 in provincia di Napoli e 2.085 in quella di Caserta. Da gennaio ad agosto del 2013 si è registrato, fortunatamente, un calo degli incendi dolosi di rifiuti, che rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono passati da 3.101 a 1.894, con una riduzione del 38,9%. Un primo segnale positivo dell’azione dello Stato, che va decisamente rafforzata.
“I numeri – ha commentato Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania- riescono solo parzialmente a dare l’idea del peggiore e meglio riuscito esperimento criminale giocato sui rifiuti ai danni di intere comunità. Avvelenamento di cui oggi, a differenza di ieri, conosciamo però i responsabili, i nomi e i cognomi, insieme alle sigle delle loro società e i numeri di targa dei loro mezzi. Veri e propri criminali che adesso dovrebbero essere chiamati, insieme a chi gli ha conferito i rifiuti e a chi, per inerzia o collusione, non li ha contrastati, a rispondere dinanzi alla legge, risarcendo i danni economici e morali alle comunità-vittime. I dati raccolti nel nostro dossier sul disastro ambientale in Campania vuole essere un contributo di verità nei confronti dei tanti onesti cittadini campani che vogliono riscattare il proprio territorio e affermare i principi di legalità e trasparenza. Una speranza, questa, che vorremmo si realizzare il più presto possibile.”
Per fermare le illegalità e la criminalità organizzata serve uno sforzo congiunto e nel dossier Legambiente presenta le sue proposte chiedendo prima di tutto il rafforzamento delle attività di controllo, prevenzione e contrasto dello attività illegali di smaltimento di rifiuti nell’area campana, definire per i siti già individuati tempi, risorse e modalità d’intervento per le attività di messa in sicurezza e bonifica; la bonifica deve avvenire mantenendo per i terreni agricoli l’attuale destinazione, evitando consumo di suolo agricolo e avvalendosi prioritariamente delle tecniche più sostenibili e innovative, quali la fito-remediation; tale modalità di bonifica, già disponibile e validata nella sua efficacia, può agevolmente e velocemente realizzarsi mediante l’utilizzo dei fondi comunitari agricoli per sostenere i contadini nel processo di riconversione colturale compatibili con le caratteristiche di contaminazione dei suoli (in particolare no food per filiere della chimica verde).
Oltre al danno ambientale c’è anche quello sanitario. Secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss) i continui smaltimenti illegali di rifiuti, con dispersione di sostanze inquinanti nel suolo e nell’aria, e l’inquinamento già riscontrato di falde idriche – utilizzate per l’irrigazione di terreni coltivati – sono in stretta correlazione con l’incremento significativo di diverse patologie tumorali. I picchi maggiori si registrano, infatti, proprio negli 8 comuni con il maggior numero di discariche di rifiuti, censite nell’ambito dello studio “Sentieri”: Acerra, Aversa, Bacoli, Caivano, Castelvolturno, Giugliano in Campania, Marcianise e Villaricca. Territori trasformati in immense cloache di veleni, oggetti al più completo degrado e dove intere popolazioni sono state sottoposte a un massiccio “avvelenamento di massa”, di cui oggi si conoscono però i responsabili. Ciò è stato possibile grazie alle tante inchieste che hanno consentito di smascherare alcune tra le principali holding mafiose attive nel ciclo dei rifiuti. Dal 2001 ad oggi – ricorda Legambiente- sono state ben 33 le inchieste per attività organizzata di traffico illecito di rifiuti condotte dalle procure attive nelle due province (Napoli, Nola, Torre Annunziata e Santa Maria Capua Vetere): più del 15% di quelle svolte in tutto il Paese. I magistrati hanno emesso ben 311 ordinanze di custodia cautelare, con 448 persone denunciate e 116 aziende coinvolte. Risultati più che positivi, anche se c’è ancora molto da fare.
La Terra dei Fuochi vuole archiviare questa lunga e drammatica stagione, e voltare pagina. E il primo passo lo compie proprio con Puliamo il Mondo raccogliendo il messaggio e lo slogan dell’iniziativa di Legambiente: “E’ ora di agire e di sostenere ciò che si ama”. Luogo simbolo di questa ventunesima edizione sarà Terra dei fuochi, l’area compresa tra le province Napoli e Caserta per anni oggetto dei traffici illeciti di rifiuti. Domenica 29 settembre Rai 3 Ambiente Italia trasmetterà la diretta da Succivo (Ce), dalla Terra dei fuochi, dove parteciperà il ministro dell’ambiente Andrea Orlando insieme al direttore generale di Legambiente Rossella Muroni, il presidente regionale Michele Buonomo ed il responsabile nazionale Ambiente e Legalità Enrico Fontana. A Succivo (Ce) i volontari saranno infatti impegnati nella pulizia dell’area intorno al casale di Teverolaccio. Nel pomeriggio saranno organizzate inoltre delle visite guidate per ammirare gli orti urbani realizzati da Legambiente che hanno permesso di riconvertire alla coltivazione bio di frutta e verdura aree prima dismesse o abbandonate. Invece a Napoli, obiettivo di Puliamo il Mondo sarà quello di ripulire la scala dei Giardini della Principessa Jolanda al Tondo di Capodimonte. Tre giorni di pulizia anche a Scampia e volontari in azione per la pulizia delle opere di Arte Contemporanea della stazione dell’arte di Materdei con visita Guidata alla stazione dell’arte Ad Amalfi, il Circolo Legambiente Vivi la natura ha organizzato la pulizia del sentiero di Valle delle Ferriere. In Campania in prima fila quest’anno le aziende della Green Economy Campana: nel week-end dal 27 al 29 , a testimoniare l’attenzione sempre crescente da parte delle imprese per l’ambiente, in prima fila, armati di guanti e ramazza, ci saranno anche i dipendenti che saranno a stretto contatto con le comunità locali, i comuni e le associazioni per una Campania Sostenibile.