Le attese motivazioni dello stop alla legge elettorale in vigore dettato dalla Corte costituzionale sono state depositate, dopo quattro ore di camera di consiglio, nella tarda serata di lunedì. Nel testo di 26 pagine, redatto dal giudice Giuseppe Tesauro, si sottolinea innanzitutto che la sentenza emessa il 4 dicembre vale solo per il futuro: “Le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono, in definitiva, e con ogni evidenza, un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti”. Inoltre, “non sono riguardati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali”. Prevale pertanto, secondo la Corte costituzionale, “il principio fondamentale della continuità dello Stato che non è un’astrazione e dunque si realizza in concreto attraverso la continuità in particolare dei suoi organi costituzionali, a cominciare dal Parlamento”. Quanto al doppio stop al cosiddetto Porcellum, la sentenza è autoapplicativa: in caso di elezioni anticipate, si voterebbe con la legge in vigore, ma senza premio di maggioranza abnorme e liste bloccate, i due punti bocciati dalla Consulta il 4 dicembre. Per la Corte costituzionale il premio di maggioranza deve prevedere una soglia minima di consensi. Quanto alle liste bloccate, sono accettabili solo se corte (4-5 candidati al massimo), per consentire agli elettori di identificare i candidati. Una notazione che sembra aprire un varco al modello spagnolo.