Politica interna
Elezioni in Sicilia ed equilibri politici nazionali – Dal risultato del voto in Sicilia potrebbe (anche) dipendere la data del voto in Italia. Su questi presupposti Renzi ha costruito l’intesa per il Rosatellum con Ap, Forza Italia e Lega, e su questa linea procede con una campagna elettorale aggressiva e già impostata: il faccia a faccia televisivo con Di Maio, l’annuncio di un ritorno alla «Leopolda delle origini», l’offensiva sulle banche nella Commissione d’inchiesta, sono strumenti di cui si servirà per tentare la «remuntada». Il match televisivo è fissato per martedì e quell’evento mediatico servirà al leader Pd per tentare di ridurre l’impatto della sconfitta, sopire le polemiche sui giornali, tirando fuori dal faccia a faccia con il candidato premier grillino un tema nuovo, una proposta a effetto.
Nel Pd, Andrea Orlando pone in anticipo la questione della leadership del centrosinistra: «Dopo le elezioni nell’isola – dice il Guardasigilli – si ridiscuterà della coalizione e di tutto». Anche del candidato premier
Silvio Berlusconi chiama a raccolta il popolo del centrodestra per sostenere il candidato Nello Musumeci: «A coloro che avevano deciso di non votare dico che questa volta è loro assoluto interesse dare alla Sicilia un governo di ampia maggioranza». La sfida elettorale in Sicilia alla fine ha messo seduti alla stessa tavola i tre leader del centrodestra. Nella saletta riservata per la «cena dell’arancino», il Cavaliere ha pure abbracciato Matteo Salvini che, non vedendolo a quattrocchi da oltre un anno, è sbottato: «Silvio! Basta con questa storia del governo, dei ministri tecnici e di quelli politici. Basta, ne parliamo dopo le elezioni».
M5S/Legge elettorale/Cambi gruppi parlamentari – Si fanno sempre più insistenti le voci che la sindaca di Torino, Chiara Appendino, stia per essere nuovamente indagata nell’inchiesta sugli incidenti di piazza San Carlo durante la partita Juve-Real. Ieri la sindaca ha trascorso oltre un’ora dall’avvocato. E Beppe Grillo le ha mandato un sms: «Non mollare».
Dalle pagine de Il Tempo, Berlusconi scrive agli elettori di Ostia: “il voto di domani avrà un grande valore, prima di tutto perché il Vostro territorio merita una guida qualificata e poi perché è un primo giudizio sull’operato di un’amministrazione che sta portando l’intero Comune al disastro. La giunta Raggi è il simbolo del disastro dei Cinque Stelle”.
«Ora si potrà al meno andar a votare con due leggi omogenee, ciò che con il Consultellum non sarebbe stato possibile. Ci pensate, infatti, che cosa sarebbe accaduto se si fosse scelta quella strada?». Si chiude lasciando una domanda in sospeso, il commento di Sergio Mattarella davanti allo staff dopo aver firmato, ieri, la promulgazione della nuova legge elettorale. Il presidente spera in «una campagna serena rispetto ai brutti preliminari».
Alla vigilia della campagna elettorale, è quello del trasformismo il partito più popoloso. Secondo i calcoli di Openpolis sono in tutto 533 i cambi di casacca registrati da inizio mandato su 945 eletti tra deputati e senatori.
Politica estera
La Cina di Xi e il ruolo dell’Italia/Tour Trump in Asia – E’ una formula ormai ultra abusata quella del batter d’ali geopolitico in un qualsiasi luogo remoto che può scatenare un tornado economico ovunque del mondo. Ma non c’è alcun dubbio che ciò che accade a Pechino, sempre più centro del potere globale, incide profondamente sulla realtà delle aziende, anche italiane, anche piccole.
