Politica interna
M5S. Ore turbolente in casa M5S. Diversi i casi scoppiati attorno ai nomi dei candidati in Parlamento, a partire da Emanuele Dessi, candidato al Senato a Latina che, come portato alla luce dalla trasmissione Piazzapulita, risiederebbe in un appartamento del comune a 7 euro al mese. Il candidato premier Di Maio: “Abbiamo avviato tutti gli accertamenti, se dovesse essere vero quello che sta emergendo, non avremo nessun problema sul fatto che queste persone non possono stare nel Movimento, dateci il tempo di fare gli accertamenti”, mentre lo stesso Dessi si difende: “Sono il primo a dire che è indecente. Mi sono offerto di pagare 200 euro al mese (più tardi dal Comune arriverà la conferma) ma la legge regionale non lo consente. Polemiche anche su Paolo Turati, candidato alla Camera a Torino, autore di alcuni post razzisti in passato, e vecchio sostenitore di Forza Italia, mentre in Veneto scoppia il caso dell’invito del responsabile locale della comunicazione del moviemento a “scovare le nefandezze” degli avversari politici. Mentre a Roma prosegue il botta e risposta tra sindaca Raggi e ministro Lorenzin sui vaccini.
Nomine Musei. Ieri il Consiglio di Stato ha messo in forse la posizione dei direttori dei musei non in possesso di cittadinanza italiana, rimandando la decisione all’adunanza plenaria per “contrasto giurisprudenziale”. La vicenda è complessa e nasce da lontano: nel luglio 2017 lo stesso Consiglio di Stato ritenne che “l’attivita di direttore del museo statale non potrebbe intendersi riservata ai cittadini italiani”, parere però ribaltato ieri dal collegio VI. Ecco perché tutto è ora rimandato al parere dell’organo plenario di Palazzo Spada. “Dopo 16 decisioni del Tar e 6 del Consiglio di Stato, quest’ultimo cambia linea e rimette la decisione sui direttori stranieri dei musei all’adunanza plenaria. E’ incredibile ribaltare un parere ribadito pochi mesi fa”, commenta il ministro dei Beni Culturali Franceschini, che ha legato il proprio nome a una riforma che ha, tra gli elementi caratterizzanti, proprio l’apertura ai direttori stranieri dei musei italiani; “Mi domando come ci giudicano all’estero, dopo aver salutato con molto favore la riforma. Ho il timore che, dovesse giungere una decisione negativa su Peter Assmann, questa avrà ripercussioni gravissime in generale”.
Politica estera
USA. La Commissione Intelligence della Camera USA ha deciso ieri di pubblicare il rapporto sull’operato dell’FBI nei primi mesi di presidenza Trump. Il memo è un fortissimo atto di accusa nei confronti dei vertici dell’FBI, accusati di aver condotto indagini inquinate da un pregiudizio anti trumpiano a carico di Carter Page, ex consigliere per la politica estera nel comitato elettorale dell’allora candidato repubblicano. A questo punto lo scontro è totale. “I vertici del Fbi e del dipartimento di Giustizia hanno politicizzato le sacre procedure inquirenti a favore dei democratici e contro i repubblicani. E’ una cosa che sarebbe sembrata impensabile solo poco tempo fa”, ha twittato il presidente. Preoccupati i democratici e alcuni esponenti del fronte repubblicano, come John McCain: “Attaccare Fbi e dipartimento di Giustizia non fa certo gli interessi degli americani. Fa solo gli interessi di Putin”. Intanto il New York Times rilancia l’indiscrezione che vorrebbe Trump disposto a valutare un attacco preventivo nei confronti della Corea del Nord.
