La notizia di apertura è il vertice di Amsterdam dei ministri dell’interno dei paesi dell’Unione Europea, che ha discusso dei controlli alle frontiere esterne dell’UE e della possibilità di sospendere per due anni gli accordi di Schengen e ripristinare i controlli alle frontiere interne. Il Manifesto e Avvenire titolano invece sull’intervento al consiglio della CEI del cardinale Bagnasco, che ha ribadito la posizione della chiesa su matrimonio, famiglia e figli, Libero critica le scelte economiche del governo, il Fatto segue ancora la vicenda di Banca Etruria, e l’Osservatore Romano annuncia la visita del Papa in Svezia in occasione della commemorazione del quinto centenario della riforma protestante.
Politica interna
 
Unioni Civili – Arriva per le unioni civili il “patto d’onore”, quello che i partiti potrebbero stringere nella riunione dei capigruppo per decidere di ritirare gli emendamenti che gravano sulla legge Cirinnà prima che giunga in Senato, giovedì prossimo. Per tagliare questi emendanti (6000, 5000 solo della Lega Nord) era già pronto un emendamento “permissivo”, il cosiddetto “super canguro”, firmato dal senatore Pd Andrea Marcucci, contro il quale il leghista Centinaio voleva contrapporre sub emendamenti all’emendamento, così da neutralizzare la tagliola. Una mossa probabilmente destinata a fallire, visto che si possono sub emendare solo gli emendamenti presentati dal governo. Da qui uno spiraglio per il “patto d’onore” siglato da una telefonata fra il capogruppo Pd in Senato Luigi Zanda e Gianmarco Centinaio. Quest’ultimo si dice pronto a tagliare gli emendamenti leghisti se Zanda garantirà una “durata congrua” del dibattito in Aula, evitando strozzature. Una telefonata dello stesso tenore è stata fatta da Zanda al capogruppo di Forza Italia Paolo Romani.
 
Banche – Domani pomeriggio, al Senato, i 18 senatori verdiniani di Ala voteranno contro le mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni per mettere in mora il governo sul crac delle quattro banche “salvate” per decreto. Si tratta di un salto di qualità nella “lenta marcia di avvicinamento” degli ex forzisti di Denis Verdini verso il governo Renzi. Vincenzo D’Anna, portavoce di Ala, precisa però che non sarà questo “l’atto che ci farà entrare in maggioranza”, e aggiunge che non si tratta “di fiducia politica”.
 
Politica estera
 
Iran – Giornata ricca di appuntamenti per il leader iraniano Hassan Rouhani, che ieri in mattinata ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e in serata il premier Matteo Renzi. Rouhani ha definito la sua visita in Italia “un momento storico”, e a ragion veduta, perché non succedeva da 17 anni che il presidente dell’Iran venisse in Europa in visita ufficiale. L’Iran vuole mostrarsi come un Paese dal volto nuovo, non solo come un mercato appetibile, ma anche come modello di stabilità nel caos del Medio Oriente e come perno fondamentale per gli equilibri regionali e la lotta al terrorismo.
 
Libia – Ieri 89 dei 104 esponenti del parlamento internazionalmente riconosciuto ha bocciato l’impianto del progetto di governo unitario sponsorizzato dalle Nazioni Unite. Il motivo del rifiuto sarebbe il numero troppo elevato di membri del progettato Consiglio Unitario Presidenziale, ben 32, nonché la presenza del controverso ex ufficiale gheddafiano Khalifa Haftar, sostenuto dall’Egitto ma avversato dal governo dei Fratelli Musulmani che fa capo al parlamento di Tripoli. Del fallimento dello Stato sta approfittando l’Isis, che negli ultimi mesi ha conquistato Sirte, roccaforte delle tribù pro-Gheddafi ora decise ad allearsi con chiunque pur di conquistare il terreno perduto e vendicarsi delle milizie rivoluzionarie.
 
Economia e finanza
 
Ue – Da Bruxelles arriva un messaggio chiaro all’Italia. Il nostro Paese corre “alti rischi” a medio termine per il suo maxi debito pubblico, mentre nel breve termine il problema più serio è costituito dalla massa di crediti deteriorati delle banche. Il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan non tardano a rispondere alla Commissione europea, ribadendo la solidità dei conti pubblici e del sistema bancario italiano. Renzi sottolinea di non essere solo di fronte all’Europa: “Io so che tutta l’Italia dice sì all’Europa ma non ci sta a fare la parte di quella che paga ma non ha nulla indietro”. Ma a Bruxelles temono che non sarà facile conseguire l’avanzo primario del 2,5% del Pil dal 2017 fino al 2026, che porterebbe il debito a un livello accettabile di circa il 110% del Pil al termine del decennio considerato. Oggi a Bruxelles è atteso il ministro Padoan, che dovrà incontrare il commissario Ue per la Concorrenza, proprio per accelerare il negoziato su una soluzione sui crediti deteriorati in linea con la normativa Ue sugli aiuti di Stato.
 
Bcc – La riforma del credito cooperativo è in pole position per l’approvazione da parte del consiglio dei ministri di giovedì, nonostante qualcuno parli di slittamento in favore delle altre misure che riguardano le banche. Il testo della riforma è sostanzialmente pronto. Il sistema dovrà costituire una nuova capogruppo che eserciterà un controllo sulle 360 Bcc attraverso un patto di coesione. Quest’ultimo è un vincolo giuridico che impegna le singole Bcc ad accettare funzioni di indirizzo, coordinamento e vigilanza da parte della nuova capogruppo, senza perdere l’autonomia e la caratteristica della mutualità. Ma dovrebbe contemplare anche un sistema di garanzie incrociate tale che una parte del patrimonio di ogni Bcc possa costituire un supporto per le banche del sistema eventualmente sottocapitalizzate.