Economia e Finanza
Tav. Il M5S si irrigidisce sulla propria posizione no Tav. Dopo le parole di Grillo (“La Torino Lione è morta”), è Davide Casaleggio a ribadire il punto: “La base ha sempre espresso la propria opinione in modo univoco su questo tema”, ha detto, rispondendo poi “non sta a me dirlo, ma non credo” a chi prospettava la fine del governo gialloverde a causa delle diverse visioni di Lega e Cinque Stelle proprio sulla Tav. La Lega fa sapere di essere rimasta sorpresa dalla smentita del premier Conte sulle aperture in merito alla Tav. Ufficialmente il partito non rilascia dichiarazioni, sintomo di una situazione delicata, ma da Salvini a Giorgetti sono in diversi a chiedersi cosa sia successo per causare il cambio di posizione del premier, inizialmente propenso per il sì ad una versione “mini” dell’infrastruttura, prima del dietrofront di venerdì. Secondo fonti governative però, il premier Conte avrebbe scarsi margini di manovra per bloccare l’opera prima dell’11 marzo, data entro la quale il Cda di Telt deve sbloccare i bandi da 2,5 miliardi per il tunnel di base, pena la perdita di 300 milioni di finanziamenti Ue. Toccherà dunque a Luigi Di Maio (che per ora tace) e al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, finito nel mirino di molti dei suoi oltre che delle opposizioni che ne chiedono la sfiducia, far digerire alla base M5S il via libera alle gare, revocabili entro sei mesi, tempo utile per scavallare le europee.
Reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza si sdoppia. Una prima versione entra in pista mercoledì prossimo 6 marzo, con il via alle domande e durerà finchè il decreto non diventerà legge, entro il 28 marzo. La seconda entrerà in scena dopo, con alcune novità. Ma c’è confusione e lo sdoppiamento apre a un futuro di ricorsi, su tre punti principalmente: la certificazione dello stato patrimoniale, reddituale e familiare agli extracomunitari; la certificazione per i separati e i divorziati che dimostri come non vivano più assieme; i cambi di residenza non validi se effettuati negli ultimi tre mesi. Tre paletti che non si applicano a chi fa domanda dall 1 marzo e fino a quando il decretone non viene convertito in legge. Ma questo apre un tema di incostituzionalità, se il RdC venisse revocato retroattivamente. Intanto partono i corsi per studiare da navigator, figura inventata dal governo gialloverde per il reddito di cittadinanza: precari laureati in Giurisprudenza, Economia e Sociologia, che dovranno trovare lavoro ad altri precari. Un esercito di over 40 qualificati: ma i posti sono solo 6 mila.
Politica interna
Manifestazione a Milano. Una manifestazione senza comizi finali e bandiere di partito, quella che si è svolta pacificamente ieri a Milano. Un corteo di 200.000 persone, dicono gli organizzatori di “People – Prima le persone”, una folla che a Milano non si vedeva da tempo. Ci sono tutti o quasi i leader della sinistra politica e sindacale. Apre il corteo il sindaco Sala, affiancato dall’assessore Majorino. Nessuna presenza di attivisti M5S invece. Qui e là, in ordine sparso, Roberto Vecchioni solitario e gentile, Ornella Vanoni, Claudio Bisio che fa selfie con le famiglie del Ciai, adozioni internazionali, con lo striscione “Siamo la differenza. Facciamo la differenza”. A tarda serata il commento del ministro Salvini, bersaglio di molti degli slogan dei manifestanti: “Bene le manifestazioni pacifiche, ma io non cambio idea”.
Primarie Pd. Oggi 7 mila gazebo saranno aperti dalle 8 alle 20 per le primarie del Pd. Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti in corsa per la segreteria del partito. Gli sfidanti arrivano al D.day in un clima disteso. Non ci sono scontri, solo qualche tensione sulle future possibili alleanze. Dallo staff di Zingaretti, il favorito, trapela insoddisfazione per la scarsa risonanza all’appuntamento e per un profilo low cost che ha ridotto i gazebo in alcune città. Vince chi raggiunge il 50% più uno nei gazebo. Se nessuno lo raggiunge deciderà l’Assemblea dei mille delegati convocata per il 17 marzo. Renzi intanto conferma che non ci saranno strappi dopo il voto: “Chiunque vinca non dovrà temere da parte mia alcuna guerriglia come quella che io ho subito. Alcuni media dicono che si deve andare a votare “contro Renzi”. Io penso che sia il riflesso condizionato di chi a sinistra combatte da sempre il Matteo sbagliato. Le primarie del PD sono per l’Italia; al massimo sono contro Salvini e Di Maio. Ok, anche se votasse meno gente dell’altra volta non significa nulla: il Pd è l’unica forza politica che si affida alla democrazia, altro che piattaforma Rousseau”.
Politica estera
India – Pakistan. India e Pakistan continuano a combattersi in Kashmir: nonostante alcuni segnali di distensione, come il rilascio del pilota indiano da Islamabad, il bilancio dei combattimenti di ieri è di almeno otto morti, tra cui sei civili. Ieri l’artiglieria pachistana ha preso a colpi di mortaio alcuni villaggi del Kashmir indiano, uccidendo una bimba di 8 mesi, il fratellino di 5 anni e la madre di 24 anni, mentre il padre è ricoverato in ospedale; in mattinata, nel Kashmir indiano un’altra donna era rimasta ferita sotto le bombe d’oltre confine e giovedì era rimasta uccisa una donna e ferito un soldato indiano. Il bombardamento, secondo le fonti di Islamabad, nasce in risposta a un attacco dell’esercito indiano che ha ucciso due soldati pachistani, dopo un attacco definito “indiscriminato” dal governo pachistano. Nell’ultima settimana ci sono state almeno 60 violazioni del patto di cessate il fuoco firmato tra India e Pakistan nel 2003.
Canada. Il ministero della Giustizia canadese stabilisce che le prove fornite da Washington sono sufficienti per l’estradizione di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria di Huawei e figlia del fondatore del colosso tech cinese, accusata di aver fatto affari con l’Iran aggirando le sanzioni USA. Dopo tre mesi di libertà vigilata in Canada, Meng si prepara a essere processata dai giudici americani, nel pieno dello scontro tra i governi di mezzo mondo contro Huawei, accusata di spiare per conto del regime di Pechino. La Cina da pate sua definisce il caso “un grave incidente politico”. Ma il governo canadese di Trudeau è nella bufera anche per un caso di presunta corruzione: l’ex ministra della Giustizia Jody Wilson-Raybould ha dichiarato di aver ricevuto “pressioni incessanti” e “minacce velate” per fermare il processo a carico del gigante dell’ingegneria, SncLavalin, accusata di tangenti all’allora presidente della Libia, Gheddafi. Venerdì Trudeau è stato costretto a un nuovo rimpasto, il secondo in sei settimane.