Politica interna
Rai: fine luglio bollente per la tv pubblica, Roberto Fico, presidente grillino della Vigilanza, attacca Campo Dall’Orto sul rinnovo dei direttori dei telegiornali, respingendo il “blitz autoritario sulle nomine Rai alla vigilia del referendum”. Replica immediata del Pd con il senatore Verducci, che chiede a Fico di “non intromettersi nelle nomine come un capataz della prima repubblica”. Dopo la bufera sui maxistipendi ora è il momento della polemica sul cambio alla guida dei tg, che i vertici di Viale Mazzini vogliono fare ai primi d’agosto. Il direttore generale ha incontrato ieri Bianca Berlinguer per trovarle una collocazione alternativa, ma la strada appare in salita. Fico ha annunciato di voler convocare Renzi e Padoan a giustificare lo sforamento del tetto agli stipendi in azienda, critica anche la minoranza Pd che fa propri i timori del membro del Cda Rai Freccero su una “normalizzazione” al Tg3. A Viale Mazzini si cerca di procedere con diplomazia, Campo Dall’Orto incontrerà anche Marcello Masi in uscita dal Tg2, solo il direttore del Tg1 Mario Orfeo sembra destinato a restare al suo posto. In programma sostituzioni anche ai vertici della testata regionale, del Giornale radio e di Rai Parlamento.
Csm: la garanzia per una maggior tutela della privacy nelle intercettazioni giudiziarie trova spazio nel documento approvato praticamente all’unanimità dal plenum del Consiglio superiore della Magistratura sulle linee guida per l’utilizzo delle stesse conversazioni intercettate. Secondo il vicepresidente di palazzo dei Marescialli, Giovanni Legnini, il documento non intende anticipare né condizionare il legislatore in una materia già oggetto di una legge delega in discussione al Parlamento, ma solo mettere a disposizione di ciascuna delle procure italiane un insieme di “buone prassi” già adottate in varie circolari di alcune tra le maggiori procure del Paese, come quelle di Roma, Torino, Napoli e Firenze. Il Csm invita dunque ad un “uso accorto” e ad una “sobrietà contenutistica” nei provvedimenti giudiziari che riportano stralci di intercettazioni.
Politica estera
Clinton: “Stronger together”, insieme siamo più forti, questa la campagna che farò e quale presidente sarò” con queste parole Hillary Clinton ha illustrato la strategia con la quale cercherà di contrastare la campagna di Donald Trump. “Sono sulla scena pubblica da quarant’anni. Poco carismatica, antipatica a molti, ma diligente e preparata” ha detto Hilalry; la sua sarà una campagna normale, fondata sull’idea che agli elettori interessano i programmi di governo. Messaggio forte della Clinton la fiducia nel Paese, un’idea solare dell’America in tutte le sue diversità da contrapporre al linguaggio apocalittico e lacerante del rivale repubblicano. Niente buonismo però, la sfida elettorale sarà anche una gara a chi demolisce l’avversario, l’accusa più pesante a Trump è quella caratteriale, “per la nostra sicurezza nazionale occorre una personalità stabile, nervi saldi, non uno che si lasci provocare da un tweet” ha detto la Clinton, che ha poi smontato il mito del grande imprenditore ricordando che Trump “ha fatto sei volte bancarotta, ha lasciato dietro di sé tante persone in rovina, fa il protezionista ma i gadget con il suo marchio li produce in Cina, Messico e Turchia”.
Papa Francesco: alla fine del suo giorno ad Auschwitz, durante la Via Crucis tra i giovani di Cracovia, il Pontefice commosso fino quasi alle lacrime si è ed ha chiesto “Dov’è Dio, se nel mondo c’è il male? Se ci sono uomini affamati, assetati, senza tetto, profughi, rifugiati? Dov’è Dio quando muoiono persone innocenti a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre?” Prima, nella visita ai campi di concentramento, c’era stato solo il silenzio, Francesco era entrato ad Auschwitz da solo, a piedi, a capo chino, senza pronunciare discorsi. Una visita di preghiera muta, una lunga pausa seduto su una sedia nella piazza dell’appello e delle esecuzioni, con lo sguardo fisso davanti a sé. Poi l’incontro con dieci sopravvissuti con i quali il Papa ha parlato uno ad uno e quindi la visita alla “cella della fame” di San Massimiliano Kolbe, il francescano che offrì la propria vita al posto di un altro prigioniero. Infine la frase scritta sul libro dei visitatori, “Signore, perdona per tanta crudeltà”.
Economia e Finanza
Stress Test: a parte il Monte dei Paschi, ampiamente sottosoglia ma già d’accordo con la Vigilanza per ritornarci sopra con una terapia d’urto, le banche italiane escono a testa alta dalle prove del 2016. Il risultato era nell’aria ed è stato puntualmente confermato dll’Eba. Intesa Sanpaolo figura tra le prime della classe in Europa ed unica tra i big ad essere sopra la soglia di step, Banco Popolare e Ubi sono nella fascia alta mentre Unicredit si ferma un po’ più indietro ma comunque con un Common equity tier al di sopra del 5,5% considerato “di sicurezza” nello scenario sotto stress. La partita degli stress test ha interessati anche la restante ottantina di banche sotto la vigilanza Ssm, delle quali una decina italiane, su cui la Bce ha condotto un esame “semplificato” i cui risultati non sono di diffusione obbligatoria, ma Mediobanca ha ieri subito provveduto a rendere noti anche questi esiti, definiti “ottimi” per i nostri istituti di credito.
Occupazione: cresce a giugno la forza lavoro facendo segnare un incremento di 71mila occupati, dato che conferma il trend positivo dei tre mesi precedenti e che porta il tasso di occupazione al 57,3%, valore più alto registrato dall’agosto 2009. Anche il numero di disoccupati cresce dopo il calo di maggio, ma è accompagnato dalla contemporanea diminuzione degli inattivi, fenomeno già riscontrato nei mesi precedenti. Il presidente del Consiglio si dice contento dei dati diffusi dall’Istat e degli effetti positivi del Jobs act, sulla stessa linea il sottosegretario alla Presidenza Nannicini, che evidenzia l’aumento di 449mila unità degli occupati da quando è entrato in vigore il Jobs Act, e di questi 310mila assunti con contratto stabile. Tra i sindacati Petteni della Cisl sottolinea invece che, pur restando positivi, i numeri indicano che l’aumento dell’occupazione sta decelerando.