Alla vigilia del tour in Asia, Trump ha lanciato l’ennesima stoccata al segretario di stato Rex Tillerson, ultima puntata di un rapporto sempre più burrascoso. «Non so se rimarrà al suo posto, vedremo», ha dichiarato Trump in un’intervista concessa a Fox News e trasmessa giovedì sera.
Germania/Regno Unito/Catalogna – I colloqui esplorativi per il nuovo Governo tedesco sono «difïìcili». Lo ha ammesso ieri Angela Merkel alla fine del primo round di negoziati con Verdi e liberali della Fdp, tormentati nelle scorse settimane da botta e risposta taglienti tra i potenziali partner di Governo.
A leggere sui giornali inglesi i resoconti su “Alta Libidine”, il dossier di rivelazioni sugli abusi sessuali al parlamento di Westminster, (…)non c’è niente da ridere. Primo, perché circolano accuse di stupro, anche nei confronti di un ancora innominato esponente laburista: qualcuno riporta che il leader Jeremy Corbyn fu informato ma tacque. Secondo, perché si intravedono due possibilità: che salti il governo May o salti la Brexit e non è escluso che saltino entrambi.
Le ultime battute della crisi catalana sembrano quasi giustificare l’impressione che il governo centrale intenda fare tutto il possibile per spingere verso un’ulteriore pericolosa radicalizzazione. Madrid si trincera dietro un legalismo di per sé ineccepibile, ma agisce come se non si rendesse conto del fatto che il diritto non è un sostituto della politica, ma soltanto un quadro che delimita il campo della politica, che a sua volta ha il diritto, e spesso il dovere, di modificarlo.
Economia e finanza
Commissione parlamentare sulle banche – Sarà difficile prolungare la vita della commissione d’inchiesta sulle banche oltre lo scioglimento del Parlamento. (…) Ma il Pd, che ha voluto la Commissione d’inchiesta, non sembra intenzionato a rinunciarci; né imbarazzato di trovarsi a braccetto del Movimento 5 Stelle. Intanto si alza il livello dello scontro: una parte di deputati e senatori sembrano intenzionati a mettere sotto accusa l’attività di controllo del governatore Visco per screditarlo. Infatti giovedì è già stato fissato dalla Commissione parlamentare un nuovo confronto tra Bankitalia e la Consob sul crac di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Un tema caldo, quindi. Che potrebbe diventare incandescente in campagna elettorale. Per questo il presidente del Senato Pietro Grasso medita di sospendere la Commissione all’avvio della campagna elettorale.
Lavoro/Trattativa fra governo e sindacati sulle pensioni – L’avvento del Jobs act ha abbattuto il contenzioso sui contratti a tempo determinato: le controversie sono passate da 2.867 nel 2014 a 1.246 nel 2016 (-56,5%). E nel 1° semestre 217 sono 490. Crollate le liti sull’articolo 18. In controtendenza le cause sui trasferimenti dei lavoratori.
Via libera del Pd alla trattativa fra governo e sindacati sulle pensioni, con l’obiettivo di arrivare entro il 13 novembre a un accordo sull’aumento dell’età pensionabile a 67 anni. Aumento che ci sarà dal primo gennaio 2019, come prevede la legge ma dal quale verrebbero escluse le 11 categorie di lavoratori che svolgono attività gravose e, secondo le indiscrezioni emerse ieri, tutta la platea ammessa all’Ape social (che scade nel 2018 e potrebbe essere prorogata al 2019 e oltre). Se la posizione di Padoan sul «no» al congelamento dell’innalzamento a 67 anni dell’età pensionabile, dovesse franare di fronte alle pressanti richieste, per i conti pubblici sarebbe un nuovo colpo: si calcola che il blocco nel biennio 2019-2020 costerebbe 5 miliardi; nel 2035 – secondo i conti dell’Inps – si arriverebbe a 141 miliardi. Sfondare significherebbe sottrarre risorse per l’occupazione e le detrazioni per i giovani ma si correrebbe anche il rischio di perdere l’intera partita.