Politica interna
Italicum – Nuovo strappo sulla riforma elettorale all’indomani della sostituzione dei “ribelli” Pd in commissione Affari costituzionali alla Camera (atto che Bersani ha definito «una grave forzatura»). Ieri le opposizioni hanno scelto l’Aventino e abbandonato i lavori della commissione, rinviando di fatto la battaglia in Aula, dove la legge elettorale approderà lunedì prossimo. Ma il premier Renzi mantiene la sua linea: nessuna palude, dice, si va avanti su tutto. E sulla riforma potrebbe chiedere la fiducia. Intanto, all’interno dei democratici, scoppia una nuova polemica: tra gli invitati alla Festa dell’Unità di Bologna non ci sono i leader della minoranza di sinistra.
Forza Italia – Il ritorno in campo di Silvio Berlusconi si formalizzerà oggi con la partecipazione alla riunione dei gruppi parlamentari azzurri, primo atto ufficiale del suo nuovo corso politico. Intanto, con Arturo Diaconale, l’ex premier ieri ha stilato delle liste “vittime della giustizia” da presentare almeno in Liguria e in Campania in vista delle Regionali di fine maggio. E se sul fronte alleanze la situazione con Ncd è sempre tesa, le cose non vanno meglio sul fronte interno. I verdiniani, che vorrebbero riallacciare il patto del Nazareno, sono sempre più vicini allo strappo e in Puglia continua lo scontro con i fittiani, acuito dal no degli azzurri allo proposta della Meloni di fare, domenica prossima, delle primarie per scegliere il candidato tra Schittulli e Poli Bortone.
Politica estera
Emergenza immigrazione – Dopo l’ultima strage di migranti nel Mediterraneo, l’Europa apre a un’operazione civile e militare internazionale per distruggere le imbarcazioni degli scafisti in Libia assieme a tutta la struttura di comando e controllo dei nuovi schiavisti. Intanto il premier Renzi anticipa su Facebook il cuore dell’informativa sul problema migranti che terrà oggi in Parlamento: oltre alla distruzione dei barconi, c’è il raddoppio di Triton e la ricollocazione di emergenza condivisa tra tutti i Paesi. Intervistato da La Stampa, il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos dice: «Abbiamo dichiarato guerra ai trafficanti di esseri umani». La soluzione è «prendere spunto da operazioni come Atalanta», la missione navale inviata nel Mar Rosso per fermare i pirati.
Egitto – La Corte d’Assise del Cairo ha condannato a vent’anni di carcere il deposto presidente Mohamed Morsi e altri 14 imputati dei Fratelli Musulmani per la morte di 11 manifestanti durante i disordini del 2012. La sentenza conferma l’intenzione dell’attuale governo del generale al Sisi di puntare alla cancellazione politica dell’opposizione islamista. Anche se a Morsi poteva andare molto peggio (sulla carta rischiava la pena di morte per omicidio premeditato), il portavoce dei Fratelli Musulmani ha definito il verdetto una farsa, mentre Amnesty International parla di «vergogna giuridica» che cancella le poche speranze di imparzialità del sistema giuridico egiziano.
Economia e Finanza
Grecia – Alexis Tsipras e Angela Merkel si incontreranno domani, al margine del Consiglio europeo straordinario sull’immigrazione, per provare a sbloccare i negoziati tra Atene e i creditori. Al centro del faccia a faccia dovrebbe esserci il piano di riforme greco. Secondo una fonte vicina al dossier, Tsipras, vista la drammatica situazione in cui versano le casse dello Stato, sarebbe intenzionato a cambiare completamente strategia. Il premier vorrebbe saltare il passaggio intermedio della mini agenda di riforme in cambio del prestito-ponte e negoziare direttamente il terzo pacchetto di aiuti da almeno 30 miliardi di euro che avrebbe dovuto trattare entro l’estate. Ieri Jean-Claude Juncker ha ammesso che qualcosa si sta muovendo, ma le scadenze si avvicinano ed è difficile immaginare una soluzione già nei prossimi giorni.
Def – Tutti gli occhi sono puntati sul famoso tesoretto da 1,6 miliardi che però, come sottolinea l’Ufficio parlamentare di bilancio, è frutto di previsioni, per cui, prima di pensare a come spenderlo, sarebbe meglio aspettare di avere i soldi in cassa per evitare squilibri futuri dei conti. Renzi vorrebbe destinarlo alla spesa sociale e il ministro dell’Economia Padoan lo considera una dote per le riforme. Ma Bankitalia e la Corte dei Conti, seppur non dubitino che alla fine il bonus salterà fuori, gelano i piani del governo: secondo i due istituti, il tesoretto andrebbe utilizzato per accelerare il riequilibrio della finanza pubblica.