Economia e Finanza
Stime Confindustria. Il Centro Studi di Confindustria rivede al ribasso le stime di crescita per il 2019: l’andamento è pari a zero, dopo il +0.9 indicato lo scorso ottobre, con il 2020 fermo ad un esiguo +0,4%. Ma lo scenario potrebbe addirittura peggiorare. “Non si va in recessione perchè c’è un po’ di domanda estera”, spiega il capo economista di Confindustria, Andrea Montanino, ma i fattori esterni a rischio sono molti, Brexit e questione USA-Cina in testa. Non sono previsti effetti positivi sulla crescita da quota 100 e RdC, perchè il contributo di queste due misure è annullato dal fatto che sono state realizzate in deficit e dal calo della fiducia. Inoltre nel 2019 e nel 2020 si riallarga il gap di crescita tra l’Italia e la Ue, che nel periodo precedente si era ridotto. La constatazione di Confindustria è che l’economia italiana ha cominciato a perdere colpi con l’insediamento dell’esecutivo di Giuseppe Conte lo scorso giugno. Il dato sul lavoro rivela un aumento di 198 mila occupati nel primo semestre e un calo di 84 mila nel successivo. “Occorre passare dal contratto di governo ad un patto per lo sviluppo e l’occupazione. Il primo anno è stato quello del reddito di cittadinanza, di quota 100, di un po’ di flat tax per gli autonomi. Ora bisogna fare il secondo passo”, commenta il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
Tensioni nel governo. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria gela il resto del governo, confermando dalla Cina che la flat tax non sarà nel Def, perchè costerebbe decine di miliardi, esponendo il paese alle reazioni dei mercati. E così, nel giorno in cui Confindustria fotografa un Paese che ripiomba nel vicolo cieco della recessione, il vertice di governo a Palazzo Chigi certifica la paralisi. Il braccio destro di Salvini, Giorgetti, è infuriato: “Avete letto Confindustria? Serve una sveglia all’Economia, altrimenti andiamo a rotoli. E Tria non vuole neanche ascoltare le nostre ragioni?”, dice ai suoi, segnando un netto ed inedito distacco dal ministro dell’Economia, finora soprattutto bersagliato da Di Maio. Ma le tensioni interne al governo non accennano a diminuire, adesso perfino su una lista di nomine di seconda fascia. In ballo ci sono le poltrone di Sace, Ansaldo energia, Simest e Cdp equity. Altro sintomo del clima tra le due forze di maggioranza è stata la reazione proprio alle stime di Confindustria dei due vicepremier: Di Maio commenta dagli USA segnalando che le preoccupazioni di Confindustria sono le stesse del governo, mentre più duro Salvini, che parla di “gufi” e che dice: “Le previsioni saranno clamorosamente smentite dai fatti”.
Politica interna
Salvini. La Procura di Roma ha svolto accertamenti preliminari sul caso dei migranti trattenuti sulla nave Sea Watch e ha ravvisato un possibile sequestro di persona proprio in virtù delle similitudini con la vicenda Diciotti. Rischia ancora quindi il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Sergio Colaiocco hanno inviato il fascicolo nei giorni scorsi, e ieri il procuratore facente funzioni della città siciliana, Fabio Scavone, ha annunciato la sua immediata trasmissione a Catania. Una volta conclusi questi accertamenti, e analizzate le nuove carte che arriveranno da Siracusa con la ricostruzione dei fatti effettuata dai colleghi romani, Zuccaro deciderà se indagare Salvini e — in caso positivo — avviare la procedura prevista dalla legge: 15 giorni di tempo per trasferire le proprie determinazioni al tribunale dei ministri. Intanto proprio Salvini oggi è atteso al Senato per l’ultimo voto sulla riforma della legittima difesa, cavallo di battaglia del programma elettorale leghista. La riforma prevede l’allargamento dei criteri per cui l’autodifesa sarà da considerarsi legittima, e si restringono anche i casi per cui potrebbe scattare l’eccesso di legittima difesa. Dure le opposizioni da sinistra, freddo il M5S.
