A quattro anni da quando ne fu svelata l’esistenza, annunciate senza rivelarne il contenuto e nel frattempo distrutte su disposizione della Corte costituzionale, le telefonate intercettate casualmente tra l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano e l’ex ministro Nicola Mancino fanno ancora discutere. E sono divenute oggetto di un intervento mirato sulla Procura di Palermo da parte dell’Ispettorato del ministero della Giustizia. Con reiterate richieste che hanno finito per irritare i pubblici ministeri del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, convinti che la vicenda sia stata gestita con cristallina linearità. Ciò nonostante, i sei magistrati in servizio depositari del segreto su quelle conversazioni (di cui nulla è trapelato) hanno dovuto fornire nuovi chiarimenti nell’ambito dell’indagine ispettiva tuttora aperta.