Politica interna
Italicum – Via libera da Forza Italia all’emendamento che riduce alla sola Camera la validità dell’Italicum. E via libera del Pd al ritiro di tutti gli emendamenti, a parte quello sulla parità di genere. Il percorso della legge elettorale sembrerebbe in discesa, ma non tutte le difficoltà sono superate: lo dimostra l’ennesimo slittamento dell’esame degli emendamenti che dovrebbe cominciare, se tutto va bene, oggi. E lo dimostra la posizione di Scelta civica, che chiede un vertice di maggioranza. Il premier Matteo Renzi però si dice ottimista e dichiara: “È un importante passo avanti, una rivoluzione. Venerdì la portiamo a casa”. Ma cosa succederebbe se l’Italicum fosse approvato solo alla Camera? Spiega Renzi: “Il fatto che il Senato abbia o no la norma elettorale, nel momento in cui abbiamo deciso di superare il Senato, è un fatto secondario, da addetti ai lavori”. Nel frattempo si potrebbe votare? Tecnicamente sì ed è quello che potrebbe aver convinto Berlusconi, oltre al rischio di rimanere isolato: si andrebbe al voto con l’Italicum alla Camera e con il Consultellum (il sistema risultante dagli interventi della Coste Costituzionale sul Porcellum) al Senato.
Renzi – Matteo Renzi adotta un approccio pragmatico e spiega così ai suoi il via libera alla legge elettorale: “Con il voto segreto c’era il concreto rischio che impallinassero l’Italicum. Quindi dovevamo per forza fare questo cambiamento. Nel contempo non potevamo rompere con Berlusconi perché i patti vanno mantenuti, e ci siamo riusciti. L’importante è ottenere la riforma entro tempi certi”. Quanto all’abolizione del Senato “quello è un risultato che vogliamo ottenere a tutti i costi”. Ma si tratta di un obiettivo di lunga durata. C’è un altro traguardo da tagliare, già la settimana prossima, in Consiglio dei ministri: lo sblocco di 90 miliardi per i debiti della Pubblica amministrazione. Quindi toccherà al “Jobs act” e al taglio dell’Irap. Il compromesso di limitare alla sola Camera la nuova legge elettorale non è piaciuto a tutti nel Pd: per Paolo Gentiloni si tratta di “un colossale errore politico”. Pippo Civati ha sparato a zero, e Sandra Zampa non ha risparmiato critiche.
Berlusconi – I fedelissimi vicini a Berlusconi descrivono un Cavaliere “irritato”, “deluso”, molto “inquieto” per quella che ritiene come una violazione profonda del patto che aveva sottoscritto con Matteo Renzi. Ma anche conscio che la soluzione di una legge elettorale valida solo per la Camera rappresenta “il minore dei mali”, perché tutte le altre “avrebbero creato problemi maggiori”. Quasi quattro ore di vertice a Palazzo Grazioli con tutto lo stato maggiore di Forza Italia sono servite a mettere a punto una linea che dovrebbe servire a confermare l’immagine appena conquistata di “padre delle riforme” del Cavaliere. L’immagine di un leader che, pur subendo una sorta d’ingiustizia, non si mette di traverso, che rinuncia alla possibilità di una legge immediatamente applicabile pur di favorire il processo riformatore del Paese. Un atteggiamento che gli porterà benefici sia sul piano della credibilità personale, che su quelli più concreti del destino giudiziario che lo attende a breve e di quello delle sue aziende.
M5S – I dissidenti Cinque Stelle daranno vita al Senato a una costola autonoma, “un nuovo gruppo politico”, come spiega alle Iene Show Lorenzo Battista. Battista è alla ricerca, insieme ai suoi colleghi, di “un’identità come gruppo”. I tempi dell’operazione non sono ancora stabiliti: “Ci sarà un imprecisato numero di riunioni”, risponde laconicamente il senatore. Nella nuova formazione politica non entreranno parlamentari di altri partiti e non si faranno alleanze con Giuseppe Civati. Per Battista il nuovo gruppo sarà “più democratico” rispetto al M5S: “Non ci sarà alcun leader e tutti potranno esprimere il loro pensiero liberamente”.
Politica estera
Ucraina – Mentre le potenze occidentali, Stati Uniti e Germania in primis, non mancano di sottolineare come Putin sia un leader che “abita in un altro mondo”, il leader del Cremlino parla in pubblico per rivendicare l’”assoluta legittimità” delle sue iniziative contro l’Ucraina. Per ora l’intervento russo in Crimea, la regione che formalmente appartiene a Kiev, ha visto la presenza solo “ufficiosa” delle forze militari di Mosca (in un primo momento Putin aveva addirittura negato l’intervento dei militari sul territorio), ma se ci saranno ritorsioni contro i russofoni da parte del governo arrivato al potere a Kiev con un “golpe anticostituzionale”, allora la presenza dei militari sovietici potrebbe essere ufficializzata. Secondo Putin l’unico presidente legittimo del Ucraina resta Viktor Yanukovich, nonostante sia stato “uno sciocco” e abbia perso “un futuro politico”.
Egitto – L’Egitto mette fuori legge Hamas con una decisione che preannuncia un’escalation di misure punitive nei confronti del movimento palestinese fondamentalista al governo della Striscia di Gaza. La decisione arriva sotto forma di sentenza da parte del tribunale del Cairo, secondo il quale Hamas è “un’espressione politica riconducibile ai Fratelli Musulmani” che sono stati equiparati a un’organizzazione terroristica dopo il rovesciamento in luglio del presidente Morsi. La reazione di Hamas arriva dal portavoce Sami Abu Zuhri, che da Gaza denuncia “una decisione destinata a danneggiare l’immagine dell’Egitto agli occhi dei palestinesi” perché “indebolisce la resistenza contro Israele”.
Economia e Finanza
Fisco – Il testo del decreto “salva-Roma” consente ai Comuni di aumentare ulteriormente fino allo 0,8 per mille le aliquote Tasi “a condizione che siano finanziate detrazioni d’imposta o altre misure relative alle abitazioni principali e alle unità immobiliari a esse equiparate” tali da generare effetti equivalenti a quelli dell’Imu. Nella sostanza il maxi aumento serve a finanziare un contributo a favore dei Comuni di 625 milioni di euro per il 2014. Il finanziamento delle detrazioni si rivela una maschera: il decreto continua a foraggiare la spesa corrente dei sindaci evitando, per quanto possibile, situazioni di dissesto finanziario. Confermata l’esenzione della Tasi per tutti “i fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto”. La Santa Sede non sarà tenuta al versamento dell’imposta per gli immobili di proprietà indicati nei Patti Lateranensi.
Padoan – Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si mostra fiducioso sul futuro del Paese: è giunta l’ora della “riscossa”. Le riforme in cantiere, destinate a risollevare le sorti dell’Italia, diventeranno ancora più urgenti se, come rilevano alcune fonti europee, la Commissione inserirà oggi l’Italia tra i paesi con “squilibri macro-economici eccessivi” che mettono a repentaglio l’intera zona euro. L’avvio di una procedura con il rischio di multe è per ora improbabile, ma il giudizio del commissario agli Affari economici, Olli Rehn, potrebbe costringere l’Italia ad adottare dolorose misure per ridurre il suo enorme debito pubblico e rilanciare una competitività allo stremo.