Politica interna
Legge anticorruzione – Con 165 voti favorevoli, 74 contrari e 13 astenuti il Senato approva il ddl anticorruzione. Ora il testo dovrà passare all’esame della Camera. Viene ripristinato il reato di falso in bilancio, dopo la depenalizzazione del 2002, con pene fino a 8 anni per le società quotate in Borsa. Un cosiddetto reato-presupposto, spiegano i magistrati: la falsificazione dei bilanci permette la creazione di fondi neri, indispensabili per il pagamento di tangenti. Pene più severe anche per associazione mafiosa, peculato, corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione in atti giudiziari. Inoltre, il patteggiamento sarà possibile solo dopo la restituzione integrale del maltolto. Intanto, dopo lo scandalo Ischia, Massimo D’Alema minaccia querele e chiede che si tuteli chi, non indagato, è citato nelle intercettazioni.
Ministero Infrastrutture – Graziano Delrio è sempre più vicino al dicastero di Porta Pia. Oggi o al massimo domani, prima della breve pausa pasquale, ci sarà il giuramento e, contestualmente la nomina del suo successore: salvo sorprese, a Palazzo Chigi arriverà una donna. Per la posizione di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio si fanno i nomi di Linda Lanzillotta, da poco rientrata nel Pd da Scelta Civica, Marina Sereni, Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, e Antonella Manzione. Slitta invece la nomina del ministro in quota al Ncd, compensazione offerta da Renzi dopo il “sacrificio” di Maurizio Lupi.
Il centrodestra – In serata arriva l’annuncio: Berlusconi e Salvini hanno trovato la quadra in vista delle Regionali di fine maggio. In Liguria campo libero all’eurodeputato di Forza Italia Giovanni Toti, gli azzurri sosterranno il governatore uscente Zaia in Veneto e la Lega si impegna a non presentare liste autonome in Campania per non intralciare Stefano Caldoro. Chiusa la questione alleanze, Berlusconi ora deve impegnarsi a risolvere le grane interne al partito: da un lato c’è l’imminente strappo in Puglia, di cui non vede l’ora di approfittare Raffaele Fitto, dall’altro quello già consumato con Bondi e Repetti, che rischia di far perdere a Forza Italia altri pezzi.
Politica estera
Turchia – Nuova giornata di terrore a Istanbul. Mentre il Paese piangeva la morte del magistrato prima sequestrato da un gruppo di estrema sinistra e poi ucciso nel blitz organizzato per liberarlo, un uomo armato è entrato in una delle sedi del partito di Erdogan, l’Akp. Nel pomeriggio, due terroristi hanno attaccato la questura centrale della città: la donna kamikaze del commando è stata uccisa dalle forze di sicurezza. Il clima di tensione è aggravato anche da due allarmi bomba in pochi giorni, rivelatisi infondati, su due aerei della Turkish Airlines. Tutto questo in vista delle elezioni politiche del prossimo 7 giugno, che saranno un appuntamento chiave per il presidente e per il suo partito.
Svizzera – Dopo sette giorni di estenuanti trattative, l’accordo sul nucleare iraniano sembra a un passo. Washington e Teheran avrebbero steso la prima bozza di un documento politico per risolvere i nodi di un negoziato lungo 15 anni e aprire le porte a un disgelo tra i due Paesi. L’Iran avrebbe accettato di congelare per 10 anni la sua attività di ricerca e produzione nucleare; gli Usa sarebbero disposti a revocare le sanzioni economico-finanziarie che hanno isolato il Paese degli ayatollah. Ora, una nuova fase negoziale dovrà riempire il documento di contenuti tecnici, numeri, date e clausole non ambigue, da qui al prossimo 30 giugno.
Economia e Finanza
Def – Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan parla del prossimo Documento di economia e finanza, atteso in Cdm la prossima settimana, senza fornire numeri ma definendone le linee guida. Sarà un Def improntato alla crescita, concentrato su lavoro e investimenti e pronto a sfruttare il più possibile gli spazi di flessibilità offerti dalla Commissione europea fino a un massimo dello 0,5% del Pil, pari a 7-8 miliardi. Inoltre, nel 2016 potrebbe essere esercitata la clausola per il rinvio del pareggio di bilancio.
Segreto bancario – Cade l’ultimo muro fiscale e bancario. Dopo gli accordi con la Svizzera, Monaco e il Lichtenstein ieri il ministro Padoan e il segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, monsignor Richard Gallagher, hanno firmato la prima Convenzione tributaria tra Italia e Vaticano. La parte più importante dell’intesa stabilisce che i due Pesi si scambieranno informazioni e coopereranno per garantire trasparenza nel campo delle relazioni finanziarie. Lo scambio di informazioni sarà retroattivo fino all’anno di imposta 2009. Contestualmente all’accordo scatta anche la voluntary disclosure per i cittadini con disponibilità finanziarie non dichiarate presso il Vaticano.