Politica interna

 

Referendum: Silvio Berlusconi ha spiazzato nuovamente tutti, dichiarando che “dopo il 4 dicembre prenderò con calma la decisione se ritirarmi o meno dalla politica”. La frase del leader di FI non ha risolto però la questione della leadership nel centrodestra, perché non ci sono “altri leader nel centrodestra, ho in mente solo me stesso”. Continuano nel frattempo le bocciature ai ricorsi verso il referendum: ieri è stata la volta di quello presentato dal Codacons, bloccato dalla Cassazione perché inammissibile. La giornata è stata inoltre influenzata dalle dichiarazioni di ieri di Renzi sulle alte possibilità di un governo tecnico in caso di vittoria del No. Sull’argomento è intervenuto Roberto Speranza, definendo la dichiarazione del premier “irresponsabile” e chiarendo che “nessuno di noi ha chiesto a Renzi le dimissioni in caso di vittoria del No”. Con l’avvicinarsi del voto si intensificano le polemiche. Ad esempio quella sulla presenza sulla televisione pubblica del premier, ritenuta eccessiva dal M5S, per cui Roberto Fico ha convocato i vertici della Rai. O ancora quella sui sindaci schierati per il Sì fonte di numerose polemiche del M5S, accuse ieri tornate al mittente dopo che anche Virginia Raggi (M5S) ha deciso di programmare un voto del Campidoglio contro il referendum.         

 

M5S: L’indagine sulle firme false dei candidati del M5S a Palermo si è estesa e comprende ora 13 indagati. Nella giornata di ieri sono stati sentiti Claudia Mannino e Riccardo Nuti (il candidato sindaco del 2012), entrambi attuali deputati del M5S e finora reticenti nel rilasciare dichiarazioni e nel fare un passo indietro. Al contrario di Claudia La Rocca, che ha deciso di autosospendersi dopo l’appello di Beppe Grillo, i due hanno persistito nel silenzio, evitando di rilasciare dichiarazioni dopo l’interrogatorio. Ma il Movimento non è rimasto inerte e il nuovo collegio dei probi viri ha deciso in serata che i due deputati verranno sospesi. Il collegio ha sospeso anche la deputata Giulia Di Vita, sentita nelle scorse settimane dai pm dell’indagine in quanto persona informata dei fatti, e l’attivista Samanta Busalacchi. Dai pentiti della vicenda (l’autosospesa Claudia La Rocca e Giorgio Caccio, deputato regionale) sarebbero nel frattempo emerse dichiarazioni che incastrerebbero i colpevoli, elementi che si aggiungono alle dichiarazioni di circa cento persone che avevano disconosciuto la propria firma tra gli elenchi presentati nel 2012.

 

Sergio Mattarella: Il presidente della Repubblica è tornato a parlare della campagna referendaria, confermando il suo status di arbitro ma aggiungendo di essere “silenzioso solo perché i suggerimenti e le esortazioni, la persuasione insomma, funzionano meglio senza proclami in pubblico”. Davanti a un gruppo di studenti in visita al Quirinale, il presidente ha avvisato tutti i politici che “le leggi le fanno il governo e il Parlamento, io controllo solo la loro costituzionalità”. L’uscita pubblica di Mattarella nasconde la tela che il presidente sta tessendo per disinnescare gli scenari apocalittici dopo il referendum. Nello specifico si starebbe cercando di evitare le elezioni anticipate e di mantenere quindi un clima disteso per la partita che si potrebbe giocare dopo il 4 dicembre e dove il ruolo di Mattarella potrebbe essere determinante.

 

Politica estera

 

Cuba-Usa: Il presidente eletto Donald Trump ha fatto sapere attraverso Twitter che “se Cuba non sarà disposta a realizzare un accordo migliore per i cubani, i cubano-americani e gli Stati Uniti nel loro insieme” verrà interrotto bruscamente il disgelo iniziato da Obama. Un disgelo che stava lentamente cambiando i rapporti tra Cuba e Usa, tramite la liberalizzazione per i turisti per riportare in Usa sigari e rum e con l’istituzione di voli di linea e non più voli charter. L’atteggiamento di Trump mostra però un’ambivalenza che confonde, con il presidente americano a metà tra la volontà di usare il pugno di ferro e la concessione all’apertura dei rapporti verso la patria di Castro. Possibile che emerga in conclusione un compromesso, con l’abolizione di alcuni decreti presidenziali di Obama poco importanti e la conseguente apertura a un più strutturato percorso di trattative. Gli Stati Uniti nel frattempo hanno vissuto una giornata di paura: all’Ohio State University di Columbus il diciottenne somalo Abdul Razak Ali Artan ha assalito gli studenti con un coltello da macellaio, dopo averne travolto alcuni con la propria auto. L’aggressore è stato ucciso dalle forze dell’ordine, lasciando dietro di sé un bilancio di un morto e dieci feriti.

