di SIMONA D’ALBORA
Circa duemilacento se si escludono 400 buttati a mare dai loro compagni di viaggio e di cui non si hanno ancora notizie, questi sono i numeri dei migranti morti in mare in questi primi mesi del 2015. Dall’inizio dell’operazione l’Italia ha arrestato 976 scafisti. Questo per rendere chiaro la portata di un problema il cui carico è quasi tutto sulle spalle dell’Italia. Proprio ieri, immediatamente dopo l’ultima tragedia avvenuta nel canale di Sicilia e nella quale hanno perso la vita circa 700 persone, il premier, Matteo Renzi, ha annullato tutti gli impegni elettorali per convocare una riunione di emergenza con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, degli Esteri, Paolo Gentiloni, dell’Interno, Angelino Alfano, il sottosegretario Marco Minniti, il capo della polizia, Alessandro Panza e i vertici dello Stato maggiore della Difesa. Al centro dell’incontro le misure da adottare nell’immediato e quelle a lungo termine, misure che andrebbero concordate con l’Europa, perché i migranti non sono solo un problema italiano. Dalla riunione è emersa la richiesta di un impegno concreto da parte di Bruxelles per mettere fine a questa immane tragedia che in quattro mesi ha già portato alla morte di oltre duemila persone. Nelle prossime ore l’Italia chiederà all’Europa di convocare un Consiglio Europeo straordinario perché “sappiamo che questo è il momento dell’emozione ma anche della ragionevolezza”, ha dichiarato il premier nel corso della conferenza stampa che ha seguito la riunione straordinaria.
LA DIGNITÀ DEGLI UOMINI PRIMA DI TUTTO
Al centro la dignità dell’uomo, “I nuovi schiavisti – ha aggiunto Renzi – non possono pensare che l’Europa consideri questo un problema di serie B”. Non è una tragedia dei migranti, sottolinea ancora il primo ministro italiano, ma una “Tragedia europea, una tragedia del Mediterraneo”. La vite di chi parte dai paesi in guerra “si salvano solo non lasciandoli partire alla mercé degli schiavisti”
Il premier respinge, inoltre le provocazioni di chi, come Salvini, strumentalizza questa tragedia ai fini politici: “Questa è una faccenda seria, le speculazioni politiche sono inaccettabili”
Il governo italiano chiederà, dunque, all’Europa un consiglio straordinario, ricordando agli altri governi che è pronto a fare la sua parte, ma che le soluzioni vanno cercate insieme.
BLOCCO NAVALE
A chi chiede al premier cosa ne pensa del muro navale, soluzione appoggiata dai leghisti e sposata dal delegato dell’Onu, Bernardino Leon, Renzi risponde in maniera chiara: “No, si finirebbe a fare un favore agli scafisti stessi, come se si legittimasse una sorta di servizio taxi agli schiavisti”. “Altra cosa sono i respingimenti, ma il nostro intento è quello di non farli partire”. Il premier non ha dubbi il tema della risoluzione libica è prioritario. “Si pone il problema di dialogare con il governo libico.” E ancora “Bisogna intervenire in modo diverso per estirpare il male alla radice” Renzi ha chiaro l’obiettivo che le operazioni per salvare vite umane sono necessarie, ma sono interventi di emergenza e tampone, se non si pensa a una soluzione definitiva per fare in modo che coloro che vogliono fuggire dai loro paesi non si affidino a criminali senza scrupoli. Insomma l’Italia continuerà a fare “la propria parte nella lotta contro il traffico degli esseri umani”, ma si impegnerà affinché venga trovata una soluzione definitiva.
Il blocco navale si potrebbe ritorcere proprio contro l’Italia, a meno che il governo non chieda all’Europa di superare gli accordi di Dublino, che prevedono che gli immigrati siano a carico del primo Stato al quale chiedono asilo, e di procedere a criteri di equa distribuzione dei migranti.
MARE NOSTRUM
A chi, infine, dice che se ci fosse stata l’operazione Mare Nostrum, la tragedia sarebbe stata evitata, Renzi risponde che non sarebbe cambiato nulla, dal momento che i soccorsi sono stati tempestivi. “Esiste un’operazione guidata da Frontex Tritone e non è che con Mare Nostrum sarebbe cambiato qualcosa”
MISURE URGENTI
Intanto sul tavolo dell’incontro di ieri, si sono discusse le misure urgenti e a lungo termine per evitare o tentare di limitare tragedie come quelle di sabato notte ma anche per accogliere i migranti in maniera organizzata e dignitosa.
Misure urgenti riguardano i centri di accoglienza: centri sorvegliati vicino alle zone di sbarco, in modo da evitare che gli immigrati vadano in giro senza alcun controllo. L’idea è quella di allestire strutture vicino ai porti interessati dagli sbarchi, ma anche l’individuazione di caserme e impianti sportivi abbandonati da utilizzare per i controlli sanitari di coloro che sbarcano e per i controlli da parte della polizia militare. Controlli resi necessari dalla paura che insieme ai migranti sbarchino terroristi. Con un flusso incontrollato di sbarchi di immigrati clandestini, infatti non si può escludere che tra essi si nascondano proprio i terroristi. Bisogna tener presente che, visto l’aumento spropositato dei flussi di emigrati che sbarcano sulle nostre coste, la loro gestione diventa molto complicata, tanto che su 190 mila arrivi da gennaio 2014 ad oggi, solo 70 mila persone sono passate per i centri di accoglienza Per molti poi, l’Italia non è il punto di arrivo, ma di partenza verso altre nazioni dove chiedono lo status di rifugiati. È facile capire da questi dati quanto sia fondamentale una perfetta organizzazione.
LA SOLUZIONE ITALIANA
È allo studio del governo italiano una soluzione che parte proprio dalla dignità dell’essere umano e che ha già ricevuto il via libera degli organismi internazionali di Ginevra, si tratta di allestire i centri di raccolta sulla rotta degli emigranti prima che essi arrivano in Libia. Tre grossi campi da allestire in Niger e Sudan. I centri di raccolta avrebbero il compito di accogliere chi fugge dai paesi in guerra, fornire l’assistenza necessaria e il supporto per la richiesta di asilo in altri Paesi. Ma l’idea non piace all’Europa, soprattutto a quei paesi che in virtù degli accordi di Dublino non hanno particolari problemi di immigrazione dall’Africa.