Politica interna
Italicum: la legge elettorale non si tocca e non ha legami con le riforme costituzionali. Dal Giappone Matteo Renzi respinge al mittente la richiesta della minoranza dem di rimettere mano al sistema di voto. Una chiusura netta e senza appelli, le parole del premier non lasciano adito a dubbi: “l’Italicum dà la certezza a chi arriva primo di governare, è una legge molto semplice che dice che chi vince le elezioni può governare, è fondamentale nel rapporto tra politici e persone. Ed elimina il rischio degli inciuci permanenti”. Renzi aggiunge di non vedere alcun nesso fra Italicum e riforme e dice con molta chiarezza che il voto in Parlamento dipende solo dal contenuto delle riforme e non dalla legge elettorale. Reazioni immediate in Italia alle sue parole, secondo Speranza “legge elettorale e riforma costituzionale sono connesse”, Cuperlo replica a Renzi chiedendo che ad urne amministrative chiuse si riapra il dibattito su referendum e legge elettorale.
Prescrizione: Il ministro Alfano reagisce all’emendamento presentato dal Pd che interrompe la prescrizione dopo il primo grado di giudizio e prevede un ulteriore allungamento dei termini per i reati di corruzione. “Il Pd è chiamato a scegliere tra la vecchia sinistra e chi, come noi, ha un profilo riformatore”, ha detto il ministro dell’Interno, che ha parlato di “area giustizialista storica della vecchia sinistra nella commissione Giustizia del Senato”. Alfano ha poi aggiunto “dopo il referendum faremo un bel tagliando, non lo dico a Renzi o al governo, ma a noi stessi”. La proposta del Pd è stata invece accolta con favore dal M5S, che ha già dato il suo via libera chiedendo però se l’emendamento arriva da parte del Governo o solo da quella dei due senatori, Casson e Cucca, che lo hanno presentato. Il presidente dei senatori Pd Zanda è intervenuto per derubricare gli emendamenti dei colleghi a “ipotesi di lavoro”, il cui contenuto sarà oggetto di analisi e confronto all’interno del partito e nella maggioranza. Schifani, capogruppo Ap-Ncd al Senato, tira un sospiro di sollievo, “Le parole di Zanda ci rassicurano”
Politica estera
Obama: il presidente americano ha pronunciato ieri a Hiroshima davanti ai rappresentanti delle associazioni degli “hibakusha”, i sopravvissuti alla bomba atomica, uno storico discorso contro la guerra. “Siamo qui nel centro di questa città e proviamo a ripercorrere il momento in cui la morte cadde dal cielo” ha detto il presidente americano; “la rivoluzione scientifica che è arrivata fino alla scissione dell’atomo ora richiede una rivoluzione morale”, perché “quella memoria non dovrà mai svanire”. A Hiroshima “l’umanità ha dimostrato che possiede i mezzi per autodistruggersi. Ecco perché siamo venuti qui. Le anime delle vittime ci parlano e ci chiedono di guardarci dentro”. Obama, primo presidente americano a visitare la città colpita dalla bomba atomica, non ha chiesto scusa, ma non perché gli Stati Uniti non abbiano colpe, quanto perché ne hanno come gli altri. Sul libro degli ospiti, prima di andarsene, Obama ha scritto “Abbiamo conosciuto l’agonia della guerra. Troviamo il coraggio, insieme, di diffondere la pace e di batterci per un mondo senza armi nucleari”.
G-7: secondo il cancelliere tedesco Merkel quella dei migranti è la sfida più difficile per l’Europa, ancora più della crisi dell’Eurozona; Matteo Renzi sostiene che i grandi devono risolvere assieme il problema, portato al tavolo dell’incontro delle prime potenze economiche mondiali dal nostro premier. Il fatto che il vertice di Ise-Shima si chiuda con la dichiarazione che quello dell’emergenza profughi è “un problema globale che richiede una risposta globale” dimostra che Merkel e Renzi avevano ragione. Ma il primo punto per affrontare la questione riguarda il reperimento delle risorse; il G-7 sollecita le istituzioni finanziarie multilaterali ed i donatori bilaterali, quindi i Governi stessi dei Paesi avanzati, e chiede alla Banca mondiale di sviluppare una gamma di strumenti per aiutare i Paesi che accolgono i rifugiati. Poi è necessaria una strategia comune, Renzi rivendica di essere stato il primo ad aver portato in sede europea e poi nel G-7 il suo “Migration compact”, che prevede interventi nei paesi d’origine dei rifugiati, in quanto le cause dell’emigrazione vanno affrontate alla radice.
Economia e Finanza
Fed: Janet Yellen ha messo in chiaro che “probabilmente un rialzo dei tassi di interesse nei prossimi mesi sarebbe appropriato”, perché “se l’economia e il mercato del lavoro continueranno a migliorare” è corretto per la Banca centrale americana intervenire in modo “cauto e graduale” con un aumento del costo del denaro. Il governatore della Fed ha evitato di offrire eccessive certezze ai mercati o di legare le mani alla istituzione da lei presieduta, dato che una stretta di politica monetaria troppo affrettata ed aggressiva potrebbe “provocare rovesci economici” davanti ai quali la Fed oggi avrebbe “scarsi strumenti” per rispondere. Ha però indicato che il consenso dentro la banca centrale propende decisamente per una manovra, ormai alle porte.
Lavoro: la preoccupazione per gli abusi denunciati dall’Inps sull’uso dei voucher ha spinto il governo ad operare una energica stretta, per evitare che le aziende utilizzino in maniera impropria lo strumento che negli ultimi mesi ha fatto registrare un vero e proprio boom. Lunedì prossimi il consiglio dei Ministri dovrebbe approvare un decreto legislativo composto da sette articoli che andrà a correggere il provvedimento approvato nel 2015. Verranno in questo modo modificate anche alcune norme del Jobs act, a cominciare dai contratti di solidarietà, ma il piatto forte del provvedimento è senz’altro quello relativo ai voucher. I datori di lavoro saranno tenuti ad informare l’Inps “almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione”, mediante sms o posta elettronica, comunicando dati anagrafici e codice fiscale del lavoratore, nonché luogo e durata della prestazione. Sono previste sanzioni economiche in caso di violazione degli obblighi.
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