Politica interna
Renzi: legge elettorale e riforma del lavoro, la tabella di marcia segnata dal neo segretario del Pd si fa sempre più stringente ed il pressing sul governo ogni giorno più forte. Renzi ha incontrato ieri a pranzo l’ex premier Monti con il quale ha parlato di riforma elettorale, ma ha anche portato avanti il Job Act che dovrebbe essere presentato fra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima. Secondo il sindaco di Firenze il piano speciale che il Pd sta mettendo a punto per il lavoro, ancora top secret, ha “l’urgenza di creare nuova occupazione”; non si tratterà in ogni caso di una discussione limitata all’articolo 18, ma di un insieme di regole per chi fa impresa, affinché possa essere messo in condizione di far bene la propria attività, qualcosa di concreto per cominciare a “dare garanzie a chi non ne ha”. Per la riforma elettorale è il momento delle consultazioni, Renzi non sembra disposto ad accettare diktat e risponde “no” a Berlusconi che dice ok a nuove regole ma in cambio del voto a maggio, ma circolano voci su un prossimo incontro tra il segretario del Pd ed il leader di Forza Italia. Anche per Alfano, che ha dato disponibilità su uno dei tre modelli di legge proposti dal Pd, c’è un messaggio: “Vediamo i numeri e alla fine del percorso decidiamo tutti insieme quale è la soluzione migliore”.
Droghe: la miccia del dibattito si è accesa nel partito più insospettabile, la Lega, all’interno della quale l’assessore lombardo Fava non è rimasto solo nella proposta di legalizzare l’uso della cannabis; al suo fianco è sceso il deputato Gianluca Pini, che ha chiesto la revisione della legge Fini-Giovanardi. Il segretario Salvini è intervenuto via Tweet cercando di chiudere il dibattito con l’affermazione che “se la Lega deve pensare ad una liberalizzazione questa sarà per la prostituzione, non certo per la cannabis”. Ma nel Paese si è ricominciato a discutere, Renzi ha proposto di avanzare per gradi, partendo con le modifiche alla Fini-Giovanardi e con la reintroduzione della distinzione tra droghe pesanti e leggere; Nichi Vendola si è apertamente dichiarato contrario al proibizionismo proponendo l’abolizione della legge Fini-Giovanardi, giudicata “sbagliata, feroce, inefficace”. Veemente la replica del vice presidente del Senato di Forza Italia Pdl, Maurizio Gasparri, che si è detto “sconcertato” dalle iniziative antiproibizioniste che andrebbero contro “l’evidenza scientifica ed il buon senso”. Il senatore Manconi ha presentato ieri un disegno di legge “in materia di coltivazione e cessione della cannabis e dei suoi derivati”.
Politica estera
Siria: i primi nove contenitori con una parte degli agenti tossici più pericolosi dell’arsenale chimico siriano sono stati caricati ieri su una nave danese nel porto di Latakia. Si tratta del primo passo nel piano di trasferimento messo a punto da russi e americani; le operazioni di carico potrebbero richiedere diversi giorni, poi l’imbarcazione danese si dirigerà, opportunamente scortata, verso un porto italiano dove le armi chimiche saranno trasferite sulla nave americana “Cape Ray”, che a sua volta dirigerà su acque internazionali, dove avverrà la neutralizzazione grazie agli strumenti presenti a bordo. Non è ancora certo quale sarà il porto italiano di transito, seconda l’Ansa sarebbe Brindisi, il cui Comune ha già espresso la propria opposizione, altre voci parlano della Sardegna, e anche qui il presidente della Regione Cappellacci ha manifestato netto dissenso. Il ministro degli Esteri Bonino ha chiesto di evitare polemiche strumentali, chiedendo alle forze politiche di “comportarsi con il rispetto e il decoro di un Paese che ha fortemente voluto la distruzione delle armi chimiche”.
