Politica interna

Elezioni, la mappa dei candidati nei collegi. Il Corriere della Sera: “Depositate le liste, si delineano le sfide nei collegi per le elezioni del 4 marzo. Nessuno dei big è sceso in campo contro il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che si presenta a Roma. A Bolzano sfida tra Maria Elena Boschi e Michaela Biancofiore. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi darà l’assalto al fortino di Luigi Di Maio a Pomigliano d’Arco. Nel collegio di Milano Bruno Tabacci affronta Cristina Rossello e Laura Boldrini”. Repubblica sul pasticcio dei candidati grillini: “Di Maio lancia l’ammiraglio Veri poi lo esclude. E si scopre che lo sfidante di Matteo Renzi a Firenze, Nicola Cecchi, avvocato figlio di uno storico esponente dc, era iscritto al Pd fino a poco tempo fa. E faceva campagna per il sì al referendum. Poi c’è il caso di Renato Scalia, ex ispettore capo della Digos a Firenze, che dal palco parla di «uno Stato che sta dalla parte dei carnefici» dicendosi «giustizialista». È candidato alla Camera a Empoli, ma ha già corso a sostegno del sindaco Dario Nardella a Firenze…” Sul fronte del Centrodestra il Corriere: anche “il centrodestra ha orientato la selezione dei candidati scegliendo la fedeltà. Berlusconi aveva dato un unico criterio alla «commissione» che poi ha redatto le liste: «Non voglio teste calde». E’ l’ora della conservazione, è l’epoca del catenaccio. Tutti si blindano in vista di uno zero a zero nelle urne che poi andrà gestito nelle Camere. Come agli altri leader, anche al Cavaliere servivano «figure di riferimento»: uomini azienda e dirigenti di partito pronti ad assecondare all’occorrenza repentini cambi di rotta. La parola d’ordine del «rinnovamento» è stata accantonata”.

Strategie. Folli su Repubblica: “Quello che non viene detto è che le larghe intese, in quanto accordo di governo Berlusconi-Renzi, rappresentano un mosaico quasi impossibile da comporre. In primo luogo, mancano al momento i numeri. La crisi del Pd, se non sarà corretta nelle prossime settimane, costituisce un fattore cruciale: un conto è discutere con Berlusconi partendo da una percentuale vicina al 27-30 (compresa la lista Bonino); altra cosa è uscire dalle urne con il 20 per cento. E sull’altro versante un conto è un Berlusconi sicuro vincitore della competizione con almeno il 20-22 dei consensi (compresi i centristi), in grado di comprimere Salvini intorno al 12 e Giorgia Meloni al 4. Tutt’altra situazione è quella che vede invece Forza Italia al 17, Salvini al 13 e Fdi al 5, come indica finora la media dei sondaggi”. Salvini intervistato da Repubblica: «Vinciamo noi e il premier lo indica la Lega. E non siamo noi a dover dare garanzie alla Ue. Sono i burocrati di Bruxelles che devono scusarsi con gli italiani. Per le quote latte e mille altre cose». “E cosa pensa che succederà se non ci saranno i numeri per governare?”, è la domanda. R.: «Gli elettori mi chiedono di vincere per applicare il mio programma. E io per serietà non chiedo i voti della Lega per portarli ad altri». “Silvio non tradirà i patti con la Lega”. Renzi intervistato dal Foglio: “Le liste? Abbiamo fatto un ottimo mix. Il candidato premier non esiste? Gentiloni ha ragione. Salvini? E’ un gran pericolo per l’economia. I principi non negoziabili per un governo? Europa, Jobs Act, no al protezionismo”. «Minoranze rispettate? Renzi non offenda l’intelligenza altrui». Andrea Orlando prende di petto Matteo Renzi (…) uno «scontro vero, reale», di una battaglia che ha portato «a quello che per noi è un atto estremo, cioè non partecipare al voto delle liste per il proprio partito». In serata Renzi invocherà lo stop alle polemiche, sottolineando che «è normale che gli esclusi esprimano la loro amarezza», ma sotto i plichi delle liste si nasconde la cancellazione degli ex Ds dalla geografia politica del Pd. Emiliano intervistato dal Corriere: «Da Renzi – prosegue – deriva perdente, lo indurremo a lasciare».

Politica estera

«Cavie umane per il diesel». Il Corriere della Sera: “Choc in Germania: tre grandi case automobilistiche, Volkswagen, Bmw e Daimler, avrebbero usato cavie umane per i test sui gas di scarico. Si facevano inalare volontariamente i gas tre ore al giorno per 4 settimane. I produttori si difendono: «Non lo sapevamo. Un fatto inaccettabile, indagheremo a fondo»”. C’è la condanna della cancelliera Angela Merkel mentre il consiglio di sorveglianza di Volkswagen ieri ha chiesto «un’indagine immediata» per individuare chi ha commissionato i test sugli animali. «Non sono in alcun modo accettabili» e i fatti «dovranno essere chiariti senza riserve», ha reagito il presidente Hans Dieter Poetsch. «Chi ha la responsabilità, ne dovrà rendere conto». Il sindacato, per voce del presidente del consiglio di fabbrica di Vw, Bernd Osterloh parla di limiti etici e morali che sono stati superati. Anche Daimler e Bmw hanno preso le distanze. «Siamo sconvolti dalla natura e dalla portata degli studi, ha affermato in una nota la casa madre di Mercedes, precisando di non aver avuto «alcuna influenza sulla progettazione degli studi», ma ha anticipato di aver già «avviato un’indagine approfondita sulla questione». Idem Bmw. Nel frattempo, potrebbe aprirsi un nuovo fronte europeo sul Dieselgate. Quasi 60 mila persone hanno già firmato per portare il gruppo di Wolfsburg davanti all’Alta Corte di Londra, in quella che potrebbe diventare una delle più grandi azioni legali nel Regno Unito. La corte inglese dovrà pronunciarsi in marzo sull’ammissibilità della causa di gruppo, simile alla class action americana.

Usa, lascia il n. 2 dell’Fbi. Il Corriere: “Andrew McCabe lascia il suo posto di vicedirettore dell’Fbi. Si metterà subito in ferie in attesa di maturare, a soli 49 anni, i requisiti del prepensionamento. L’offensiva della Casa Bianca e dei repubblicani non si è mai placata – si legge – Per un motivo molto semplice: McCabe ha rappresentato la continuità dell’Fbi dopo l’uscita di Comey, continuando a indagare con energia sul Russiagate, il sospetto di collusione tra il team di Trump e il Cremlino per danneggiare Hillary Clinton. Il presidente ha chiesto più volte il suo ridimensionamento”. Era quindi accusato di essere vicino ai democratici. Mentre Il Sole 24 Ore riferisce che “l’era delle sanzioni americane alla Russia entra in una nuova fase, destinata ad acutizzare la tensione: ubbidendo a un “pacchetto” approvato dal Congresso Usa l’estate scorsa, il Tesoro ha compilato una lista di politici, uomini d’affari ed enti parastatali vicini a Vladimir Putin. L’obiettivo sarebbe isolare dalla comunità finanziaria internazionale l’élite politico-economica russa”.

Economia e finanza

Maxicentri per l’innovazione. Oggi sul Sole 24 Ore: “Via libera al bando di gara per la costituzione dei Competence center, poli pubblico-privati di industria 4.0 che dovranno fornire alle imprese formazione, consulenza e servizi di trasferimento tecnologico. Le domande potranno essere presentate dal primo febbraio al 30 aprile. In arrivo 40 milioni di fondi pubblici e altrettanti di risorse private, ancora poco rispetto a quanto stanziano competitor come la Germania. Sono previsti contributi ai centri e ai progetti di ricerca per quattro anni”. L’analisi di Lello Naso sempre sul Sole 24 Ore: “Il bando sui Competence Center (…) proietta Industria 4.0 negli anni a venire, gli dà una natura strutturale che supera la logica stessa degli incentivi. Certo, i 40 milioni di euro previsti dal bando per l’istituzione dei poli di ricerca pubblico-privata non sono una somma risolutiva, ma l’architettura disegnata dal piano è una solida base di partenza per avviare quel dialogo tra impresa e Università che in Italia non è mai decollato. Da qui si parte per attivare un altro circolo virtuoso di investimenti e ricerca, per individuare le direttrici tecnologiche su cui si muoverà l’industria del futuro”.

Ema, l’Italia ricorre alla Corte Ue. 
Il Sole 24 Ore: “Il governo italiano è pronto a rigiocare la carta “Milano” per l’Agenzia europea del farmaco (Ema). Oggi, ultimo giorno utile, Palazzo Chigi presenterà un ricorso alla Corte di Giustizia. Determinanti sono state le dichiarazioni del direttore dell’agenzia, Guido Rasi, che in una conferenza stampa congiunta con le autorità olandesi ha messo a nudo l’inadeguatezza dell’edificio che dovrebbe ospitare in prima battuta l’agenzia. La notizia del ricorso trova conferma a Roma, a Bruxelles e a Milano. Secondo quanto si è appreso, il ricorso sarà presentato dal Governo mentre il Comune di Milano si costituirà in giudizio con una posizione autonoma. Il ricorso punta a far cadere la scelta di Amsterdam in quanto incompleta sul primo dei punti qualificanti, cioè la sede”.