Politica interna
Governo – “Puoi essere il padre o il figlio di chi vuoi, ma chi sbaglia paga”, spiega Matteo Renzi dal palco di Porta a Porta. Il premier difende Maria Elena Boschi e al tempo stesso il suo governo, da giorni sotto il fuoco delle opposizioni per il caso di Banca Etruria. Dopo la mozione di sfiducia al ministro Boschi da parte del Movimento 5 Stelle, il centrodestra ne annuncia un’altra all’intero governo. Renzi si dice sicuro che “la mozione contro Boschi sarà un autogol”, perché “noi siamo quelli che hanno mandato a casa l’intero cda di Banca Etruria, non c’è alcun favoritismo”. Le polemiche però non si placano. Da Enrico Letta arriva un’accusa di “moralità a intermittenza” rivolta all’attuale premier. Letta sostiene che Renzi ha usato “due pesi e due misure”, riferendosi ai casi di Annamaria Cancellieri e Josefa Idem, le ministre di cui Renzi ha chiesto le dimissioni. Il premier chiede alle opposizioni di evitare strumentalizzazioni sulla pelle dei risparmiatori, e le invita a votare a favore del decreto salva-banche.
Milano – Pierfrancesco Majorino non cede il passo a Francesca Balzani. L’incontro che doveva essere chiarificatore non è stato risolutivo. La vicesindaco ha ribadito la necessità di una “soluzione unitaria per non regalare le primarie a Beppe Sala”, e l’assessore al Welfare ha replicato sottolineando come la candidatura della Balzani non possa qualificarsi depositaria esclusiva dell’esperienza di Pisapia. Intanto Sala incassa l’appoggio di Enrico Letta: “Sala è il sindaco naturale per Milano. Il successo dell’Expo ne ha dimostrato le qualità. E sono sicuro che Balzani e Majorino sarebbero i migliori assessori con lui sindaco”.
M5S – Si registra un cambio di passo nella strategia politica del Movimento 5 Stelle al Nord: volti nuovi, sondaggi, programmi e iniziative mirate. L’obiettivo è conquistare l’elettorato moderato, i delusi da Forza Italia e tutto quel mondo imprenditoriale inizialmente diffidente nei confronti del partito di Grillo. L’interesse intorno al Movimento, secondo i sondaggi, potrebbe smuovere gli equilibri elettorali a Torino, con la candidata Chiara Appendino che mira a ripetere i casi di Parma e Livorno. Lei ha già lanciato la sfida: in campagna elettorale parlerà anche di microcredito. E ha già detto che, in caso di successo, 5 milioni di euro derivanti dai tagli alla politica saranno destinati all’ingresso dei giovani nel mondo delle imprese.
Politica estera
Medio Oriente – Ieri sera il premier Matteo Renzi ha confermato che 450 militari italiani partiranno presto per Mosul, Iraq. I soldati dovranno proteggere la diga sul fiume Tigri, “cuore di un’area molto pericolosa al confine con lo Stato islamico”, spiega Renzi. E aggiunge: “La diga è seriamente danneggiata e, se crollasse, Bagdad verrebbe distrutta”. L’appalto per la ristrutturazione è stato vinto dal gruppo Trevi di Cesena, e agli operai che lavoreranno presso il sito servirà la massima protezione. Per questo motivo il governo iracheno si è rivolto a Roma per chiedere aiuto.
Europa – La Commissione Ue mette sul tavolo due proposte molto attese per regolare la questione migratoria: da un lato l’esecutivo Ue fissa il percorso per trasformare l’agenzia Frontex in una Guardia costiera e di confine comune, e dall’altro riscrive il codice della libera circolazione dei cittadini, in modo da consentire ai governi di reintrodurre controlli puntuali per chi entra nella zona Schengen, anche se cittadino comunitario.
Economia e finanza
Fed – La presidente della Federal reserve, Janet Yellen, dovrebbe annunciare oggi un incremento tra lo 0,25% e lo 0,50% del saggio di riferimento, sbloccando il costo del denaro fermo dal gennaio 2009 in una fascia compresa tra lo 0 e lo 0,25%. La mossa della Fed rafforzerà ulteriormente il dollaro, limerà le esportazioni di merci statunitensi e faciliterà le imprese che esportano negli Usa. L’innalzamento dei tassi è dato per scontato dai mercati, come conferma il pieno recupero delle Borse. Ieri Piazza Affari è stata protagonista con un rialzo dell’indice del 3,74%.
Bcc – Il presidente del consiglio Matteo Renzi è tornato a parlare di riforma delle banche di credito cooperativo: “Vorrei che ci fosse un gruppo bancario delle Bcc sul modello del Crédit Agricole, che è la terza banca francese”. E aggiunge: “È arrivato il momento di dire che ci sono stati troppi che hanno giocato a fare i piccoli banchieri”. Parole che fanno pensare a un decreto legge di riforma del credito cooperativo di prossima uscita. La linea d’azione sembra essere quella del gruppo unitario: un’unica capogruppo in forma di Spa, cui aderiscono con un “patto di coesione” le varie Bcc, che godono di autonomie crescenti a seconda del grado di salute dei conti.