Politica interna
M5S-Lega – Matteo Salvini non è disposto a essere scavalcato da Beppe Grillo su uno dei temi caldi della sua agenda politica e tra i principali su cui si sta giocando la sfida contro il Pd: l’immigrazione. In un’intervista alla “Stampa”, dichiara di essere contento che il leader del M5S abbia cominciato a copiare le sue idee in materia chiedendo più espulsioni e meno accoglienza. Salvini esclude però un’alleanza: il M5S è composto per il 90% da gente di sinistra, spiega. Tanto più che Grillo rifiuta il dialogo, temendo – afferma il numero uno della Lega Nord – di spaccare il proprio movimento. Salvini non rinuncia comunque all’idea di lanciare a Ferragosto un messaggio a tutte le opposizioni. E sempre a proposito di opposizioni, Salvini afferma di avere un ottimo rapporto con Silvio Berlusconi, anche se magari qualcuno di Fi vuole tornare al Nazareno. Dal canto loro, i grillini sembrerebbero pronti ad attaccare la Lega, con una strategia contenuta in un documento riservato sui migranti.
Senato – La minoranza dem chiude la porta aperta dal Pd con la proposta di un’elezione semidiretta al Senato per far passare la riforma costituzionale. Da una parte, i renziani – a rilasciare dichiarazioni ieri sono stati soprattutto Matteo Orfini e Debora Serracchiani – sembrano decisi ad andare avanti comunque, convinti che i ribelli del Pd non si assumeranno la responsabilità di far venire meno la fiducia politica al governo. E forti del sostegno del presidente Pietro Grasso alla modifica dell’articolo 2. Dall’altra parte, non è più così sicuro che a sostituire i voti della minoranza Pd basteranno quelli del centrodestra. Anche se non è escluso che esistano ancora dei margini di trattativa, se si replica sul Senato il “lodo Rai”.
Politica estera
Marò – Si aprirà oggi al Tribunale del mare di Amburgo il processo sul caso dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, con un’India aggressiva e un’Italia determinata a far valere le sue ragioni, come precisa la delegazione italiana. In vista del verdetto di fine mese, la partita italiana si gioca su due richieste: la sospensione delle azioni penali e il rientro definitivo dei militari. L’urgenza del ricorso al Tribunale del mare deriva dal fatto che l’arbitrato della Corte dell’Aia, chiamata dall’Italia a esprimere un giudizio di merito sulla giurisdizione indiana, rischia di durare anni.
Migranti – Da gennaio 8.497 migranti irregolari sono stati fatti rientrare dall’Italia nei Paesi d’origine, mentre non è stato possibile fare lo stesso con gli altri 9.571 perché non rintracciabili. Sono dati del Viminale, a cui si aggiunge la frequenza delle espulsioni: ogni settimana partono charter diretti in Egitto e Tunisia e una volta al mese in Nigeria, mentre si stanno avviando negoziati per gestire i flussi anche con Costa d’Avorio, Senegal, Ghana, Bangladesh e Pakistan. Intanto, sul fronte comunitario, Berlino si prepara ad ampliare la lista dei Paesi considerati non a rischio per i rimpatri, soprattutto nei Balcani. Anche se è uno studio governativo stesso ad affermare che la Germania rischia il collasso del suo stato sociale se non accoglierà ogni anno tra i 300 e i 500mila migranti.
Economia e Finanza
Legge di Stabilità – Per favorire la ripresa, il Tesoro e Palazzo Chigi stanno studiando quattro mosse da inserire nella Legge di Stabilità da 33 miliardi che va presentata entro settembre: la riforma delle pensioni, l’abolizione dell’lmu, uno sconto da Bruxelles di almeno lo 0,5% del Pil e il rinvio di un anno del pareggio di Bilancio. Per trovare le coperture utili, tra l’altro, a eliminare la tassa sulla prima casa, evitare l’aumento dell’Iva, lanciare nuovi investimenti ed eventualmente introdurre il reddito minimo garantito, si punta soprattutto a tagliare la spesa pubblica, rendere più flessibile il sistema previdenziale nonché rinnovare il “bonus” già concesso dall’Unione europea per i conti 2015. Per il rilancio dell’occupazione, invece, si pensa al taglio di tre punti dei contributi sociali e alla decontribuzione per chi assume al Sud.
Grecia – In vista del voto tedesco sul nuovo piano di salvataggio della Grecia, cresce la tensione nel partito della cancelliera Angela Merkel. Il capo della Cdu/Csu al Parlamento tedesco Volker Kauder ha minacciato di buttare fuori dalle commissioni i deputati democristiani che volessero votare no come già successo un mese fa. L’avvertimento è diretto a una componente del partito vicina al ministro delle Finanze Wolfgang Schäeuble. La Finlandia ha ribadito la sua intenzione di non partecipare al salvataggio, ma il suo voto non comprometterebbe l’operazione. Intanto il timing sperato da Atene si fa sempre più serrato: già domani l’approvazione del pacchetto di riforme in Parlamento, il via libera dell’Eurogruppo verso la fine della settimana e quello degli Stati membri entro il 20 agosto, quando la Grecia dovrà restituire 3,2 miliardi alla Bce.