Politica interna
Centrosinistra. Il presidente del Senato Piero Grasso ha lanciato ieri il movimento “Liberi e uguali” insieme a Mdp, Sinistra italiana e Possibile. “Ho incontrato migliaia di persone, raccolto le loro preoccupazioni e ascoltato paure, domande , ambizioni, speranze. Molti avevano la testa china e lo sguardo rivolto verso il basso. Questi cittadini sono il simbolo di una nazione che non crede nei partiti e nelle istituzioni, che indifferente si rassegna”, dice Grasso presentando la nuova realtà politica. Nessuna polemica nel suo lungo intervento, solo un accenno al Pd: “Dare le dimissioni dal gruppo è stata una scelta politica e insieme personale, frutto di un’esigenza interiore. Ho ricevuto molte telefonate: mi hanno offerto seggi sicuri, chiesto di fermarmi un giro, di fare la riserva della Repubblica. Ma questi calcoli non fanno per me”. Parla anche Roberto Speranza: “Siamo molto ottimisti, c’è uno spazio politico enorme per costruire una forza popolare vera, radicata. Non ci candidiamo per partecipare, ci candidiamo per vincere, per essere la vera sorpresa politica di queste elezioni”, mentre dal fronte Pd, Cuperlo dice: “I principi evocati da Grasso come le parole di Pietro Bartòlo sono quelli di un campo orgoglioso di sé e nulla può spingermi a pensare che su quella base non si possa ricostruire il perimetro largo di una unità che consenta di scorgere la quota di giusto in chi non la pensa su tutto come te”. Nuovi guai intanto sul fronte banche per il padre della Boschi e per il procuratore di Arezzo, che avrebbe mentito alla Commissione d’inchiesta sulle indagini in corso proprio sul banchiere padre del sottosegretario.
Centrodestra. Daniela Santanchè passa da FI a Fratelli d’Italia: “Dal punto di vista personale non ho nulla da recriminare. Non dirò mai nulla di negativo su Berlusconi. Con lui ho sempre discusso delle scelte politiche fatte e quando le ho ritenuto sbagliate ho detto apertamente come la pensavo. A cominciare dall’errore di avere sostenuto i governi Monti-Letta e siglato il patto del Nazareno”. Intanto il leader di Scelta Civica Zanetti risponde a Salvini: “Mi sembra che continui a fare confusione, suppongo apposta. Ci accusa di aver votato la riforma Fornero? Nemmeno eravamo in Parlamento, mentre Meloni e Berlusconi la votarono e questo dimostra che non conta. Forse non ha ancora compreso che noi non abbiamo mai votato la fiducia al governo Gentiloni. Siamo stati in maggioranza con Letta e Renzi, ma erano esecutivi per le riforme. Noi siamo stati seri e coerenti per tutta la legislatura con il mandato su cui eravamo stati eletti: né destra né sinistra, unico obiettivo le riforme. Lo saremo anche nella prossima”.
Politica estera
USA. Donald Trump ha deciso di uscire dal patto Onu sui migranti, precedentemente sostenuto con forza da Barack Obama coordinare le politiche di accoglienza e puntare verso una gestione ordinata dei flussi migratori. E’ l’ultima decisione dell’amministrazione di rottura verso ciò che è stato realizzato in passato, dopo la vicenda degli accordi sul clima e dell’Unesco. Inoltre second diverse fonti, Trump annuncerà iI riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, status proclamato dal Parlamento dello Stato ebraico nel 1980, ma non accettato dalla comunità internazionale. Il timore di reazioni c’è, tanto che il Dipartimento di Stato, secondo quanto riportato dalla Cnn, ha ricevuto istruzioni per proteggere le ambasciate Usa. Queste vicende però non distolgono l’attenzione dell’opinione pubblica dagli sviluppi del Russiagate: dopo gli ultimi tweet del presidente sul caso Flynn, la democratica Dianne Feistein, vice capo del Judiciary Committe del Senato, ha affermato che “stiamo cominciando a vedere la costruzione di un caso di ostruzione della giustizia”, cioè lo stesso reato che aveva affondato Richard Nixon.
Siria. Secondo fonti diplomatiche, Putin è deciso a ritirare buona parte delle truppe russe in Siria prima delle presidenziali di marzo. La soluzione politica per Mosca passa attraverso una transizione politica a Damasco ma il nodo da sciogliere è il ruolo di Bashar al Assad, considerato irremovibile dall’Iran. Putin d’altra parte sa bene che nelle trattative Mosca svolge un ruolo si di primaria importanza – come dimostrato dal vertice a Sochi dei presidenti di Russia, Turchia e Iran – ma deve riuscire a tenere insieme le diverse anime dell’opposizione anti-Assad. Lo scenario che si aprirebbe sarebbe però tutt’altro che roseo per la Siria: senza un accordo di pace e senza la copertura militare russa, il paese che esce dalla guerra potrebbe diventare un incubatrice ideale per un nuovo Stato islamico. Uno scenario che Mosca e Washington cercano di evitare ma che è favorito dalla rigidità dei due grandi duellanti in questi sei anni di conflitto: il campo sciita dell’Iran e quello sunnita dell’Arabia Saudita.
Economia e Finanza
Eurogruppo. Oggi pomeriggio la scelta de nuovo presidente dell’Eurogruppo che succederà all’olandese Jeroen Dijsselbloem, il cosiddetto “falco” del rigore, noto in Italia per la sua inflessibilità verso le richieste di flessibilità sui conti pubblici. Partita piuttosto aperta: il favorito è il portoghese Mario Centeno, la cui vittoria sarebbe simbolo del Sud Europa che ha rialzato la testa dopo il programma di assistenza finanziaria. Rivale è lo slovacco Kazimir, ma c’è anche il lussemburghese Pierre Gramegna, liberale e con una lunga esperienza nella diplomazia e la lettone Dana Reizniece-Ozola, che in passato si è però espressa contro l’adesione del suo Paese all’euro.
Manovra e Pa. Le misure già operative in favore delle famiglie con figli e quelle previste dal Ddl di Bilancio, approvato dal Senato e che ora passa all’esame della Camera, costeranno circa un miliardo, il 50% in meno quindi delle risorse messe a bilancio o stimate per il 2017. A far calare gli stanziamenti è soprattutto il bonus bebè, confermato dal Ddl di Bilancio ma solo per un anno, anziché per tre come è stato finora, e con importi dimezzati dal 2019. Non cambiano, invece, i destinatari dell’aiuto: sono i neogenitori con Isee fino a 25mila euro. Intanto nella tratttiva per il nuovo contratto dei dipendenti pubblici, si spinge per licenziamenti più facili per chi si renda responsabile di molestie sessuali gravi. Ma anche congedi e possibilità di trasferimento per le lavoratrici inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere.