Politica interna
Referendum/Renzi: La conclusione della campagna referendaria di Matteo Renzi, ha visto il premier toccare Palermo, Reggio Calabria e infine la sua Firenze. Secondo il leader del Pd regna ancora l’incertezza ed è per questo che “speriamo di conquistare la vittoria al novantesimo”. Ma la convinzione sembrerebbe però smentita in parte dagli ultimi sondaggi pubblicabili, che danno ancora il No in vantaggio, soprattutto nell’area del Meridione. Nonostante questo Renzi si è fatto forza perché “questa rimonta spettacolare possiamo portarla a casa. Il Sì non serve a rafforzare il governo, ma l’Italia”. La comunicazione del ministro Graziano Delrio rilasciata in giornata (“con il No credo che Matteo salirà al Quirinale per consegnare la sua disponibilità”) apre però scenari futuri indecifrabili al momento. Tra le possibilità vi è l’abbandono annunciato a più riprese ma anche la consultazione con il presidente Mattarella per valutare la possibilità di una nuova opportunità di governo, che lavorerebbe in prima istanza sulla legge elettorale per una votazione entro giugno.
Referendum/Grillo: E’ dal palco che portò bene a Chiara Appendino che Beppe Grillo ha deciso di organizzare il suo ultimo discorso pubblico prima dello stop. In una piazza San Carlo di Torino gremita di gente, il leader del M5S si è detto convinto che “anche se perdiamo sarà una perdita straordinaria che ci darà ancora più forza. Il Paese è spaccato a metà” ha continuato Grillo “e noi andremo avanti”, prefigurando quindi già uno scenario che qualunque sia l’esito della votazione vedrà il M5S pronto a lottare. Lo ha confermato Davide Casaleggio, per cui “il dna del Movimento è quello della democrazia partecipata e, in ogni caso, dalla prossima settimana cominceremo a parlare del nostro programma di governo a partire dal tema dell’energia”. Tra le armi finali sfoderate dal M5S vi è stata quella del voto utile, a cui Alessandro Di Battista ha fatto appello perché “non andare a votare è un grave errore”. Beppe Grillo ha descritto in seguito la lotta del Movimento come “una questione di passione, di cuore”, ribadendo ancora una volta che il diritto di cittadinanza è una priorità e che la vittoria del Sì renderebbe l’Italia non più “un paese semi-libero ma semi-semi-libero”.
Referendum/Berlusconi: Silvio Berlusconi ha affidato alle pagine del Corriere della Sera le sue ultime parole prima del silenzio in vista del voto, parole con cui l’ex premier italiano ha descritto come “una bufala, una cosa non vera” che la vittoria del No corrisponde a un “un salto nel buio” e con cui ha ventilato l’ipotesi di brogli nelle votazioni, memore che “in molte occasioni ci sono stati sottratti voti dalla professionalità dei brogli della sinistra”, con riferimento alla vittoria di Prodi nel 2006. Berlusconi ha consigliato inoltre a Renzi di “abbandonare la politica” in caso di sconfitta, decisione che prenderebbe lui stesso in una situazione analoga a quella del politico fiorentino perché “per me la parola data è sacra”. In chiusura il leader di FI ha ammesso che sul suo ritorno in politica “ci sarà da prendere una decisione” nonostante sul risultato della sentenza di Strasburgo che lo riguarda “non ho dubbi”.
Politica estera
Presidenziali Austria: Il destino dell’Ue potrebbe passare anche dall’Austria domenica. Si voterà infatti nuovamente per il presidente, dopo lo stop ai risultati del 24 aprile che avevano coronato l’indipendente Alexander van der Bellen, seppur con uno scarto minimo di voti rispetto all’esponente del partito di ultradestra Fpö Norbert Hofer. Quest’ultimo partirà favorito nei sondaggi mentre nelle ultime ore si è impegnato a smorzare la sua immagine politica, frenando le preoccupazione all’interno dell’Ue. “L’Europa non dovrebbe aver paura di me perché sono un tipo normale, non sono un politico di estrema destra, semmai di centro-destra” ha infatti comunicato Hofer. Sembrano quindi allontanate le promesse di “Öxit” (uscita dell’Austria dall’Ue) mentre rimane la convinzione della necessità di un approccio più duro nella gestione dei migranti. L’esponente dell’Fpö vorrebbe infatti fare entrare in Austria solo gli immigrati che svolgono lavori di cui il Paese ha bisogno e ha proposto di creare “zone” speciali in Nordafrica dove esaminare le domande d’asilo. Nonostante gli umori pre voto siano a favore del suo avversario, Van der Bellen non si è comunque scoraggiato e, memore del ribaltone da primo a secondo turno ottenuto ad aprile, ha affermato che se gli avversari “li abbiamo già battuti una volta, ce la faremo anche una seconda. Una terza non sarà necessaria”.
