Politica Interna
Italicum – Modificare il premio di maggioranza dell’Italicum è possibile, forse addirittura necessario. La pensano così sia il premier Renzi che la minoranza dem, ma anche FI, Ncd, socialisti, Idv, FdI ed ex grillini. Fuori dal coro ci sono solo i 5 Stelle, che bocciano l’intera legge anche se “ci può far vincere”, come ammette Danilo Toninelli. Dal suo blog Beppe Grillo attacca Renzi: “Il Pd pensa alla modifica dell’Italicum non per inserire le preferenze ma perché la legge prevede il ballottaggio e Renzi ha paura di essere battuto con un 70 a 30 come a Roma”. E lo definisce “un baro da due soldi e con la coda tra le gambe”. I renziani del Pd replicano che “i veri bari sono i Cinque Stelle che per opportunismo difendono l’Italicum”.
Roma – Le prime mosse del neo sindaco di Roma, Virginia Raggi, stanno già mettendo in agitazione i vertici dei 5 Stelle. La nomina dell’ex alemanniano Raffaele Marra a vicecapo di gabinetto ha già creato due fronti contrapposti: da un lato il sindaco e dall’altro Roberta Lombardi, deputata romana, in mezzo Paola Taverna, che ieri era in Campidoglio. La nomina di Marra non è stata concordata con tutto lo staff, come prevede il codice etico firmato da Raggi, e su di essa c’è il primo ripensamento: “Sarà un incarico a tempo”, filtra dai Cinque Stelle. Ma i dubbi restano: Raggi ha firmato l’ordinanza? Se sì, come mai non è sul sito del Comune? Se a Marra è stato dato un ruolo, una marcia indietro deve passare per una revoca del provvedimento. Ieri i capigruppo si sono incontrati informalmente per la prima volta, e De Vito ha dichiarato che il completamento della giunta entro il primo consiglio del 7 luglio è “probabile, ma non certo”.
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Pd: Si inasprisce sempre di più lo scontro interno tra Renzi e la minoranza. Nonostante l’appello all’unità degli uomini vicini a Renzi, la costola del Pd sembra sempre più intenzionata a optare per il No al referendum se il premier non concederà spazio per modifiche all’Italicum. I toni così si alzano, con Speranza e Gotor che chiedono di passare ai fatti con iniziative concrete per avviare il percorso di modifiche. Oggi la Corte di cassazione dovrebbe convalidare le 500 mila firme raccolte, inaugurando il toto-date per la votazione. I giorni più probabili sono il 20 e il 27 novembre, così che Renzi possa avere più tempo per preparare la strategia e per garantire il maggior numero di votanti. Intanto sul fronte delle opposizioni Di Battista (M5S) ha inaugurato in scooter il tour per l’Italia per promuovere il No.
Roma: Secondo quanto riporta Repubblica Paola Muraro avrebbe collaborato con Franco Panzironi, coinvolto nella vicenda di Mafia capitale. Panzironi avrebbe assegnato all’assessora l’apertura di un impianto a Trento. La vicenda si sarebbe svolta a novembre 2013, con i soldi dell’iniziativa stanziati dalla regione Trentino Alto Adige. Muraro avrebbe avuto il compito di gestire la questione per Panzironi. Sui rapporti tra Panzironi e Muraro sta al momento indagando il pm Alberto Galanti. Nonostante le ripetute accuse, con nessun capo d’imputazione ufficiale, il direttorio del M5S intanto conferma la difesa per l’assessora scelta da Virginia Raggi.
