Riforma della scuola – Nulla di fatto nell’incontro tra sindacati e governo sul ddl scuola. I leader delle organizzazioni degli insegnanti hanno bocciato gli emendamenti che sono stati votati in commissione alla Camera perché non risolvono i nodi principali della questione, il merito e i poteri dei presidi. Si fa così più concreta, in segno di protesta, l’ipotesi di uno sciopero e di un blocco degli scrutini di fine anno. Il dialogo però rimane aperto: è lo stesso premier Renzi a non volerlo interrompere. Ieri intanto si è registrato un record di astensioni, di studenti e insegnanti, ai test di valutazione Invalsi alle superiori.
Il centrosinistra – Duro scontro fra il premier e la minoranza Pd. Intervistato da Repubblica Tv, Matteo Renzi ha detto, riferendosi anche alle recenti elezioni in Gran Bretagna: «In tutta Europa c’è una sinistra riformista e una sinistra masochista. La sinistra riformista è quella che prova a vincere». In vista delle prossime Regionali, il presidente del Consiglio ha sfidato i dissidenti dem invitando gli elettori a scegliere il “voto utile”, mentre ha preso le distanze da alcuni candidati “impresentabili” della lista campana pro De Luca. Secco il commento su Stefano Fassina che, seguendo la strada di Pippo Civati, sarebbe pronto a dare l’addio al partito: se decide di andarsene, ha dichiarato Renzi, è un problema suo.
Il centrodestra – Dopo la valanga trentina, la dirigenza di Forza Italia è allo sbando. La frattura con i fittiani, che doveva consumarsi dopo il voto del 31 maggio, ora sembra imminente. Raffaele Fitto è pronto ad annunciare la nascita di “Oltre”, il suo nuovo soggetto politico, e l’uscita dal gruppo forzista. Più cauto invece Denis Verdini, che rimanda l’operazione a dopo le Regionali. Dal canto suo, Berlusconi pare disinteressato alle beghe del ribelle pugliese e rilancia il progetto del partito unico. Nel Carroccio è scontro tra Roberto Maroni e Matteo Salvini, dopo l’apertura del governatore lombardo al reddito di cittadinanza.
Politica estera
Emergenza migranti – L’agenda europea sull’immigrazione arriva oggi al tavolo della Commissione Ue. Se le anticipazioni saranno confermate, per l’Italia sarà il primo successo nel negoziato sulle quote di migranti da distribuire nell’Unione. Secondo il piano Juncker, il nostro Paese dovrà garantire una percentuale di accoglienza pari all’11,84, e sarebbe così già “in credito”. In via di definizione anche l’elenco dei nuovi centri di smistamento dei migranti che comprenderebbe Taranto, Augusta, Pozzallo, Porto Empedocle, Lampedusa, San Giuliano e Civitavecchia. In discussione all’Onu anche una missione anti-trafficanti a guida italiana, che 10 Paesi sono pronti a sottoscrivere.
Incontro Kerry-Putin – Dopo mesi di tensioni a causa della crisi tra Mosca e Kiev, la visita del segretario di Stato americano alla dacia del leader russo rappresenta un nuovo inizio. I due hanno discusso della delicata questione ucraina e Kerry è tornato a proporre lo schieramento di una forza di peacekeeping per vigilare sulla fragile tregua. Opzione sulla quale Putin non è d’accordo ma su cui ha ammesso si può discutere. Sul tavolo dell’incontro anche il dossier sul nucleare iraniano e la questione del sostegno russo al presidente siriano Bashar al Assad.
Economia e Finanza
Pensioni – Arriverà venerdì o al più tardi martedì prossimo il decreto legge per l’applicazione della sentenza della Consulta sulla riforma Fornero. Previsti rimborsi a scalare per fasce fino a un tetto compreso tra 2.500 e 3.500 euro lordi mensili, per un totale di 3-3,5 miliardi. Per trovare i fondi necessari, si farà ricorso a un mix di coperture: al tesoretto indicato nel Documento di economia e finanza, si aggiungeranno contributi provenienti dalla revisione della spesa pubblica. È molto probabile che il rimborso venga azzerato sopra la soglia dei 3.500 euro, con l’ipotesi di sostituirlo con un contributo di solidarietà. Sul tavolo del governo anche una penalizzazione per chi, a parità di assegno, ha meno anni di contributi.
Grecia – Atene, in crisi di liquidità, ha usato le proprie riserve obbligatorie presso il Fondo monetario per rimborsare allo stesso Fmi la rata da 750 milioni in scadenza ieri. L’istituto guidato da Christine Lagarde ha autorizzato l’operazione, avvertendo però che le riserve andranno ricostituite nelle prossime settimane. Intanto, un po’ di ossigeno alla Grecia di Alexis Tsipras arriva da Francoforte: la Bce ha deciso di alzare a 80 miliardi il tetto di liquidità di emergenza a disposizione delle banche elleniche, in pratica l’ultimo canale di finanziamento rimasto ad Atene.