Stati Uniti: Si aggiunge un nome nuovo alla squadra di Donald Trump: si tratta di “James, “cane pazzo”, Mattis” così definito dal presidente eletto e da lui paragonato a “quanto abbiamo di più vicino al generale George Patton nella nostra epoca”. Il ruolo dell’ex generale Mattis sarà quello di dirigere il ministero della Difesa, in un territorio politico dove si è scontrato più volte con il presidente uscente Obama, soprattutto sulla questione iraniana. Mattis era infatti stato nominato guida dello United States Central Command, organismo per coordinare le operazioni nelle aree critiche, dalla Siria all’Afghanistan. Ma la sua contestazione nei confronti dell’apertura concessa da Obama all’Iran lo portarono alla sospensione dall’incarico, durato dal 2010 al 2013. Nonostante questo il “Cane pazzo” sembra essere convinto che al momento l’accordo con l’Iran per il nucleare debba essere preservato. Inoltre il 66enne neoministro guarderebbe con preoccupazione all’espansionismo russo riportato in auge da Vladimir Putin e avrebbe fatto sapere a Donald Trump che reputa inutile la tortura dei prigionieri.
Economia e Finanza
Riforma banche popolari: Con lo stop da parte del Consiglio di Stato nei confronti della riforma per la conversione delle banche popolari in spa, si complica la già difficile situazione degli istituti di credito italiani. Gli ostacoli arrivano in particolare da due norme attuative della Banca d’Italia: la possibilità di imporre un tetto massimo al diritto di recesso e il divieto di costituire una holding cooperativa per controllare banche trasformare in spa. I termini della trasformazione scadranno alla fine di quest’anno e, nonostante come riferito dal Consiglio di Stato si dovrà aspettare il pronunciamento della Corte Costituzionale, si creeranno degli inghippi per gli istituti interessati. Tra questi vi sono Popolare di Sondrio, Popolare di Bari e Bper. Mentre le prime due devono ancora trasformarsi, Bper deve stabilire le regole per il diritto di recesso. Gli effetti possibili qualora venisse confermata l’incostituzionalità delle norme prevedono una rivendicazione degli ex soci di Popolari che hanno ricevuto solo il recesso parziale, con effetti considerevoli sulle casse di chi ha praticato la trasformazione e di chi la metterà in atto tra poco (l’11 dicembre è prevista quella di PopBari e il 17 quella di PopSondrio).
Rottamazione delle cartelle: Dopo le modifiche del decreto fiscale è ripartita la rottamazione delle cartelle fiscali, con la possibilità da oggi di scaricare dal sito di Equitalia il modulo aggiornato necessario per la richiesta. Tra le novità introdotte durante l’esame del decreto, vi è l’estensione temporale alle cartelle datate 2016 (si fermava al 2015 in precedenza) con relativa comunicazione da parte di Equitalia. Vengono modificati anche i termini temporali per l’adesione, spostati ora al 31 marzo 2017 dal precedente 23 gennaio. L’ente di riscossione risponderà entro due mesi, quindi entro il 31 maggio. Con la legge di conversione sono state inoltre aumentate a cinque le rate in cui potrà essere suddiviso il pagamento, con l’ultima fissata a settembre 2018 nel caso di opti per il massimo numero di rate. Da ieri inoltre ha fatto il suo esordio il sistema Pagopa, piattaforma on line della Pubblica Amministrazione per i pagamenti.