Politica Estera
Turchia: “La sovranità appartiene al popolo” secondo Recep Erdogan. Sarebbe questa la motivazione determinante per introdurre la pena di morte in Turchia. Dopo le anticipazioni in seguito al golpe sventato il presidente turco prosegue nell’opera di riforma dello stato e annuncia che la pena di morte potrebbe essere reintrodotta con una decisione del parlamento qualora il popolo la richiedesse. Il messaggio viene annunciato in occasione della manifestazione “per la democrazia e per i martiri”, a cui hanno partecipato più di un milione di turchi riunitisi in piazza a Istanbul. Erdogan ha sfruttato il palco anche per attaccare la Germania, colpevole di aver bloccato la trasmissione di un suo comizio, e che è destinata a crollare per aver concesso finora l’entrata ai terroristi. Erdogan intanto si prepara all’importante incontro di domani con Putin, il primo dopo l’incidente del Sukhoi abbattuto, che potrebbe spostare la Turchia ancora più verso la Russia e sempre più lontano dall’Europa.
Belgio: L’Isis ha rivendicato l’attentato del trentatreenne algerino che sabato ha ferito gravemente due poliziotte con un machete a Charleroi. L’uomo era stato oggetto già due volte di decreti di espulsione, ma il duplice rifiuto dell’Algeria l’aveva trattenuto in Belgio. Finora non si è scoperto se si è trattato di un lupo solitario o di un colpo organizzato da più uomini. Il probabile piano del terrorista era di penetrare nell’edificio controllato dalle due poliziotte per fare una strage. La più grave delle due poliziotte, la musulmana praticante Hakima Dhamma, sembrerebbe fuori pericolo ma sarà probabilmente sottoposta a nuove operazioni chirurgiche.
Alfano: Il ministro dell’Interno italiano è orgoglioso dell’operato svolto finora dallo Stato per gestire l’immigrazione. Tanto da affermare che “stiamo salvando Schengen e dunque l’Unione”. Secondo Alfano, intervistato da Repubblica, il momento attuale è di vera emergenza e potrebbe aggravarsi qualora Erdogan decidesse di aprire i cancelli e inaugurare un nuovo flusso di immigrazione in Europa. Sul fronte terrorismo finora l’Italia ha agito bene, con cento espulsioni e 160mila controlli generati dall’”opera di bonifica che prescinde dalla sussistenza di condizioni per l’arresto”.
Economia e Finanza
Bini Smaghi: Per l’ex membro del comitato esecutivo Bce, il problema delle banche non è di capitale, ma di redditività: gli istituti italiani non fanno utili e dovrebbero essere sottoposti a una riforma che le renda più competitive. Ecco perché il governo dovrebbe concentrarsi sul rilancio e non sulle ricapitalizzazioni, come ha operato la Spagna quando ottenne i fondi da parte dell’Esm. L’obiettivo italiano dovrebbe essere di creare un sistema sano dove gli istituti possano prosperare. La ricetta da seguire dovrebbe essere simile a quella spagnola: “nuovi manager, taglio dei costi, fusioni” dice Bini Smaghi. E secondo l’attuale presidente di Societé Generale e Chiantibanca questa è la motivazione che ha reso oggigiorno le banche americane protagoniste mentre i nostri colossi (Generali e Unicredit) si presentano deboli e vengono presi di mira dagli investitori stranieri.
Generali: La figura di Vincent Bollorè (Vivendi) ha catalizzato l’attenzione estiva dei principali player italiani. Risale a un anno fa l’entrata in Telecom ed è ancora più recente il dietrofront del francese sull’acquisto di Mediaset Premium. Ora l’imprenditore d’oltralpe starebbe puntando alla scalata in Generali, approfittando della quota posseduta da Mediobanca (13%) e dei pacchetti di Unicredit (8,5%) e Mediolanum. Bollorè potrebbe quindi salire al 22/23% o oltre, muovendo il leone di Trieste verso una fusione con la francese Axa e creando così un colosso dell’assicurazione. Ecco perché si profila una controffensiva da parte dei soci italiani di Generali per creare una “cordata anti-Bollorè” e contenere così la fuga di quote verso l’estero. Tra i soci italiani principali dell’agenzia assicurativa vi sono Caltagirone, Del Vecchio e De Agostini.