Politica interna
Berlusconi: arriva dal consigliere politico del Cavaliere, Giovanni Toti, la conferma che Berlusconi è pronto a candidarsi alle elezioni europee. Più cauto è apparso Denis Verdini, che ha detto “non abbiamo ancora deciso nulla, ci sono problemi da risolvere, vedremo…”. Ma la polemica politica è esplosa istantaneamente, con aspre critiche da Pd e Scelta Civica alle intenzioni del Cavaliere, invitato a fermarsi ed a ritirare la sua decisione. Il vicepresidente del Parlamento europeo Pittella, esponente dei democratici, ha ricordato che la legge non consente la candidatura di condannati in via definitiva. Ma Berlusconi ha ribadito “spero di poter avere velocemente una risposta dalla Corte europea” aggiungendo “sarò felice di essere in campo nelle 5 circoscrizioni che sempre mi hanno dato tra i 600 ed i 700 mila voti ciascuna”.
Renzi: previsto per oggi l’incontro del presidente del Consiglio con Hollande, per lunedì quello con la Merkel e alla fine della settimana prossima il summit dei capi di Stato e di governo. Più che un semplice tour il premier vuole trasformare le tre missioni in una sorta di biglietto da visita per far capire quanto l’Italia stia cambiando, ma soprattutto quanto chiederà che l’Europa cambi, usando un minimo di flessibilità rispetto alle nuove esigenze. Secondo Renzi in questo sarà decisiva l’appartenenza del Pd al Pse; “far parte della famiglia socialista è un passaggio che si rivelerà importantissimo” ha detto il premier, che considera la comune appartenenza un corridoio privilegiato per impostare un rapporto con il leader francese.
Politica estera
Ucraina: è fallita la trattativa tra il ministro degli Esteri russo Lavrov ed il collega americano Kerry. E’ stato lo stesso Lavrov ad ammetterlo, dichiarando, al termine delle sei ore di incontro svoltosi a Londra: “Non abbiamo una visione comune della situazione, le nostre differenze rimangono”. Il ministro di Putin ha detto che il suo Paese non intende invadere l’Ucraina, ha però confermato che il referendum previsto per domani in Crimea si terrà, poi il Cremlino deciderà come rispondere, rispettando in ogni caso la scelta del popolo. L’obiettivo di Kerry era doppio, sia bloccare il referendum che evitare l’annessione della Crimea da parte della Russia; il primo è fallito, sul secondo gli americani sperano ancora di poter lavorare. Il segretario di Stato ha ribadito che il voto è illegale e che “se verranno fatte scelte sbagliate, non ci sarà altra strada che rispondere”; le sanzioni potrebbero in sostanza scattare già da lunedì.
Siria: inizia il quarto anno di guerra civile in Siria, nel segno dell’avanzata militare dei governativi sulla città di Yabrud, ultimo centro che i ribelli controllano lungo il confine con il Libano, e della corsa alla rielezione di Bashar al Assad, che ha deciso di ricandidarsi alla presidenza puntando ad altri sette anni di governo assoluto. La nuova legge elettorale, che esclude la candidatura di chi sia vissuto fuori dalla Siria negli ultimi dieci anni, trasforma la rielezione in un referendum sul rais. La vittoria sul campo con la caduta di Yabrud, che i mezzi di informazione di Damasco danno per sicura, dovrebbe scoraggiare gli avversari di al Assad e testimoniare alla comunità internazionale la sua inamovibilità.
Marò: il ministro della Difesa ribadisce l’impegno dello Stato per riportare indietro i due militari trattenuti in India da ormai più di due anni, definendoli “due funzionari dello Stato che la Repubblica ha impegnato in una missione approvata dal Parlamento, inquadrata tra gli impegni che l’Italia ha preso con la comunità internazionale”. Roberta Pinotti ha aggiunto “non accetteremo un processo in India, perché un altro Paese non può processare due militari in servizio per il loro Stato”.
Economia e Finanza
Tagli: gli unici tre settori sui quali Renzi ha posto il veto ad eventuali tagli sono le pensioni, ma solo quelle più basse, la sanità e la scuola, che rappresentano oltre quattrocento degli ottocento e più miliardi di spesa pubblica italiana. Per il resto Carlo Cottarelli, il commissario alla spending review, ha avuto carta bianca dal premier, che lo ha anzi invitato a superare le prudente stima di tre miliardi di risparmi per il 2014, chiedendogli di arrivare almeno fino a cinque. Cottarelli dovrà presentare il suo progetto al presidente del Consiglio entro una settimana, ma sono già note le voci che potrebbero dare più soddisfazioni nel breve periodo, e cioè gli acquisti dello Stato e degli enti locali, gli incentivi alle imprese, i costi della politica, delle alte burocrazie, le auto blu, la formazione professionale. Ricette conosciute ormai da tempo, ma mai attuate; a Renzi il compito di riuscirci.
Dl lavoro: l’economista Tito Boeri attraverso il suo sito Lavoce.it, la Cgil e parte del Pd si schierano contro il decreto legge che il governo ha appena inviato al Presidente della Repubblica. In una nota il ministero del Lavoro ha chiarito che c’è un tetto al numero di proroghe di un contratto a termine, 8 volte in 36 mesi. La correzione è giudicata da Boeri apprezzabile, ma non ancora sufficiente, mentre la segretaria della Cgil Camusso parla di “nuove forme di precarietà” ed il deputato Pd Fassina definisce la nuova forma “un contratto a precarietà permanente”. Più cauto il leader della Fiom Landini, che esprime dissenso sul decreto ma invita ad “accettare la sfida di Renzi” che “fa bene ad affossare i vecchi riti”; Landini chiede un sindacato che “si confronti sul merito e non sui riti”, e non sia “ondivago e subalterno” come invece è successo negli ultimi tempi.