Politica interna
Riforma Senato – La riforma costituzionale ha superato lo scoglio più insidioso ieri, con l’approvazione dell’articolo 2, quello su cui per settimane si era consumato lo scontro tra Governo e minoranza Pd in riferimento all’elettività dei senatori. I ‘sì’ sono stati 160, con il supporto decisivo dei 10 senatori della pattuglia verdiniana di Ala, tra le cui fila continua a tenere banco il caso dei presunti gesti irriferibili del senatore Lucio Barani all’indirizzo della cinque stelle Barbara Lezzi. Domani l’ufficio di presidenza di Palazzo Madama visionerà i filmati della seduta, Barani rischia una sospensione fino a 10 giorni.
Governo – Intervistata da La Stampa, Maria Elena Boschi invita a non far diventare “un’assurda ossessione” il sostegno di Verdini sulla riforma del Senato. Il Ministro fa notare che il gruppo di fuoriusciti da Forza Italia ha semplicemente votato in coerenza con quanto fece l’intero gruppo azzurro un anno fa e reputa “fantapolitica” l’ingresso in maggioranza di Ala. Infine l’omaggio all’ex Presidente della Repubblica: “La riforma porta il mio nome ma il padre è Giorgio Napolitano”.
Politica estera
Afghanistan – Aerei statunitensi, che operavano sotto l’egida della Nato, hanno bombardato ieri un ospedale a Kunduz, di recente tornata sotto il controllo dei talebani. La struttura era però utilizzata dai volontari di Medici senza frontiere e le bombe hanno provocato una strage, con un bilancio provvisorio di 19 morti. Il Pentagono ha parlato di “errore”, ma i responsabili della Onlus sono partiti all’attacco per quella che si configura come “una grave violazione del diritto internazionale” visto che- sostengono i medici- i comandi Nato erano stati informati per tempo delle attività presenti nell’ospedale. Anche l’Onu non ha lesinato le critiche, evocando l’accusa di crimini di guerra. Intanto l’amministrazione del presidente afgano Ashraf Ghani ha rivelato che un gruppo di talebani era entrato nell’ospedale poco prima dell’attacco.
Vaticano – Alla vigilia dell’apertura del Sinodo sulla famiglia, la Chiesa è scossa dalle parole di monsignor Charamsa, noto teologo polacco e segretario aggiunto della Commissione teologica internazionale vaticana, che ha rivelato la propria omosessualità, presentando pubblicamente il compagno. A stretto giro è arrivata la reazione della Santa Sede, che ha anticipato l’estromissione di Charamsa da tutti gli incarichi, preludio alla probabile riduzione allo stato laicale. Oltre che per l’eco mondiale dello scandalo, in Vaticano l’irritazione sarebbe alta perché il coming outè considerato come “una scelta grave e irresponsabile” in quanto destinata a condizionare il Sinodo attraverso una “indebita pressione mediatica”, per citare le parole del portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi.
Economia e Finanza
Legge di Stabilità – La manovra finanziaria entra nel vivo e il Governo starebbe pensando di coprire una parte dei 27 miliardi annunciati con l’anticipo al 2016 della Digital tax. L’imposta sui profitti delle multinazionali del web potrebbe fruttare secondo le stime circa 2-3 miliardi ed è ora considerata tra le priorità, dopo che i proventi da spending review sono passati dai 10 mld del Def di aprile ai 6 mld della nota di aggiornamento appena licenziata. Mentre Palazzo Chigi e il Mef assicurano che per il 2016 le coperture sono giù interamente blindate, tra gli interventi ancora in bilico all’interno della manovra ci sarebbero il mantenimento degli sgravi contributivi del Jobs Act e l’anticipo già all’anno prossimo della riduzione dell’Ires. A tal proposito arriva però il monito del commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici: “Se Renzi taglia le tasse, deve compensare il mancato gettito con risparmi strutturali”.
Lavoro – Secondo il Centro studi di Confindustria negli ultimi tre anni i salari reali sono cresciuti più della produttività, con un +4,6% nel settore manifatturiero. L’extra costo annuo per le imprese sarebbe di ben 4,1 miliardi, ma secondo l’associazione degli industriali l’aumentato carico fiscale avrebbe reso gli aumenti salariali poco percepibili per i lavoratori.