 

Aleppo: La battaglia in Siria sembra sempre più vicina all’epilogo dopo che l’esercito siriano, affiancato da libanesi, iracheni, iraniani e aviazione russa, ha concluso un weekend di attacchi intensificati. La strategia offensiva degli ultimi giorni ha prodotto vari successi, riportando nelle mani dell’alleanza quartieri fondamentali della città. La riconquista è stata favorita da una ripresa dei bombardamenti nel corso della scorsa settimana, che a causa della loro violenza stanno radendo al suolo la città e stanno amplificando la crisi umanitaria di Aleppo. Ormai ogni bene di prima necessità è diventato introvabile e l’esodo dei civili è inevitabile: secondo le stime sono stati in diecimila ad abbandonare la città negli ultimi tre giorni. In materia di scenari geopolitici Putin sembrerebbe ormai avere in mano la situazione, a causa di un disinteressamento temporaneo di Usa e Ue per via di problemi interni da risolvere.

 

Economia e Finanza

 

Referendum/Mercati: L’avvicinamento al voto referendario porta sempre più instabilità finanziaria per l’Italia, come ha dimostrato la giornata di ieri. Lo spread ha infatti toccato un nuovo massimo da febbraio 2014 (192,2 punti) per poi chiudere attorno ai valori registrati negli ultimi giorni (187 punti) mentre i titoli bancari sono stati attaccati pesantemente dagli speculatori, con la malata cronica Monte dei Paschi in perdita del 13,8%. L’atteggiamento di Renzi sembra nel frattempo cambiato, dopo le dichiarazioni sulle alte probabilità di un governo tecnico in caso di bocciature del referendum: ieri il premier ha infatti cautamente affermato che “sul governo del dopo non dico nulla”. Lo stemperamento dei toni potrebbe essere dovuto anche all’incontro con Sergio Mattarella, durante il quale il presidente della Repubblica potrebbe averlo invitato a non alzare ulteriormente la tensione. Comunque vada il voto, l’Italia non dovrebbe rischiare di sprofondare, grazie soprattutto all’intervento protettivo della Bce. Sulla riforma costituzionale il presidente Mario Draghi non è cascato nel tranello e ha dichiarato un “no comment sulle conseguenze del referendum, né sugli eventuali effetti sulle banche”. Draghi ha confermato che “la principale fonte di instabilità” dell’Ue sono le “incertezze politiche” e ha inoltre affermato che in Italia “il debito è sostenibile”, motivazione che non deve portare comunque “a dormire sugli allori”.     

 

Legge di Bilancio: Non ha incontrato problemi la legge di bilancio nel voto di ieri alla Camera: con 290 sì e 118 no il provvedimento ha infatti terminato con successo la prima parte del suo iter, in attesa di essere valutata al Senato dopo il referendum. Nella conferenza stampa successiva, un Matteo Renzi soddisfatto ha svelato per la prima volta l’aumento alle pensioni più basse: “sarà di 30-50 euro”, il primo “aumento per le pensioni fino a mille euro” nonostante “non siamo riusciti ad arrivare a 80 euro”. In ambito previdenziale è stata inoltre introdotta la possibilità di ricongiunzione delle pensioni. Tra le novità in evidenza vi è l’aumento di due miliardi del fondo sanitario, ora a quota 113 miliardi di euro, e la conferma del rifinanziamento del rinnovo degli statali, per cui domani la ministra Madia dovrà trattare. Renzi ha infine ricordato che la manovra ha portato a al pagamento “di 23 miliardi in meno” di tasse: “va giù l’Ires, via l’Irpef agricola, interventi sulle partite Iva”. Le opposizioni hanno giudicato però negativamente la manovra, con Brunetta (FI) che l’ha definita “tutto fumo e niente arrosto” mentre Sorial (M5S) ha enfatizzato gli aspetti negativi, parlando di “entrate una tantum, con delle coperture da verificare, in deficit di 12 miliardi”. Anche dal fronte interno arrivano attacchi: Roberto Speranza (Pd) sostiene che una legge “approvata a pochi giorni dal voto rischia di mescolare argomenti diversi”. Nonostante gli attacchi, il premier Renzi è sicuro che “nessuno potrà mettere in discussione i capisaldi” della manovra, che non conoscerà ostacoli e “passerà regolarmente all’esame del Senato”.