Politica interna
Renzi: intervista ad ampio raggio del Corriere della Sera al Presidente del Consiglio, numerosi gli argomenti affrontati, dalla situazione estera all’economia fino alla politica interna. Sul fronte della guerra all’Isis, che vede l’Italia al momento ferma rispetto a Germania Francia e Gran Bretagna, Renzi sostiene che la posizione dell’esecutivo è chiara, i bombardamenti senza un progetto europeo non bastano, occorre a tutti i costi evitare una nuova Libia. Sul piano economico il premier rivendica i trecentomila posti di lavoro recuperati con il Jobs act nonché il Pil tornato positivo dopo tre anni, e sottolinea che nonostante il quadro internazionale sia sfavorevole l’Italia è forte e potrà fare anche meglio della Germania. Argomento finale la politica interna e i travagli del Pd, soprattutto a Milano; Renzi esalta la Leopolda, in programma la prossima settimana, definendola “uno straordinario incubatore di talenti e idee” e difende il doppio ruolo di capo del Governo e segretario del partito, situazione che si verifica “ovunque”; sulle prossime amministrative ribadisce non trattarsi di un test per il governo che comunque, nei prossimi sei mesi che ci separano dalle elezioni, vuole governare.
Consulta: mancano otto giorni al nuovo voto per i tre giudici mancanti, dopo le parole del presidente Mattarella che ha chiesto “un colpo di reni al Parlamento” ed “uno sforzo comune per superare i veti” i presidenti di Senato e Camera garantiscono il loro impegno, con parole d’ordine ben precise che ovviamente partono dalla “piena condivisione” di quanto dice il Capo dello Stato. Grasso e Boldrini consigliano “piena condivisione” sui nomi dei giudici da scegliere, e il presidente del Senato chiede che l’elezione arrivi entro la fine dell’anno, attraverso nuovi metodi per l’indicazione dei nomi. Anche la Boldrini auspica una revisione dello schema di scelta dei nomi, nonché il coinvolgimento delle opposizioni, mentre da Seoul l’ex pm raccomanda “soluzioni condivise per professionalità, indipendenza, esperienza costituzionale”. La soluzione che si intuisce da queste parole è quella di una scelta ex novo dei candidati, su cui poter fare convergere anche il voto di M5S, di Sinistra Italiana e della stessa sinistra Dem che finora non ha nascosto il suo malumore sulle candidature. Allo stato attuale però il Pd continua a fare quadrato sul nome di Barbera.
Politica estera
Lotta all’Isis: il Consiglio di sicurezza dell’Onu potrebbe approvare a breve una risoluzione per colpire le fonti di finanziamento di Daesh; l’amministrazione statunitense, che ricopre la presidenza di turno dell’organismo, sta trattando con il governo russo per la definizione di una bozza comune. La falsariga è quella della risoluzione contro al-Qaeda varata nel ’99 e va molto al di là del documento proposto da Mosca ed approvato nello scorso febbraio contro la compravendita di reperti archeologici e petrolio, ampiamente disattesa. Soprattutto però l’approvazione segnerebbe un passo avanti nella collaborazione fra Stati Uniti e Russia, divise sia sulla questione ucraina che da diversi approcci e diversi interessi nell’area mediorientale. Non solo Isis al centro della discussione fra i governi di Washington e Mosca, i russi vorrebbero inserire nella risoluzione una norma che di fatto agirebbe a vantaggio della Siria e del suo attuale esecutivo, il cui avallo alle operazioni sul suo territorio sarebbe condizione necessaria; difficile che l’Amministrazione Obama possa accettare questa regola, che la obbligherebbe a trattare con Bashar al-Assad.
Francia: se oggi sarà vittoria per il Front National, al primo turno delle regionali francesi, i militanti dovranno ringraziare il duetto formato da Marine e Marion, emanazioni del patriarca Jean Marie Le Pen. Accoppiata piuttosto improbabile, con una Marine ruspante e decisa ed una Marion eterea ma con un carattere d’acciaio, ed altre divergenze anche di sostanza, essendo la figlia del fondatore del partito laica e “moderna” mentre la nipote è cattolicissima e tradizionalista. Accusare le due signore di fascismo, come da sempre tende a fare la sinistra francese, non è solo un errore tattico, ma anche storico, essendo il Front National figlio dell’Algeria francese e delle sconfitte in Indocina, del crollo dell’impero coloniale e della frustrazione nazionalista. Ma anche se entrambe le candidate si imponessero oggi, trovandosi a guidare due regioni agli antipodi della Francia, la conquista dell’Eliseo e del Paese rimarrebbe ancora lontana.
Economia e Finanza
Manovra di stabilità: il governo ha allo studio una serie di modifiche all’attuale impianto della finanziaria. Verrebbe stanziata una cifra di 500 milioni per finanziare il nuovo credito d’imposta per investimenti al Sud, previsto un bonus fiscale per la sicurezza degli appartamenti, per le Regioni la maggioranza starebbe puntando al taglio delle addizionali Irpef. In tema di giochi addio alla supertassa da 500 milioni introdotta lo scorso anno, la cifra sarà compensata da un ulteriore aumento del prelievo sulle new slot e da una contestuale riduzione della percentuale di vincita, mentre sulla pubblicità il compromesso allo studio potrebbe portare a nuove fasce orarie e a tetti più rigidi. Il premier Renzi è intervenuto sulla possibilità di “dare sollievo” agli obbligazionisti che hanno visto andare in fumo i loro risparmi con il decreto salva banche, precisando che il Governo se ne farà carico attraverso un’operazione di cui si sta verificando la fattibilità.
Cassa depositi e prestiti: tra meno di due settimane l’organismo illustrerà la sua nuova missione, da svolgere con il vertice appena rinnovato con un blitz estivo che ha portato Claudio Costamagna al ruolo di presidente e Fabio Gallia a quello di amministratore delegato. Previsto per giovedì 17 il Consiglio di Amministrazione che dovrà approvare il nuovo piano industriale; il premier Renzi ha di recente dichiarato che la missione di Cdp non cambia, rimane la stessa anche con attori nuovi, ma alla luce delle prime indiscrezioni che circolano si può dire che l’affermazione di Renzi sia esatta solo in parte. Il peso e il ruolo della Cassa si modificheranno con il nuovo status di Istituto nazionale di promozione, che le consentirà di utilizzare i fondi previsti dal piano Juncker, circa 8 miliardi in Italia. Inoltre la Cassa dovrebbe essere in grado di avere una posizione negoziale più forte nel confronto con il suo principale azionista, il Ministero dell’Economia, mobilitando risorse attraverso coinvestimenti con una varietà di soggetti; non certo un Hedge fund, ma un soggetto che possa dialogare alla pari con i grandi investitori istituzionali internazionali.