Politica interna
Scioperi – Il premier Matteo Renzi è intervenuto in merito agli scioperi che venerdì hanno coinvolto Alitalia e Pompei: “Fa male vederli così”, ha detto, lanciando l’invito a difendere i sindacati da se stessi se necessario. Nel mirino c’è soprattutto il danno d’immagine per l’Italia. Non a caso, in un’intervista al “Corriere della Sera”, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio sostiene che i beni comuni, quali gli Scavi e la metropolitana di Roma (anch’essa al centro di un lungo sciopero), vadano tutelati da proteste illegittime. Tutto questo mentre il sindaco della Capitale perde l’assessore al Bilancio Silvia Scozzese, anche lei renziana come il collega dei Trasporti Guido Improta travolto dal caso Atac. Si tratta dell’ottavo addio al Campidoglio, causato, secondo quanto riferito dalla dimissionaria in un’intervista al “Messaggero”, dalla spinta a compiere scelte inopportune dal punto di vista della regolarità contabile nonché dai troppi affidamenti senza gare. E deciso dopo il ventilato arrivo come vicesindaco di Marco Causi, ex assessore al Bilancio quando si determinò il buco nei conti del Comune con operazioni come quelle sui derivati.
Ici – La Cei protesta contro la sentenza della Cassazione che estende l’Ici anche agli istituti scolastici gestiti dalla Chiesa, definita “una decisione ideologica che intacca la libertà di educazione”. Chiede poi l’intervento del governo, che ha già annunciato un chiarimento. La sentenza con cui le scuole religiose di Livorno rischiano di dover pagare l’Ici arretrata per 400mila euro circa potrebbe infatti diventare un precedente in un eventuale giudizio che chiamerebbe in causa anche il decreto del governo Renzi che di fatto esenta la Chiesa dal pagamento della tassa per le scuole. Intanto da un’inchiesta del “Corriere della Sera” emerge che il costo medio per lo Stato di uno studente di una paritaria è inferiore a quello di uno studente pubblico. Se quel 30% circa di paritarie che sono oggi le scuole materne dovesse chiudere, i Comuni in convenzione dovrebbero sborsare subito 150 milioni.
Politica estera
Turchia – Dopo i raid sui seguaci dello Stato islamico, Ankara colpisce le basi del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) nel Nord dell’Iraq, rompendo così la tregua siglata due anni fa. Sono infatti stati arrestati quasi 600 militanti in 22 province. La scelta, che è stata spiegata come una strategia unica contro i nemici della Turchia, non ha mancato di suscitare un forte imbarazzo alla Casa Bianca, visto che il Kurdistan iracheno è un alleato-chiave nelle operazioni contro l’Isis. Né di scatenare proteste in varie province e ad Ankara e Istanbul, tanto che l’opposizione ha accusato il presidente Recep Tayyip Erdogan di incendiare il Paese.
Kenya – Se su terrorismo e commercio c’è intesa tra Africa e Stati Uniti, lo stesso non può dirsi sul tema dei diritti civili. Così, sui primi due punti il presidente Usa Barack Obama, che conclude oggi la sua visita in Kenya, ha annunciato che l’Africa, guidata proprio dal Kenya, sta correndo. Quanto al terzo, una domanda in pubblico sui gay ha rivelato il solco: Obama si è appellato alla necessità di non discriminare i cittadini, mentre il collega kenyota Uhuru Kenyatta ha dichiarato apertamente che si tratta di un tema fuori dall’agenda politica, perché non accettato dalla società.
Economia e Finanza
Spending review – In un’intervista a “Repubblica”, il commissario alla revisione della spesa Yoram Gutgeld conferma che l’obiettivo resta di 10 miliardi per il 2016, ma apre un nuovo fronte su cui la prossima legge di Stabilità interverrà per ottenere importanti risparmi: la sanità. Ci sono ospedali che hanno squilibri nella gestione economica di decine di milioni, spiega Gutgeld. Non a caso tra le misure previste dal governo ci sono sanzioni per le strutture con i bilanci non a posto, con meccanismi da concordare con la conferenza Stato-Regioni. In più, ci saranno un’unica stazione appaltante per gli acquisti e soglie di riferimento per limitare le prescrizioni, con una stretta su quelle fatte solo per evitare cause legali dei pazienti. Nessuna scelta da ragionieri, assicura il commissario: a preoccupare il governo è il miglioramento della qualità e dell’efficienza dei servizi.
Unione monetaria – Un bilancio dell’Eurozona con il contributo fiscale di ciascun Paese e un ministro delle Finanze comune con poteri significativi: è questo il piano che, secondo il “Der Spiegel”, il ministro dell’Economia tedesco Wolfganf Schäuble sarebbe pronto a discutere seriamente per affrontare eventuali emergenze nei Paesi della moneta unica. E che sarebbe già allo studio di un gruppo di lavoro guidato da Mario Monti e sponsorizzato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e, appunto, da Schäuble. Una posizione del genere sostenuta da uno dei ministri che più si è battuto per la Grexit spiazza la stessa cancelliera tedesca Angela Merkel, che pare sia scettica sulla possibilità di realizzare il progetto.