Pd. Per Nicola Zingaretti aprire davvero il Pd alla società civile e ai movimenti dal basso è l’obiettivo principale. Convinto sia l’unica strada per restituire ossigeno a un partito consumato dalla lotta fra capibastone nazionali e cacicchi locali, il segretario sta lavorando alla lista per le Europee con un unica missione: evitare che restituisca la fotografia di un accordo tra nomenclature. Per questo insieme al fidato Enzo Amendola, chiamato al Nazareno per coordinare il voto del 26 maggio, sta cercando di individuare alcune figure-simbolo in grado di interpretare il nuovo corso. La prima contattata per guidare la circoscrizione Sud, l’unica ancora scoperta, è la giornalista Lucia Annunziata. La quale, sebbene molto tentata dalla sfida europea, ha infine declinato. Chi invece dovrebbe esserci è Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, proposto dai cattolici di Demos vicini a Sant’Egidio. Ma la sfida del 26 maggio non si giocherà per il Pd solo sul campo europeo: si voterà infatti anche in 3841 comuni e tra questi ci sono città che in termini simbolici incideranno molto, sia per Nicola Zingaretti che per Matteo Salvini. Città sulle quali da decenni sventola la bandiera progressista e che stavolta potrebbero capitolare: Firenze, Reggio Emilia, Modena, Ferrara. Caso a sé quello di Livorno, città un tempo rossissima, poi perduta a favore dei Cinque stelle, ma che la sinistra punta a recuperare. Tanto più che, dopo un iniziale effetto Zingaretti, da 48 ore i sondaggisti più affidabili raccontano di un nuovo stallo, con un Pd affiancato ai Cinque stelle, ma senza più quell’effetto espansivo che si era notato nei venti giorni seguiti all’elezione del nuovo segretario.
Politica estera
Brexit. La premier britannica Theresa May ha annunciato ieri ai deputati conservatori che lascerà l’incarico “per il bene del partito e del Paese se l’accordo di recesso da lei concordato con l’Unione Europea sará approvato. La May vuole andarsene a testa alta dopo aver mantenuto la promessa di rendere la Brexit realtà e ha compreso che deve essere un altro leader a condurre la seconda fase dei negoziati con la Ue. “Ho ascoltato molto chiaramente l’umore del gruppo parlamentare — ha detto la May in una sala stipata all’inverosimile, mentre fuori i giornalisti si accalcavano nel corridoio —. So che c’è il desiderio di un nuovo approccio, e una nuova leadership, nella seconda fase dei negoziati sulla Brexit: e io non mi metterò di traverso. Ma prima dobbiamo far passare l’accordo e portare a compimento la Brexit. Sono pronta a lasciare il mio posto prima di quanto intendessi, in modo da fare ciò che è giusto per il nostro Paese e il nostro partito. Chiedo a tutti in questa stanza di appoggiare l’accordo, così che possiamo compiere il nostro dovere storico: dar corso alla decisione del popolo britannico e lasciare l’Unione Europea in maniera ordinata”. Il leader dell’opposizione Jeremy Corbyn ha dichiarato che l’annuncio della premier è la prova che ha sempre agito “non per principio o per l’interesse nazionale ma per gestire questioni interne di partito”.
Nave dirottata. Nuovo caso nelle acque del Mediterraneo, quando ieri alle 17 il mercantile turco El Hiblu con 120 migranti a borso è entrato nelle acque di competenza maltese e La Valletta ha schierato in risposta le navi militari. L’imbarcazione risulta “dirottata” dalle persone che aveva soccorso, determinate a non essere riportate in Libia. Il Viminale ha chiarito subito la propria strategia, ancor prima del blocco di Malta: se il mercantile farà rotta verso Lampedusa, sarà inviata una denuncia alla magistratura segnalando il “dirottamento in corso”, proprio come avviene per gli aerei, per far scattare l’accusa di sequestro di persona nei confronti degli stranieri che avrebbero costretto il comandante a invertire la rotta. “Non siamo più ai soccorsi, sarebbe il primo atto di pirateria in alto mare: questi non sono naufraghi ma pirati” dichiara Salvini nel corso del pomeriggio. Inizialmente le informazioni sono confuse, ma col passare delle ore arrivano conferme dalla Libia: i migranti, vendendo avvicinarsi la città di Tripoli dove erano attesi, si sarebbero effettivamente ribellati e pur di non tornare nelle mani dei loro precedenti “custodi” avrebbero deciso di prendere in mano la guida. Salvini subito conferma che casomai il mercantile dovesse dirottare su Lampedusa, sarebbe intercettato e abbordato dalla Marina militare dell’operazione anti pirateria e anti terrorismo Mare Sicuro.