Politica interna
Referendum: sarà la battaglia del quorum a decidere il destino della consultazione in programma per domani, per la validità occorre che si rechino alle urne poco più di 25 milioni di elettori. Il duello politico ruota in buona parte attorno alla scelta di Matteo Renzi di non partecipare al voto, contrastata dalla sinistra dem e dal Movimento Cinque stelle, che addirittura minaccia di denunciare il premier e l’ex presidente della Repubblica Napolitano per l’invito all’astensione, considerato reato. L’asticella per i sostenitori del sì appare molto alta, soprattutto se si guarda al recente passato, che ha visto fallire sei degli ultimi sette quesiti proposti ai cittadini proprio per mancato raggiungimento della soglia del 50%+1. Solo l’ultimo referendum sull’energia nucleare superò il quorum arrivando al 55%. Secondo i promotori peserà molto il dato delle 12, se fosse alto potrebbe avere un effetto traino sui votanti.
Milano: la campagna elettorale milanese è entrata nel vivo ed i colpi di scena non sono mancati, ultimo il ritiro di Corrado Passera che ha deciso di entrare nella coalizione di centrodestra sostenendo Parisi. A poco meno di due mesi dalle elezioni un sondaggio di Ipsos fotografa gli orientamenti dei milanesi; la situazione di partenza appare in equilibrio, con il 27% di preferenze per il centrodestra e 26% al centrosinistra, 26% che non si esprime ed un 12% al candidato Cinque stelle. Rispetto a precedenti sondaggi si osserva il crescere della notorietà di Sala, ma una flessione del suo gradimento. Per il ballottaggio Sala risulta in vantaggio su Parisi con il 52% contro il 48%, gli elettori dei candidati esclusi attualmente propendono per l’astensione al secondo turno, ma Parisi è in avvantaggiato tra gli elettori di Corrado del M5s mentre Sala prevale tra chi al primo turno avrebbe votato per Rizzo. Il vantaggio di Sala è lieve, il centrodestra appare competitivo e le ultime settimane di campagna saranno decisive, conteranno lei dee e soprattutto le innovazioni che i due principali candidati saranno in grado di proporre.
Politica estera
Immigrazione: nel linguaggio diplomatico si chiama promemoria, definizione che calza bene per indicare un documento informale, non vincolante, che vuole essere il punto di partenza di una discussione. Questa è la proposta avanzata da Roma all’Europa in una lettera di una dozzina di pagine che, nelle intenzioni di Palazzo Chigi, vorrebbero suggerire una strategia, superando la gestione dell’emergenza. Il documento si intitola “Migration compact” e punta a cogliere l’opportunità fornita dal fenomeno delle migrazioni verso l’Europa, che si prevede dureranno decenni. Per fare questo è necessario cambiare la prospettiva e ricorrere ad una “più robusta azione esterna”, attraverso progetti di cooperazione su misura dei Paesi “partner chiave”; lo strumento suggerito sono finanziamenti tramite eurobond. Si tratta di una proposta che avrà costi rilevanti e che per questo potrebbe sollevare obiezioni da parte di molti dei 28 Stati dell’Unione; ma secondo Renzi il piano, proprio perché ambizioso, potrebbe “raggiungere un’ampia convergenza”. In effetti la prima risposta giunta è quella del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che invita a proseguire sulla strada della cooperazione per contenere le migrazioni.
Merkel: ventiquattro versi in rima son bastati per mettere in scacco il Cancelliere tedesco, tanto è lunga la poesia contro il presidente turco Recep Erdogan che l’autore satirico Jan Bohmermann ha recitato il 31 marzo su una televisione pubblica tedesca, e che potrebbe ora costare al poeta trentacinquenne fino a cinque anni di carcere. Il governo Merkel ha infatti deciso di autorizzare l’avvio di un’azione penale contro di lui, accogliendo una richiesta arrivata da Ankara nei giorni scorsi; la parola passa ora alla procura di Magonza, che dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio di Bohmermann. Non è dunque certo che si arrivi a processo, ma per Merkel, intervenuta in prima persona nella vicenda definendo il testo “volutamente offensivo” durante una telefonata con il premier turco Davutoglu, il caso rappresenta uno dei momenti più complicati della sua cancelleria. Il caso ha fatto riemergere le divisioni all’interno della maggioranza di governo, che incontra crescenti difficoltà a trovare una linea comune, ma Angela Merkel ha detto che saranno le procure ed i tribunali, e non l’esecutivo, ad avere l’ultima parola.
Economia e Finanza
G-20: l’iniziativa contro l’evasione fiscale, lanciata questa settimana dai cinque grandi Paesi europei, ha ricevuto ieri l’appoggio dell’organizzazione che riunisce i maggiori Paesi industriali e le principali economie emergenti. Il G-20 ha minacciato sanzioni per i Paesi che non coopereranno allo scambio automatico di informazioni fiscali, già concordato da una novantina di Stati e che troverà applicazione entro i prossimi due anni. Nel suo comunicato finale il G-20 ha ribadito la priorità assegnata alla trasparenza finanziaria, ma il gruppo si è dovuto misurare ancora una volta con una ripresa mondiale che procede, ma sta producendo una crescita “modesta e diseguale” con una serie di rischi al ribasso; il documento di chiusura cita la volatilità dei mercati finanziari, i problemi dei Paesi esportatori di materie prime e la bassa inflazione, ma anche i rischi geopolitici, dal terrorismo ai flussi di rifugiati fino alla paventata uscita del Regno Unito dall’Europa.
Fondo Atlante: dopo Unicredit anche Intesa Sanpaolo ha approvato la propria adesione ad Atlante con una cifra compresa tra gli 800 milioni e il miliardo. Con le quote di Cassa depositi e prestiti, delle altre banche, delle Fondazioni e probabilmente della Sga, fondata per il recupero dei crediti deteriorati del Banco di Napoli, lo strumento finanziario può partire con una dotazione pari ad almeno 4 miliardi. Altre adesioni sono attese per i prossimi giorni, i promotori puntano ad accrescere a breve le risorse a disposizione; successivamente, ottenuta l’autorizzazione di Consob, verrà avviata una fase di promozione del fondo sul mercato presso altre categorie di investitori istituzionali e il closing sarebbe fissato pertanto a fine aprile. Dopo Fitch e Standard&Poor’s anche Moody’s e Dbrs si sono espresse in termini positivi sull’iniziativa, definita “strumento utile per aiutare a riparare il sistema bancario italiano dal rischio di instabilità finanziaria nel breve termine”.