Politica interna
Sicurezza. Il tema sicurezza torna terreno di scontro della campagna elettorale dopo il raid xenofobo di Macerata e il rapinatore ucciso da un gioielliere nel Napoletano. «Difendersi è un diritto» dichiara il leader leghista Matteo Salvini. Per il segretario del Pd Matteo Renzi «la deriva pistolera crea danni al Paese». Per provare ad abbassare i toni interviene il premier uscente Paolo Gentiloni: «Il bisogno di sicurezza non è un bisogno fittizio. Purtroppo c’è chi soffia su queste paure, ma è un atteggiamento meschino e irresponsabile». La leader radicale, Emma Bonino, respinge l’idea che la xenofobia sia un prodotto dell’immigrazione: “Continuare a perseverare in questo errore di analisi significa scivolare verso la giustificazione del pregiudizio. <Ci sono troppi stranieri, la gente è stanca…>, afferma qualcuno. È come sostenere che l’antisemitismo sia un prodotto dell’ebraismo”.
Museo Egizio. Se andiamo al governo, lo cacciamo: suona più o meno così l’awertimento arrivato ieri dal quartier generale di Fratelli d’Italia. Dopo il duro «vis-a-vis» andato in scena venerdì scorso a Torino, fra la leader del partito Giorgia Meloni che ha portato i manifestanti sotto il museo, e il direttore dell’Egizio Christian Greco – «reo» di aver preso una decisione «razzista nei confronti degli italiani» – ieri il duello si è alzato di tono. Ad accendere gli animi l’appello espresso due giorni fa dal ministero dei Beni culturali – attraverso un comitato di tecnici – a favore dei vertici del museo «colpiti da una grave strumentalizzazione politica». Ieri il colpo di scena. Fratelli d’Italia ha minacciato di rimuovere Greco in caso di vittoria alle prossime elezioni. «Questo è razzismo al contrario, razzismo nei confronti degli italiani» lo aveva accusato, tre giorni fa, la leader di FdI.
Economia e finanza
Fisco. La lotta all’evasione targata 2018 riparte da Iva e risparmi. Si punta sempre di più sulle lettere di compliance, che lo scorso anno sono state 1,5 milioni (il doppio del 2016) e hanno garantito un recupero di 1,3 miliardi contro i 500 milioni del 2016. A dominare la scena è l’Iva, anche per effetto delle nuove comunicazioni dei dati delle liquidazioni e delle fatture (lo spesometro). Non a caso, proprio da questi due adempimenti è scaturito quasi il 44% degli alert partiti nel 2017. Tra le diverse operazioni di compliance avviate da tempo dall’agenzia delle Entrate, vi è anche quella inerente le informazioni preventive inerenti le anomalie riscontrate nell’applicazione degli studi di settore. Lo scorso anno questa campagna informativa ha riguardato circa 150mila contribuenti e ha preso a riferimento le informazioni indicate sui modelli studi nel triennio 2013-15. Sul piano pratico le comunicazioni di anomalia inviate dalle Entrate, vengono rese disponibili nel “cassetto fiscale” dei contribuenti interessati.
L’Italia al voto. In calendario ci sono elezioni politiche decisive che attendono tra tre settimane il Paese con il terzo debito più vasto al mondo e una crescita fra le più basse, mentre un partito anti-sistema viaggia primo nei sondaggi: dai mercati finanziari non lo si direbbe affatto. Chi guardasse solo gli indici di Borsa e i rendimenti dei titoli di Stato, al contrario, dovrebbe concludere che l’Italia è uno dei Paesi più stabili e prevedibili d’Europa e dell’Occidente. Ma nella cortina fumogena della campagna elettorale si è completamente perso di vista il fitto calendario di impegni europei da rispettare. Qualora, come probabile, l’esito del voto del 4 marzo non assicurasse alcuna maggioranza stabile in grado di consentire la formazione in tempi brevi del nuovo governo, sarebbe l’esecutivo in carica a dover gestire la partita. Il che vuol dire che entro metà aprile andranno inviati a Bruxelles il nuovo Def e il Pnr, comprensivo delle indicazioni programmatiche utili a consentire alla Commissione di approvare le sue raccomandazioni prima dell’estate.
Politica estera
Gas, navi turche contro l’Eni. La Saipem 12000 per la trivellazione di gas fermata a sud di Cipro. Il governo Erdogan: “Giacimento nostro”. L’Italia protesta con l’Ue. «Stiamo gestendo la situazione per evitare un’escalation», dice il presidente cipriota Nicos Anastasiades. Eppure la vicenda della Saipem 12000, la piattaforma dell’Eni bloccata l’altra sera da navi da guerra di Ankara mentre si spostava da un pozzo all’altro in zona di trivellazioni, rischia di diventare un braccio di ferro spiacevole. L’Italia ha già dirottato una propria fregata per seguire a distanza le manovre turche. La Saipem 12000 adesso è ferma al largo di Cipro. Dove il ministro della Difesa, Christoforos Fokaides, si è appellato alla Ue. Durante la sua visita a Roma il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dice di aver espresso alle autorità italiane le sue preoccupazioni al riguardo. Ieri la Farnesina ha fatto sapere di star «esperendo tutti i possibili passi diplomatici per risolvere la questione».
Usa e Israele. L’America di Donald Trump giustifica in pieno Benjamin Netanyahu e la sua dura reazione militare dopo l’abbattimento di un caccia israeliano in Siria. Ma l’appoggio totale di Washington può spingere Israele a una guerra con l’Iran? È uno degli scenari discusso dagli esperti in questa nuova complicazione della guerra siriana che rischia di estendersi a tutto il Medio Oriente. Rex Tillerson, il segretario di Stato americano, non ha cambiato l’itinerario, non ha aggiunto alle tappe previste — Egitto, Kuwait, Libano, Giordania — una sosta a Gerusalemme per incoraggiare l’alleato più importante in Medio Oriente. Certo sono arrivate le parole di sostegno dalla Casa Bianca ma è con Vladimir Putin che Benjamin Netanyahu ha parlato ieri al telefono. Il premier israeliano è consapevole che se vuole mantenere le promesse minacciose ha bisogno di garantirsi libertà d’azione, pur limitata dagli interessi russi in Siria. Trump al giornale israeliano Israel Hayom: «I palestinesi non stanno cercando la pace e temo che neppure gli israeliani ci stiano provando».