Politica interna
Piazza della Loggia: emessa ieri sera a Milano una sentenza storica, che rappresenta la prima vera condanna di neofascisti per una delle stragi che hanno insanguinato gli anni della “strategia della tensione”, quella di Piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974, con 8 morti ed un centinaio di feriti. Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte sono stati condannati all’ergastolo, il primo come mandante ed il secondo per aver coperto il duplice ruolo di collaboratore e depistatore. I due fanno parte della cellula veneta di Ordine Nuovo, che è sempre stata al centro delle indagini su quasi tutte le stragi del periodo 1969-1974 e che in un modo o nell’altro l’aveva sempre fatta franca. Al di là delle sorti personali dei condannati, di cui almeno uno, l’ottantenne Maggi, non andrà mai in carcere anche perché in gravi condizioni di salute, la sentenza è storica perché mai si era arrivati ad una simile chiarezza nell’indicare le responsabilità di Ordine Nuovo e dei servizi segreti nelle stragi di quegli anni.
Crocetta: ad una settimana dalla tempesta scatenatasi sul governatore della Sicilia ancora nessuno trova l’intercettazione con la minaccia di far saltare l’assessore alla Sanità Lucia Borsellino “come il padre”. Dopo le smentite delle procure di Palermo e Caltanissetta sono arrivate quelle di Messina e Catania, mentre l’aggiunto di Palermo Leonardo Agueci ha escluso complicità interne agli uffici giudiziari, polemizzando con l’Espresso e sostenendo che “non può esserci fuga di notizie se la notizia non c’è”. Ragione di più per gridare al complotto, come ripeterà oggi Crocetta intervenendo, a Palazzo dei Normanni, ad una giunta che continua a perdere pezzi, perché anche l’assessore alle attività produttive Linda Vancheri ha deciso di andare via. Nessuno può essere certo della posizione ufficiale del presidente della Regione, ma se lunedì Crocetta sembrava disposto a trovare una via d’uscita, ieri ha lasciato capire che potrebbe giocare in contropiede, chiedendo al Pd di sfiduciarlo; ipotesi poco probabile perché vorrebbe dire trovare 46 deputati su 90 disposti a lasciare la poltrona con due anni di anticipo.
Mafia Capitale: la riflessione aperta ieri dalla presidente della Commissione Antimafia Rosi Bindi rappresenta un sorta di sfida, che vede la pasionaria Dem chiedere al governo un decreto legge che superi la semplice dicotomia tra scioglimento o non scioglimento, previsto dalle norme attualmente in vigore e che preveda una forma di tutoraggio o assistenza dello Stato senza che l’ente locale debba essere necessariamente commissariato. La Bindi ha escluso di voler invadere il campo dell’esecutivo, ma solo di aver voluto inviare un chiaro messaggio sul fatto che la regola per lo scioglimento dei comuni per mafia va rivista, introducendo strumenti ad hoc per affrontare le difficoltà di Comuni molto grandi.
Politica estera
Libia: “Con gli scafisti non si tratta”. Questa la dichiarazione del ministro dell’Interno sull’ipotesi che dai sequestratori dei quattro italiani catturati in Libia possa arrivare una richiesta di scarcerazione dei trafficanti di uomini detenuti in Italia, possibilità rilanciata da alcune fonti libiche ma esclusa al momento dal nostro governo. Tra le varie fazioni libiche c’è un duro scambio di accuse sulla responsabilità del sequestro, Alfano ha ribadito che in Libia stanno operando investigatori competenti su questo genere di indagini; in ogni caso nessuna pista è esclusa. Il portavoce della milizia islamica Fajr Libia, che ha imposto un governo parallelo a Tripoli, ha negato che il suo gruppo sia autore del rapimento, ma ha affermato di sapere che i quattro italiani si trovano nel sud-ovest del Paese e saranno liberati entro dieci giorni.
Israele: nella seconda giornata della sua visita, dopo il faccia a faccia con Netanyhau Matteo Renzi ha parlato ieri alla Knesset, il Parlamento israeliano, conquistando la platea ed incassando alla fine del suo intervento una standing ovation. Il discorso del presidente del Consiglio è stato calibrato, limato frase per frase; ha toccato le corde più profonde degli israeliani, pochi giorni dopo l’accordo sul nucleare con l’Iran voluto dagli Usa, che l’Italia ha appoggiato ma che di contro ha mandato su tutte le furie il premier israeliano. Renzi ha ribadito che la pace fra Israele e palestinesi sarà possibile solo con due stati e due popoli, ed ha poi toccato il tema del boicottaggio internazionale affermando che “chi boicotta Israele non si rende conto di boicottare sé stesso” e quindi “l’Italia sarà sempre in prima linea nel forum europeo ed internazionale contro ogni forma di boicottaggio sterile e stupido”.
Economia e Finanza
Grecia: per la seconda settimana consecutiva la Banca centrale europea ha aumentato di 900 milioni di euro la liquidità di emergenza messa a disposizione degli istituti greci; restano però i limiti ai prelievi e i controlli sui capitali. Fonti dell’Eurosistema si dicono certe che questo stato di cose sia destinato a permanere per diversi mesi, fino a quando non sia stata avviata la normalizzazione del sistema bancario ellenico. Il Parlamento ellenico si è intanto riunito nella notte per approvare il disegno di legge riguardante la seconda serie di cosiddette “azioni prioritarie” richiesta dai creditori della Grecia, fra cui l’adozione della procedura Ue sul risanamento e la risoluzione delle crisi degli enti creditizi, che introduce le potenziali perdite per i creditori privati prima che intervenga lo Stato.
Fisco: l’improvviso annuncio di Matteo Renzi sul taglio delle tasse, unito all’ipotesi di un ulteriore ricorso alla flessibilità prevista in alcuni casi dal patto di Stabilità, ha innescato la risposta del commissario agli Affari economici della Ue, Moscovici, il quale ha spiegato come la Commissione esaminerà le misure proposte dal governo italiano “alla luce delle nostre regole sulla flessibilità”. Qual è il margine di manovra a disposizione dell’Italia? Roma fa notare che la soluzione per la copertura del taglio delle tasse è allo studio e verrà definita a settembre, ma soprattutto che il pacchetto sarà inserito nella legge di Stabilità 2016 che sarà presentata entro metà ottobre, come per tutti gli stati membri, alla Ue. Una via per aumentare lo spazio d’azione è quella di attuare in modo rapido il programma di privatizzazioni, come l’Unione Europea ci ha raccomandato a primavera; non si ridurrebbe il deficit, ma lo stock di debito. La partita è tutta da negoziare e lo sguardo dell’esecutivo comunitario è rivolto anche all’elevato debito pubblico italiano, oggetto di particolare monitoraggio per squilibrio eccessivo.