Erdogan a Roma. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan arriverà in Italia domani sera e lunedì incontrerà papa Francesco, il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e il premier Paolo Gentiloni. E’ la prima visita negli ultimi 59 anni di un capo di Stato turco in Vaticano, ed avviene in un momento delicato per la Turchia, sotto accusa per le purghe dopo il fallito golpe del 15 luglio 2016 e per l’intervento contro i villaggi curdisiriani nella zona di Afrin. Molte le proteste quindi: ieri la Federazione Nazionale della Stampa e Amnesty International Italia hanno organizzato un sit-in a Roma contro il mancato rilascio del presidente dell’organizzazione umanitaria in Turchia, Taner Kiliç, e anche oggi le proteste continueranno. Capitale blindata, con 3.500 agenti schierati ed una “green zone” vietata ai manifestanti simile a quella delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma del 2017. “E’ in gioco c’è la libertà di espressione che è il fondamento della nostra democrazia. Angela Merkel è stata molto più dura della Francia. Spero Mattarella e Gentiloni ne seguano l’esempio comportandosi da buoni europei”, commenta lo scrittore turco Nedim Gürsel.
Economia e Finanza
Programma Pd. Prende forma nell’Opificio Golinelli di Bologna, un edificio trasformato in cittadella della scienza, il programma economico presentato dal segretario del Pd Matteo Renzi, deciso a modellare il partito su una immagine rassicurante, europeista e progressista, per recuperate terreno tra i moderati. Tra le proposte, il Pd punta il taglio del cuneo fiscale dal 33 aI 29% per incentivare i contratti a tempo indeterminato. Si anche al salario minimo garantito; prevista una “buonuscita compensatoria” per i contratti a tempo determinato che non vengono stabilizzati; si punta poi ad estendere il principio degli 80 euro anche alle famiglie, con un regime fiscale tarato sui figli, e fino a 240 euro di detrazione Irpef mensile per i figli a carico fino a 18 anni e 80 euro per i figli dai 19 ai 26 anni. Inoltre, nel piano ricerca, il reclutamento di 10mila ricercatori di tipo B in 5 anni, la riorganizzazione dei cicli scolastici e il rafforzamento del tempo pieno. Secondo Yoram Gutgeld, commissario di governo per la spending review, “il programma più costoso è quello degli 80 euro per figlio, abbiamo calcolato 8,5-9 miliardi l’anno. Considerando anche le partite Iva, i contributi perle assunzioni a tempo indeterminato, il taglio dell’Ires, arriviamo a 25-30 miliardi”; arriva anche il commento di Cottarelli, che giudica le proposte di Renzi “meno forti” di quelle degli avversari politici: “Si parla di un nuovo assegno mensile per ogni figlio, di taglio dei contributi, di spese per la cultura al 2% del Pil. Si prevede però anche la riduzione del debito pubblico al 100% del Pil in 10 anni, un calo di 32 punti, da mettere a segno senza aumentare l’avanzo primario che rimane fisso al 2% del Pil, in linea con gli ultimi sei anni. In questo senso, Renzi è molto più trasparente rispetto al passato, quando annunciava un avanzo primario al 5%: adesso la maschera è tolta”.
Mercati. Duecentomila nuovi posti di lavoro, coronamento d’un record di 88 mesi consecutivi di assunzioni nette. Che hanno tenuto il tasso di disoccupazione inchiodato al 4,1% per il quarto mese. E soprattutto la miglior crescita dei salari dalla recessione a oggi, dal giugno del 2009. Ma il Dow Jones paga la prospettiva di accelerazioni nell’inflazione e nelle strette sui tassi d’interesse portate dall’espansione, calando del 2,54%, a conclusione della peggior settimana di Borsa dagli inizi del 2016. In Piazza Affari il Ftse Mib ha perso l’1,44% a 23.202 punti, mentre lo Star è arretrato dell’1,79%. Stessa musica su tutte le principali piazze finanziare europee. “Sui mercati pesano le parole della presidente uscente della Fed Janet Yellen, che ha ipotizzato nel 2018 quattro aumenti dei tassi di interesse piuttosto che tre”, spiega Antonio Mauceri, gestore di Azimut sgr. I timori di un ritorno dell’inflazione, alimentati da una crescita dei salari del 2,9% a gennaio, hanno spinto i rendimenti del Treasury a dieci anni al 2,85%.