Politica interna
Riforme: mezzo milione di emendamenti in commissione Affari costituzionali, addirittura sei milioni e mezzo in Aula; la Lega lancia una grande campagna ostruzionistica per rallentare o affossare il ddl Boschi. Il paradosso però è che per il governo il vero pericolo arriva dalle poche ma mirate proposte depositate dalla minoranza del Pd. Una in particolare, quella sul Senato elettivo, colpisce le fondamenta della riforma; facile prevedere che, oltre che dai ribelli dem, possa essere appoggiata anche dalle opposizioni. La stima di voti a favore dell’elettività a Palazzo Madama, secondo un calcolo dei dissidenti Pd, sarebbe di 170, mentre per far passare il ritocco e mettere in crisi l’unità dei Democratici ne basterebbero 160. Il leader dem Vannino Chiti non manca di sottolineare questo dato politico, e parla di “condizioni per un’intesa più ampia”, mentre il Governo sembra deciso ad andare avanti senza ripensamenti e secondo Renzi non è possibile che inciampi. Tutto è comunque rimandato ai primi di settembre, quando in commissione riprenderà l’esame del testo.
Rai: non perdono tempo i nuovi vertici della televisione pubblica, che hanno convocato per il 2 settembre il consiglio di amministrazione.Già messi nero su bianco e blindati i nomi dei due vice direttori generali, Leone e De Siervo, si profilano sorprese sui tre direttori di rete che saranno nominati nel corso del cda. Il Direttore Generale Dall’Orto ha già dichiarato che la nuova Rai, pur seguendo le linee della riforma varata dal suo predecessore Gubitosi, dovrà cambiare ed essere in grado di competere ed affrontare le nuove sfide come quella di Netflix, ma non ha dimenticato di sottolineare che suo compito sarà anche quello di guardare alla situazione delle casse della Tv di Stato. Dopo l’incontro con l’ex cda per il cambio della guardia Maggioni e Dall’Orto si sono chiusi in una stanza al settimo piano di Viale Mazzini, per dare forma a nuovi palinsesti e per rinverdire volti e linguaggi della televisione pubblica; circola con insistenza il nome di Renzo Arbore, considerato uomo di qualità funzionale alla Rai.
Politica estera
Primarie Usa: a sorpresa Marco Rubio, concorrente di mezza classifica nel campionato della nomination repubblicana per la Casa Bianca, si è aggiudicato il primo round della lunga gara, il dibattito televisivo di ieri a Cleveland. Il giovane senatore della Florida è apparso fresco e determinato, credibile e pungente quando ha attaccato Hillary Clinton. Donald Trump, che i sondaggi danno attualmente in testa fra i canditati del Grand Old Party, ha puntato sul solito cliché del duro, usando un linguaggio ruvido ed a volte anche offensivo, convinto di poter governare usando le sue doti di imprenditore, ma è scivolato nelle risposte a domande sempre più incalzanti, soprattutto da parte dell’unica giornalista donna scelta dalla Fox per condurre il dibattito insieme a due colleghi. Piatti gli interventi di Jeb Bush e di Scott Walker, i due concorrenti diretti di Trump che lo seguono nei sondaggi. Ma c’è tempo per recuperare, la stagione ufficiale inizierà solo a febbraio nell’Iowa.
Papa Francesco: mentre da Frontex e dal Viminale arrivano dati record sugli sbarchi in Italia, che sarebbero centomila dall’inizio dell’anno, il Pontefice, ricevendo i giovani del Movimento eucaristico, invoca accoglienza per i migranti. Tensioni e conflitti si risolvono con il dialogo ed il rispetto delle identità, mentre respingere “significa uccidere”; un chiaro monito del Papa a distinguere la vera pace da quella superficiale. Riferendosi ai Rohingya, respinti da Birmania, Thailandia, Malesia e Indonesia Bergoglio ha sottolineato che “questo è un conflitto non risolto, si chiama guerra, violenza, uccidere”.
Economia e Finanza
Mezzogiorno: nella direzione agostana del Pd Renzi ha provato a chiarire, pur senza mai citarlo, la polemica sorta negli scorsi giorni con Roberto Saviano dopo la presentazione del rapporto Svimez, per poi introdurre la sua road map mirata al rilancio del meridione. Come d’abitudine tempi stretti, già nella legge di stabilità di settembre il premier vorrebbe inserire un programma operativo definito; per realizzarlo sono previsti tre step, un seminario istituzionale cui far seguire il masterplan che alla fine approderà in Parlamento. Renzi concorda con il presidente calabrese Oliverio, che chiede una task force coordinata da Palazzo Chigi con i governatori del Sud per non perdere l’occasione dei fondi strutturali europei; sottolinea comunque come anche al Sud si vedano i primi dati positivi, anche se ancora del tutto insufficienti, ma il cui merito va in gran parte al suo governo.
Petrolio: il brent scende fino a 48,55 dollari al barile e si riavvicina ai livelli del 2009; in un mese e mezzo ha perso circa 10 dollari a barile, rispetto ad un anno fa il prezzo si è dimezzato. Diversamente dal passato la causa principale della caduta del greggio è la finanza, in particolare quella americana. Enorme, nell’ultimo anno, la quantità di capitali finita nei futures, sull’entusiasmo per le nuove società che lavoravano nel settore della fratturazione assistita, il fracking. Oggi, con prezzi dimezzati, il mercato si chiede se sia stata una bolla, mentre il costo marginale del brent american, un anno fa variabile fra i 70 ed i 100 dollari, oggi è sceso a 30 dollari. Dal 2008 la produzione è salita di 4 milioni di barili al giorno, ma le condizioni finanziarie dei frackers stanno diventando sempre più precarie, l’accesso al credito quasi proibitivo ed il ricorso al Chapter 11 per evitare la bancarotta sempre più elevato.