Politica interna
Unioni civili: ieri sera il sì definitivo della Camera, le unioni civili sono legge a tutti gli effetti. L’asse della maggioranza Pd-Ncd ha tenuto grazie al supporto dei verdiniani di Ala, i Cinque Stelle hanno votato no alla fiducia e si sono astenuti sul voto finale alla legge e lo stesso ha fatto Sinistra Italiana. Esulta il premier Renzi, che parla di pagina storica per i diritti civili in Italia, ma la polemica resta alta, Matteo Salvini invita i sindaci a “disobbedire” alla legge, mentre un gruppo di parlamentari contrari al provvedimento annuncia l’avvio di una raccolta firme per un referendum abrogativo della legge. La relatrice della legge, Monica Cirinnà, annuncia che “nel prossimo Parlamento ci sarà il matrimonio egualitario per i gay”.
Csm: caso-Morosini chiuso, almeno per ora, dopo che il vicepresidente Legnini ha imposto il rinvio del dibattito pubblico sull’intervista al Foglio del magistrato, che ha manifestato la propria amarezza anche nei confronti dei colleghi togati e laici. Così il Consiglio superiore della Magistratura torna ad occuparsi delle nomine, come auspica il ministro Orlando che ha incontrato il numero due di Palazzo dei Marescialli. Ma a questo punto la battaglia per la poltrona di procuratore della Repubblica di Milano è rinviata a dopo le lezioni amministrative. Il ministro Orlando promette che il progetto di riforma del Csm sarà pronto entro l’estate e chiede ai giudici di valutare il peso delle proprie parole, evitando di schierarsi sul referendum costituzionale.
Politica estera
Primarie Usa: potrebbe nascere una alleanza fra Hillary Clinton e Bernie Sanders per mantenere i democratici alla Casa Bianca, salvando l’America dal pericolo Trump. Il senatore socialista del Vermont non ha escluso la possibilità di accettare la designazione a vice presidente, anche se l’ipotesi di un ticket presidenziale con la ex first lady ha delle contraddizioni; si tratterebbe però dell’arma più potente per impedire una trasmigrazione di voti radicali e anti-sistema da Sanders a Donald Trump. L’allarme per una simile fuga di voti è tale da giustificare le grandi manovre di avvicinamento tra i due democratici, la cui collaborazione potrebbe abituare la base radicale all’idea che i due non si odiano, anzi possono lavorare insieme per una causa comune.
Brasile: Dilma Rousseff è a un passo dalla destituzione e, a meno di sorprese, lascerà la presidenza del Brasile per 6 mesi. Nella notte il Senato ha votato sul suo processo di impeachment per confermare la sfiducia già incassata alla Camera, ed ora l’erede di Lula rischia di cedere il proprio incarico per 180 giorni al suo vice Michel Temer; in questo lasso di tempo la Rousseff dovrà metter a punto la propria difesa, sperando di sovvertire la tendenza dell’aula. L’accusa nei suoi confronti è di aver camuffato i conti dello Stato posticipando la restituzione di un prestito e approvando sei decreti fiscali senza sottoporli al giudizio del Congresso.
Economia e Finanza
Debito Pubblico: il programma di stabilità italiano inviato a Bruxelles in aprile rispetta in pieno i parametri del “braccio preventivo” del Patto di stabilità e la riduzione del rapporto debito/Pil resta uno degli obiettivi chiave della politica di bilancio del Governo, insieme alla progressiva riduzione del disavanzo. E’ il ministro Padoan ad affermarlo in una lettera inviata al vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis e al commissario agli Affari economici Moscovici, che avevano chiesto chiarimenti al Governo in una lettera del 2 maggio. La risposta del ministro dell’Economia accompagna il documento di 80 pagine del Mef in cui si mettono in fila tutti i “fattori rilevanti” che hanno influenzato la recente dinamica del debito, a partire dalla deflazione e dalla debole crescita, e che dovrebbero essere presi in considerazione nella valutazione complessiva sul rispetto o meno delle regole del Patto di stabilità.
Grecia: no al taglio del valore nominale del debito greco, sì a un tetto massimo alla spesa per interessi. L’accordo fra Atene e i suoi creditori si può definire a portata di mano. Nei contatti frenetici di queste ore fra le capitali un punto è ormai chiaro, anche questa volta il Fondo monetario internazionale resterà fuori dalla porta e non parteciperà al nuovo piano di aiuti. La richiesta avanzata da Washington di una soluzione radicale per la montagna di debiti ellenici non è nemmeno presa in considerazione, una fonte del Tesoro italiano la definisce “condivisibile in linea di principio ma non percorribile in tempi brevi”. I negoziatori della Commissione, della Banca centrale e dei partner europei lavorano ad un compromesso da suggellare entro il 24 maggio, evitando nuovi scontri di piazza ad Atene in pieno giugno, nei giorni in cui gli inglesi decideranno come votare al referendum sulla Brexit.