Politica interna
Taglio indennità: Come previsto la proposta di legge presentata da Roberta Lombardi (M5S) per dimezzare le indennità dei parlamentari è stata rinviata in commissione. La maggioranza ha votato in modo compatto alla proposta del deputato Lorenzo Dellai, ottenendo 109 voti di scarto. Con il M5S si sono invece schierati Fi, Lega e Fdi. Presente in aula anche Beppe Grillo, preparatosi a movimentare la piazza dopo il voto ma tornato sui suoi passi dopo aver constatato una scarsa partecipazione, con solo 150 attivisti presenti. A presenziare quindi i deputati M5S, con uno scatenato Alessandro Di Battista nel ruolo di megafonista che ha arringato la folla. In chiusura di giornata Alessandra Morani (Pd) ha raccontato di essere stata importunata da un militante sopra le righe che le ha chiesto con insistenza: “ti sei dimezzata lo stipendio?”.
M5S: Mancano poche ore prima che si chiudano le votazioni per validare il nuovo statuto del M5S ma i numeri continuano a preoccupare i vertici. Ecco perché ieri Davide Casaleggio è entrato in campo in prima persona con un post sul blog per invitare gli iscritti pentastellati a esprimere la propria preferenza così da raggiungere la cifra fissata dal codice civile di 100mila voti, il 75% degli iscritti, e rendere valida l’approvazione del nuovo statuto. Casaleggio ha avvertito che con il voto “si decide che direzione prenderà il Movimento dal punto di vista organizzativo”. Con la scadenza alle 21 di stasera il raggiungimento del quorum sembrerebbe comunque compromesso. Casaleggio e Beppe Grillo avrebbero quindi un piano di riserva: presentarsi nelle sedi competenti con numeri importanti, anche se sotto il 75%, per far valere le proprie ragioni. Il mancato obiettivo potrebbe però riaprire alcune ferite, a partire dai malumori interni per l’imposizione dall’alto delle modifiche allo statuto per arrivare agli espulsi dal Movimento che potrebbero cogliere l’occasione per alzare nuovamente la voce.
Politica estera
Migranti: Gli abitanti di Gorino hanno vinto la loro battaglia. Le dodici donne profughe, di cui una incinta di otto mesi, che lunedì sera dovevano essere ospitate in un ostello di questa frazione in provincia di Ferrara sono state ricollocate in altri paesi. Sono state create delle barricate per evitare che le donne entrassero a Gorino e dopo la decisione di trovare un’altra sistemazione, gli abitanti che si sono opposti hanno festeggiato. Il sindaco di Goro Diego Viviani ha voluto difendere il proprio comune, dichiarando all’assemblea pubblica di non “condannare la nostra comunità, che non merita di essere definita razzista”, poiché “noi siamo un altro tipo di paese”. Tra i protagonisti che hanno partecipato al ricollocamento d’emergenza delle donne vi è stato il sindaco di Ferrara e presidente della Provincia Tiziano Tagliani che, parlando del “male che sta facendo la nostra politica”, ha attaccato la Lega Nord perché da mesi “picchia su questo tema e agita la popolazione locale”.
Stati Uniti: In un’intervista a Repubblica il capo dei servizi di intelligence Usa (comprese le agenzie NSA, Cia, Fbi) si è espresso sull’Europa parlando di una “schizofrenia su profughi e terrorismo”, riferendosi agli atteggiamenti poco definiti del Vecchio Continente su apertura delle frontiere e libera circolazione di merci e persone. Da parte dell’Europa ci sarebbe ultimamente anche una certa diffidenza verso gli Usa secondo Clapper, causata principalmente dalle rivelazioni di Edward Snowden su Nsa e controlli americani. Inevitabile un commento su Russia e Putin, che starebbe “tornando indietro ai tempi dello zar” e vorrebbe il ritorno della “Grande Russia”. Clapper sospetta che Mosca sia coinvolta nei recenti cyber attacchi subiti dagli Stati Uniti, frenando però sulle possibili reazioni nei confronti di Mosca. Queste potrebbero portare infatti a un’escalation con “rischi alti, vista la nostra enorme dipendenza da Internet”. A proposito della Rete, Clapper ammette la scopertura del tallone d’Achille americano poiché “quando Internet vide la nascita, le considerazioni di sicurezza nazionale non fecero parte della sua architettura originaria”, proponendo una discussione per l’adozione di regole internazionali per far fronte ai problemi di cyber sicurezza. Clapper commenta infine anche la situazione in Siria, giudicando rischiosa una fly zone per i corridoi umanitari a causa di possibili interventi da parte della Russia.
Economia e Finanza
Lettera dall’Ue: In serata è finalmente arrivata la lettera dalla Commissione Ue indirizzata al governo, contenente diverse osservazioni fattuali sulla legge di Bilancio. Nel testo si insiste sull’andamento del deficit strutturale, si ricordano all’Italia gli impegni presi a maggio e si sollevano dubbi sulle spese per le circostanze eccezionali, migranti e terremoto. Dura la replica del premier Renzi che a Porta a Porta ha dichiarato : “se l’Ue vuole abbassare le spese per i migranti in Italia, noi abbassiamo le spese. Aprano le porte e noi abbassiamo le spese. Invece della bocca aprano il portafogli”. Oltre alle affermazioni provocatorie, il premier ha inoltre minacciato di porre il veto sul bilancio Ue. L’Italia avrà ora 48 ore per rispondere alla missiva, chiarendo i dubbi della Commissione soprattutto per quanto riguarda il deficit strutturale previsto per il 2017, passato dalle richieste europee di -0,6% del Pil a un +0,4%. Sarebbe questo il problema più pressante, al di là della differenza nel deficit nominale dello 0,1% enunciato nella legge di Bilancio. Il ministro Padoan ha comunque assicurato che la manovra non cambierà e che il suo ritardo è dovuto non a modifiche ma ad alcune “novità tecniche”.
Mario Draghi: “L’allentamento monetario non aumenta le diseguaglianze”. La difesa di Draghi sulla politica attuata nell’ultimo periodo dalla Bce è perentoria e assume ancora più valore provenendo da Berlino, la cui nazione è tra i maggiori oppositori del quantitative easing. Il presidente Bce ha quindi smentito che le risorse vengano redistribuite dai Paesi più forti a quelli più deboli, sostenendo che “la politica monetaria sta funzionando come previsto: spingendo consumi e creando posti di lavoro” e sottolineando i guadagni per governo e imprese tedesche e anche per le famiglie della Germania, anche se contenuti. L’unico settore ad aver risentito sensibilmente delle mosse di Draghi è stato quello finanziario. Secondo l’ex governatore di Bankitalia “i bassi tassi d’interesse non sono la nuova normalità, ma ne usciremo solo una volta che avremo raggiunto l’obiettivo in modo sostenibile”, cioè un ambiente economico più stabile e improntato alla crescita. E’ stato quindi ulteriormente allontanato un ritorno della politica monetaria della Bce a uno status pre-crisi in tempi brevi. Per velocizzare questo processo saranno necessarie politiche fiscali e riforme strutturali a cui dovranno aggiungersi maggiori investimenti pubblici per aumentare la produttività.