Spagna: è una caduta inarrestabile quella della monarchia spagnola, come mai prima d’ora il trono di re Juan Carlos sembra essere meno saldo, colpito da scandali e inchieste giudiziarie che hanno portato il consenso popolare nei confronti del sovrano ai minimi storici. Ieri il giudice che istruisce il caso Nòos ha indagato per la seconda volta l’Infanta Cristina de Borbon y Grecia, secondogenita del re, convocandola in tribunale per l’8 marzo prossimo; se il magistrato deciderà di rinviarla a giudizio rischia fino a 10 anni di prigione per frode fiscale e riciclaggio. Ma la crisi della monarchia dello stato iberico è legata anche alle condizioni di salute di Juan Carlos, 76 anni, per il quale si è tornati a parlare di abdicazione, mentre c’è chi chiede un referendum per il ritorno alla Repubblica; un sondaggio ha recentemente rivelato che, per la prima volta, il 55,2% degli spagnoli boccerebbe la monarchia.
Economia e Finanza
Casa: nessuna intesa tra governo e Comuni, slitta l’emendamento al dl Imu Bankitalia e si prepara una stangata per la Tasi, con il rischio di aumento per le case di più basso valore catastale. Confermato l’incremento di mezzo punto del tetto massimo per l’abitazione principale, ma la concessione fatta ai Comuni sarà condizionata all’applicazione di detrazioni che potrebbero essere differenziate per favorire i contribuenti meno agiati. Non sono esclusi neppure colpi di scena, come il congelamento del prelievo sulle seconde case al valore massimo attuale del 10,6 per mille. Molto critica l’associazione dei costruttori che, paventando un sostanziale ritorno dell’Imu, chiede al Governo di evitare una nuova stangata sulla casa; Confedilizia vorrebbe che la scadenza della Tasi venisse rimandata a giugno, onde permettere una ulteriore verifica di tutta la materia.
Scuola: tornano in primo piano gli scatti d’anzianità del personale della scuola, con il ministero dell’Economia che ha comunicato di voler procedere al recupero di 150 euro lorde al mese sulle somme pagate nel 2013 a docenti e Ata che hanno maturato l’aumento stipendiale. I sindacati scendono sul piede di guerra, il ministro dell’Istruzione Carrozza sollecita al collega Saccomanni una rapida retromarcia, ma il Tesoro parla di “atto dovuto” anche se lascia aperti spiragli per una possibile soluzione, se si trovano le risorse.
Spread: Portogallo, Irlanda, Italia, Spagna e persino la Grecia, i Paesi epicentro della crisi europea tra il 2010 e il 2012, sembrano essere diventati l’oggetto dei desideri degli investitori e ormai nessuno più li chiama Pigs. I rendimenti dei loro titoli di Stato sono infatti tornati a livelli pre-crisi, ed altrettanto è stato per gli spread, i differenziali rispetto ai bund tedeschi. Sono vari i motivi che hanno portato a questa ripresa; innanzitutto nessuno percepisce più il rischio di una distruzione dell’euro, ma soprattutto in un mondo finanziario dove molti titoli di Stato offrono rendimenti troppo bassi, quelli dei Paesi periferici appaiono invece perfetti per chi vuole comprare, il che innesta il circolo virtuoso del calo dei rendimenti e dunque di una maggior sostenibilità dei conti pubblici di questi Paesi, riducendo ulteriormente il rischio. Gli economisti sono convinti che gli spread scenderanno ancora, eppure i rischi non mancano, soprattutto sul fronte dell’occupazione e delle possibili tensioni sociali; incombe inoltre lo spettro della deflazione, che potrebbe far esplodere la “bolla” dell’attuale euforia sui mercati.
Fed: il Senato americano ha dato ieri il suo sì definitivo alla nomina di Janet Yellen a presidente della Federal Reserve, la banca centrale americana. Molti segnalano che l’avvento della prima donna al vertice dell’istituto più potente del mondo coincide con una nuova centralità del lavoro negli Stati Uniti, ed anche la frase con cui il Presidente Obama ha salutato lo storico voto, “Gli americani avranno una paladina dei loro interessi, che capisce che il fine ultimo della politica economica è migliorare le vite dei lavoratori e delle loro famiglie”, lo sta a testimoniare. Il nuovo capo della Fed dovrà pilotare la nuova fase di sviluppo degli Usa, con la ricerca del pieno impiego diventata ormai stella polare della politica monetaria del Paese.