Il apertura il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, e sul rinvio a oggi delle votazioni dopo la decisione del Movimento 5 Stelle di votare contro all’emendamento Marcucci detto “supercanguro”, che avrebbe portato alla cancellazione della maggior parte degli emendamenti presentati dalle opposizioni. Il Fatto apre invece sugli arresti in Lombardia per le tangenti nella sanità, mentre il Giornale titola sull’annuncio dell’Austria di voler ripristinare i controlli alle frontiere con l’Italia.
Politica interna
 
Unioni civili: sulle speranze del Pd di votare subito l’emendamento canguro a firma del renziano Marcucci, che riscrivendo il Ddl Cirinnà sulle unioni civili farebbe cadere, se approvato, la maggior parte degli emendamenti rimasti, è calata la scure del M5S che, per bocca del senatore Airola, ha annunciato il no dei grillini a quello che viene definito un “artificio costituzionale”. E senza il sì del Movimento 5 Stelle il canguro non può passare, non avendo i voti degli alfaniani né quelli di 25 senatori cattolici del Pd. La notizia di quello che viene immediatamente definito “voltafaccia” dei 5 Stelle fa infuriare Renzi, che sta tornando dall’Argentina; la vicesegretaria del partito, Debora Serracchiani, accusa i grillini di tradire il loro popolo, ma anche tutta l’Italia. Oggi il premier ed i senatori democratici dovranno decidere se proseguire con il canguro o, come richiesto dalla componente cattolica del partito, spacchettarlo in modo da poter votare sì ai diritti delle coppie omosessuali e lasciare libertà di coscienza sulla stepchild adoption.   
 
Tangenti: un altro scandalo si abbatte sull’amministrazione di centrodestra che governa in Lombardia. Ieri è stato arrestato, assieme ad altre 20 persone, il braccio destro del presidente leghista Maroni e padre della riforma sanitaria lombarda, Fabio Rizzi. L’accusa è quella di associazione a delinquere, per avere messo in atto un sistema che pilotava appalti per circa 400 milioni di euro, finiti quasi tutti nelle mani di un’imprenditrice che dirigeva una galassia di società specializzate nella gestione di strutture odontoiatriche; la manager era entrata in società anche con la moglie di Rizzi. Dura la reazione del presidente Maroni, che ha detto che la Regione è parte offesa in questa vicenda e quindi si costituirà immediatamente in giudizio; Matteo Salvini ha annunciato la sospensione del consigliere Rizzi dalla Lega Nord, ed ha dichiarato di sperare che “le accuse si rivelino una bufala” e che “alcuni magistrati non siano in campagna elettorale”.       
 
 
Politica estera
 
Austria: il governo di Vienna annuncia il ripristino dei controlli ai confini con l’Italia. I valichi sul confine meridionale saranno presidiati presumibilmente da aprile, entro marzo infatti l’Austria dovrebbe avere raggiunto il tetto massimo di ingressi di profughi che si è prefissata per tutto il 2016, 37.500. Il piano d’azione prevede controlli a treni, veicoli e persone, per i quali saranno predisposti appositi “nuclei d’intervento” con lo scopo di prevenire o fermare gruppi di migranti che volessero passare con la forza; non esclusa la costruzione di “recinzioni” simili a quelle innalzate dall’Ungheria. Un altro pesante colpo a Schengen, il trattato sulla libera circolazione delle persone in Europa.
 
Siria: Hezbollah e i curdi si spingono a pochi chilometri dal confine e la Turchia reagisce con nuovi bombardamenti a Nord di Aleppo e con l’avanzata di carri armati oltre la frontiera di Kobane; queste le informazioni che arrivano dagli attivisti curdo-siriani. Il duello fra Ankara e Damasco si avvicina sempre più al punto di contatto militare diretto, con Assad che boccia l’ipotesi di tregua “con i terroristi”, mentre la Francia è l’alleato occidentale a schierarsi più decisamente con i turchi e ad accusare la Russia di “crimini di guerra” per i raid sugli ospedali. I turchi smentiscono però lo sconfinamento vicino a Kobane, dove i guerriglieri dello Ypg hanno combattuto contro l’Isis: un ingresso di truppe da quel punto sarebbe un vero e proprio schiaffo all’Occidente;  Ankara parla solo di “azione di terra necessaria”. A sua volta la Russia accusa il governo turco di aver lanciato una “campagna di disinformazione” per evitare di perdere il controllo della Siria nord-occidentale. In questo caos oggi l’Onu tenterà di far giungere aiuti umanitari alle città siriane assediate, compresa Madaya.     
 
 
Economia e Finanza
 
Petrolio: per cercare di stabilizzare il prezzo del barile in caduta libera, Arabia Saudita e Russia hanno deciso di congelare la produzione petrolifera ai livelli di gennaio; l’intesa, raggiunta anche con Venezuela e Qatar, è condizionata all’adesione di altri grandi Paesi produttori. Appare evidente però che senza l’Iran l’accordo è privo di significato; ma convincere Teheran, appena sollevata dalle sanzioni internazionali ed intenta a recuperare le quote di mercato perdute, sarà tutt’altro che facile. In ogni caso anche se tutti i Paesi smettessero di aumentare la produzione, i problemi del mercato del greggio non sarebbero ancora risolti, visto che secondo stime dell’Agenzia internazionale dell’energia c’è tuttora un eccesso di 2 milioni di barili al giorno, mentre le scorte petrolifere nei Paesi Ocse hanno già superato il livello record di 3 miliardi di barili.  
 
Occupazione: una fine d’anno con il botto per le assunzioni. L’ultimo mese utile per aggiudicarsi lo sconto pieno sui contributi ha spinto le aziende, soprattutto quelle di servizi e turismo, a siglare contratti a mani basse. Solo a dicembre quelli a termine sono crollati di 150mila unità, mentre le stabilizzazioni si sono impennate di oltre 108mila, segno inequivocabile che il bonus, più del Jobs Act, ha funzionato. Ma se si guarda all’intero anno e si escludono le trasformazioni da tempo determinato a indeterminato, i contratti aggiuntivi raggiungono quota 186mila, poco più dei 135mila annunciati dall’Inps quindici giorni fa. Non c’è contraddizione fra i due dati, perché l’Inps registra i contratti, anche quando ve ne sono più di uno a testa nell’anno, mentre l’Istat registra i posti. Nel complesso il 2015 si è chiuso con 764mila contratti a tempo indeterminato, risultato che soddisfa il premier Renzi ed il responsabile economico del Pd, Taddei. Per il 2016 la spinta degli investimenti e la riforma della contrattazione potranno dare, secondo Taddei, un ulteriore stimolo al nostro mercato del lavoro verso il maggior numero possibile di contratti a tempo indeterminato.