Il 17 gennaio inizia il Carnevale anche in Basilicata, dove esso diventa satira e dove si esorcizza la realtà, deridendola: con le “maschere cornute” ad Aliano, il “funerale” di Cirigliano con il corteo dei 12 mesi, con il Carnevale e il Carnevalicchio di Montescaglioso o i Campanacci di San Mauro Forte, a Teana si assiste alla passione del Carnevale ed a Satriano di Lucania la tradizione rende protagonisti l’ Orso, il Romita e la Quaresima. Ma la tradizione carnascialesca più suggestiva di tutte resta quella di Tricarico.

Controverse sono le origini da attribuire al Carnevale di Tricarico di cui con certezza si sa che è legato alla transumanza, ovvero quella migrazione stagionale di greggi e pastori che un tempo era prassi in alcune zone del nostro Sud.

Dal sito ufficiale de Le Maschere di Tricarico www.lemaschereditricarico.it si legge che Il Carnevale è stato configurato come un sincretismo della cultura greca con quella italica dei lucani-sanniti che hanno spodestato gli enotri nel VI sec. a. C.”; secondo la storica lucana Carmela Biscagliae l’ antropologo Enzo Spera l’ evento risalirebbe nel periodo appena successivo all’ anno Mille e tutto deriverebbe dalla necessità di sperare in un anno contadino produttivo e quindi, i massari di Tricarico, avrebbero reso quei riti ben auguranti per i cicli stagionali un carnevale agro-pastorale che, attraverso la continuità delle condizioni di vita economica basate sulla pastorizia, è giunto fino a noi come traccia forte di un passato magno-greco.

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