In primo piano il voto di fiducia al Senato sul maxiemendamento alla legge sulle unioni civili, dopo l’accordo raggiunto fra Partito Democratico e Nuovo Centro Destra che ha escluso la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà dal testo del disegno di legge. Fanno scelte diverse l’Unità, che apre sulle indagini in Egitto per la morte di Giulio Regeni, e Libero, che titola sulla bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge della Regione Lombardia che limita la costruzione di moschee.
Politica interna
Unioni civili – Ieri il ministro Maria Elena Boschi ha annunciato la fiducia sull’emendamento del governo che fa uscire di scena il ddl Cirinnà. E così il Senato voterà oggi il nuovo testo chiuso in un unico articolo dell’emendamento da dove è stata eliminata la stepchild adoption. L’accordo sulle unioni civili è stato raggiunto nel pomeriggio di ieri, e il premier Renzi ha esultato su Twitter definendolo “un fatto storico per l’Italia”. Esprime entusiasmo anche Angelino Alfano che parla di vittoria del buonsenso. L’emendamento è stato contestato in Aula dalle opposizioni. Il senatore della Lega Roberto Calderoli e di Idea Gaetano Quagliariello hanno mosso questioni di costituzionalità e di regolamento, chiedendo a Pietro Grasso di non ammettere l’emendamento del governo. Richiesta respinta dal presidente del Senato.
Berlusconi – Il ministro Maria Elena Boschi definisce “inaccettabile” l’”eventuale” spionaggio del governo statunitense ai danni di Silvio Berlusconi e promette in Parlamento che, dopo la convocazione dell’ambasciatore Usa John Philips alla Farnesina, l’esecutivo “continuerà a chiedere chiarimenti anche con i canali tecnici di collaborazione con gli Usa”. Forza Italia chiede di partecipare alla seduta di oggi del Copasir, dove si discuterà anche del presunto spionaggio rivelato da WikiLeaks. Ieri i capogruppo Renato Brunetta e Paolo Romani sono stati ricevuti a Palazzo Chigi del sottosegretario con delega ai servizi, Marco Minniti. Intanto la procura di Roma ha aperto un’indagine, anche se non c’è ancora nessuna ipotesi di reato e tantomeno indagati.
Politica estera
Usa – L’America dei delusi e degli arrabbiati è uscita allo scoperto, e lunedì 22 febbraio si è riunita per gridare: “Donald Trump for president”. Ottomila persone hanno stipato il casinò South Point Arena di Las Vegas per sostenere il candidato repubblicano che continua a collezionare vittorie. Il giorno successivo le assemblee dei votanti in Nevada hanno registrato l’afflusso di 74.870 persone, e il 45,9% ha scelto Trump. Questo è lo scenario con cui si arriva all’appuntamento forse decisivo del Super Tuesday, il primo marzo: 11 Stati al voto in campo repubblicano, 595 delegati in gioco, sul totale dei 2.472 che si daranno appuntamento alla Convention di Cleveland, tra il 18 e il 21 luglio, per assegnare la nomination.
Ungheria – Ieri Viktor Orbán ha annunciato un referendum sulla redistribuzione delle quote di rifugiati concordata dalla Ue l’anno scorso. Il premier ungherese sottolinea che “la Ue non ha il diritto di imporre la sua politica delle quote obbligatorie sul blocco dei Parlamenti nazionali”. Il partito di estrema destra Jobbik, intanto, ha presentato una richiesta di modifica della costituzione per consentire ai referendum di annullare intese europee, se riguardano l’immigrazione. Nelle stesse ore l’Austria ha presentato, insieme a nove Paesi balcanici, quello che è stato definito il “patto anti-Merkel”: un accordo per ridurre i flussi migratori con filtri più severi ai confini e un coordinamento più stretto delle polizie di frontiera.
Economia e finanza
Banche Ue – Partono i nuovi stress test per il sistema bancario europeo. Da ieri 51 banche dovranno dimostrare la loro resistenza agli “urti”. Due gli scenari contemplati dalle simulazioni: uno scenario di base e uno avverso. Le linee guida sono state rese note ieri dall’Eba, l’Autorità europea delle banche. La novità più grande è che, a differenza degli ultimi test del 2014, la verifica sarà severa ma non ci saranno promossi e bocciati. Non sono stati fissati, infatti, requisiti minimi di capitale di vigilanza: dopo la fase delle ricapitalizzazioni che hanno vissuto le banche europee, adesso l’obiettivo “è piuttosto quello di valutare le vulnerabilità restanti e capire l’impatto sulle banche di ipotetiche dinamiche di mercato avverse”, spiega l’Eba.
Bail-in – La responsabile europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ha detto no a una modifica delle regole sul bail-in: “Non credo che occorra procedere alla revisione delle regole sui meccanismi di risoluzione delle banche in crisi, né di quelle sugli aiuti di Stato”. Una richiesta di modifica è chiesta a gran voce sia dagli istituti di credito italiani che dalla politica. Nell’incontro alla Commissione Ecofin dell’Europarlamento, alcuni deputati italiani hanno chiesto una deroga che consenta allo Stato d’intervenire nella gestione della risoluzione delle quattro banche italiane fallite (Carife, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti). La Vestager ha risposto che il veicolo finanziario concordato con l’Ue è “abbastanza promettente”, perché “assicura certezza legale alle operazioni, il mercato può valutare i prestiti, entrano in gioco terze parti (agenzie rating) e si tratta di operazioni senza aiuti di Stato”. Di questi tempi, ha ammesso, è possibile “che esista la tentazione di annacquare le norme della risoluzione e di usare denaro pubblico per intervenire, ma occorre resistere”.