Politica interna

 

Unioni civili – Ieri il Senato ha approvato la legge sulle unioni civili, sulla quale il governo ha messo la fiducia: 173 sì, 71 no e nessun astenuto. Il premier Matteo Renzi ha esultato parlando di giornata storica: “Ha vinto l’amore”. I senatori grillini sono usciti dall’Aula al momento della chiama, facendo così abbassare il quorum, mentre i senatori del gruppo Ala hanno provato a intestarsi la vittoria: “I nostri voti determinanti” ha detto il capogruppo Lucio Barani. Alfano ha infiammato le polemiche rivendicando il merito di aver “impedito una rivoluzione contronatura e antropologica”: il riferimento è allo stralcio della stepchild adoption. Ora tocca alla Camera, dove il testo dovrebbe arrivare lunedì.

 

Conflitto d’interessi – Ieri la Camera ha approvato la legge sul conflitto di interessi, che è passata con i soli voti della maggioranza. La legge, attesa da anni e in principio fortemente voluta dai pentastellati, ha poi registrato il voto contrario del Movimento. Voto che si è unito a quello di Sel e della destra. La legge targata Pd dopo l’approvazione definitiva andrà a sostituire la legge Frattini del 2010. Il ministro Maria Elena Boschi dichiara: “Stiamo recuperano il tempo perso in passato”. Ora le maglie dell’incompatibilità si stringono e si allarga la platea di soggetti interessati. Il testo indica un conflitto d’interessi in tutti i casi in cui chi esercita l’azione di governo abbia anche un interesse economico privato tale da condizionare le sue decisioni o di alterare le regole del mercato.

 

Politica estera

 

Libia – L’Italia si prepara a intervenire in Libia nell’ambito di una “missione militare di supporto su richiesta delle autorità libiche”. Lunedì potrebbe essere una data chiave perché i cento parlamentari di Tobruk potrebbero far nascere un governo di unità nazionale che solleciti le Nazioni Unite a prendere provvedimenti per la stabilizzazione del Paese. Si tratta del passo necessario per permettere all’Italia di intervenire, come ribadito ieri da Mattarella nel corso del Consiglio supremo di difesa, sollecitando anche la rapida approvazione del decreto che annualmente finanzia e fornisce copertura giuridica alle missioni all’estero. Il tempo stringe e Roma ha assicurato che “farà la sua parte” nella guerra all’Isis. Oltre alle risorse navali e aeree già stanziate nel Mediterraneo l’Italia interverrà anche con gruppi di specialisti del Comsubin e del Col Moschin, che potranno agire grazie alle stesse “garanzie funzionali” degli 007.

 

Ue – I grandi flussi migratori stanno condizionando gli elettori in molti Paesi membri, incrinando lo spirito comunitario dell’Unione Europea. Il Consiglio dei 28 ministri degli Interni a Bruxelles è stato caratterizzato da tensioni che hanno costretto a rinviare quasi tutte le decisioni al summit straordinario dei capi di Stato e di governo del 7 marzo prossimo sull’emergenza rifugiati. Il commissario Ue per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha ammonito che se entro questi “dieci giorni” non si riesce ad “andare avanti insieme in modo coordinato” si rischia il “collasso completo” del sistema di libera circolazione tra i Paesi europei aderenti al Trattato di Schengen. È significativo delle tensioni il richiamo dell’ambasciatore greco a Vienna per consultazioni, dopo che l’Austria ha escluso la Grecia da una riunione sull’emergenza rifugiati con altri Paesi balcanici.

 

Economia e finanza

 

G20 – Al G20 di Shanghai il Fmi e l’Ocse hanno suggerito misure espansive anticrisi qualora la ripresa dovesse ulteriormente indebolirsi durante l’anno. Tradotto: temporanei aumenti dei deficit pubblici. In caso di misure anticrisi, secondo le due istituzioni economiche internazionali, gli Stati gravati da troppo debito non dovrebbero rischiare, mentre quelli che possono sì. I tassi d’interesse a zero, dovuti all’abbondanza di risparmio nel mondo prima ancora che all’azione delle banche centrali, rendono vantaggioso qualsiasi investimento pubblico utile. Da qui i consigli alla Germania, che dovrebbe investire in infrastrutture, arrivando a considerare le spese per far fronte alla crisi migratoria, che dovrebbero essere escluse dal rispetto degli obiettivi europei di bilancio “con una valutazione caso per caso”. E proprio le politiche di bilancio europee sono state definite vecchie dal Fmi, ma soprattutto inadatte a far fronte agli imprevisti (come la summenzionata emergenza migratoria).

 

Juncker – Oggi il premier Renzi incontrerà a Palazzo Chigi il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Dopo le polemiche degli ultimi tempi i due hanno tutta l’intenzione di “costruire ponti” e di concentrarsi sulle cose importanti: investimenti, politiche di bilancio e immigrazione. Uno dei punti all’ordine del giorno sarà sicuramente il “position paper”, ovvero i consigli dell’Italia alla Ue scritti dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, nonché la delicata tematica della flessibilità di bilancio.