Politica interna
Caos emendamenti: l’intervento del Presidente della Repubblica sulla decretazione d’urgenza era nell’aria da giorni e ieri si è concretizzato nella forma di una lettera, inviata da Napolitano ai presidenti di Camera e Senato. Non un messaggio formale, ma un non meno sostanziale richiamo, oltretutto precisissimo, nel quale viene chiesto “massimo rigore nel valutare l’ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione”. Napolitano ricorda anche le sentenze della Corte Costituzionale e si autocita tornando ad un suo intervento del 22 febbraio 2012, quando pure dovette inviare ai presidenti delle Camere Fini e Schifani una lettera sullo stesso argomento.
Rimpasto: il segretario del Pd Renzi incalza Enrico Letta su un rimpasto di governo, una nuova squadra di ministri che dia il segno del cambiamento. “I tre milioni di persone che hanno votato alle primarie mi hanno dato un mandato in nome del cambiamento e dell’efficienza politica” ha spiegato il sindaco di Firenze, per questo il patto elettorale che sarà siglato entro il 15 gennaio deve portare soprattutto la sua firma ed avere al centro il tema del cambiamento della compagine ministeriale, insieme alla riforma elettorale, all’abolizione del Senato, al job act e alla cultura. Renzi appoggia la richiesta di Scelta Civica di un riequilibrio dei ministri, perché due rappresentanti centristi, Mauro e D’Alia, che stanno entrambi con Casini, sarebbero di troppo; inoltre nel mirino del segretario ci sono Giovannini e la Cancellieri, nome quest’ultimo che porterebbe Renzi di nuovo in rotta di collisione con Napolitano.
Boicottaggio: il deputato di Forza Italia Giuseppe Moles lancia la proposta di non ascoltare il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, che andrà in onda a reti Rai unificate la sera del 31 dicembre. In molti nel suo partito hanno raccolto l’appello, da Daniele Capezzone a Giancarlo Galan, da Augusto Minzolini a Maurizio Bianconi fino all’animatore dell’ ”esercito di Silvio” Simone Furlan. L’iniziativa parla di “una forma di dissenso spontaneo, libero, democratico e pacifico nei confronti del presidente Napolitano” perché “le continue esternazioni del capo dello Stato appaiono sempre più come il segno dell’abbandono del suo ruolo istituzionale per porsi invece come paladino e tutore della sopravvivenza e delle istanze di una maggioranza e di un governo non scelti dai cittadini”.
Politica estera
Caso Shalabayeva: il Governo ripara in parte alla brutta figura internazionale seguita all’espulsione, giudicata poi illegittima, di moglie e figlia del dissidente kazako Mukthar Ablyazov; ma l’intero caso politico affaristico e diplomatico sembra ancora ben lungi dall’essere risolto. Sta di fatto che per il costante intervento della Farnesina e dell’ambasciatore italiano ad Astana da ieri Alma Shalabayeva e la figlia Alua sono di nuovo a Roma dopo sette mesi; la donna sarà interrogata dal pm Eugenio Albamonte entro la prima metà di gennaio, al centro dell’interrogatorio le modalità relative al rimpatrio in Kazakhstan ma anche il possesso di un passaporto ritenuto falso dalle nostre autorità. La Shalabayeva ha ringraziato più volte l’Italia che l’ha aiutata ad ottenere il visto Schengen, i media indipendenti che hanno acceso i riflettori sul suo caso ma soprattutto il ministro Emma Bonino “per il suo coraggio e la difesa dei diritti umani”.
Libano: ancora un’autobomba a Beirut, questa volta non contro la folla o un’ambasciata ma contro un politico, l’ex ministro delle Finanze Mohammed Shattah, figura di spicco del fronte sunnita anti-siriano 14 marzo; per quanto mirato l’ordigno ha ucciso sei passanti ferendone una settantina; quattro i dispersi. Shattah era un moderato che più volte si adoperò a comporre conflitti, non certo un leader incendiario; economista, ambasciatore negli Stati Uniti nell’ultima era Clinton, ebbe un ruolo cruciale nel negoziato che mise fine alla guerra dei 34 giorni condotta nel 2006 dagli israeliani in Libano; era uno dei principali consiglieri di Saad Hariri, ex premier e leader sunnita. La prima reazione all’interno del fronte sunnita è stata quella di accusare Hezbollah, molti hanno fatto notare che ieri mattina Shattah aveva lanciato un tweet critico verso il movimento sciita filo-Assad; un parlamentare del movimento ha però negato le accuse invocando la prosecuzione del dialogo fra i partiti.
Economia e Finanza
Milleproroghe: il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto, ormai depurato dalla valanga di interventi a pioggia e clientelari che hanno portato all’intervento di Napolitano. Parzialmente ripescate le misure salva bilancio del comune di Roma, limatura alla neonata web tax per ritardarne a luglio il decollo con il visto giuridico di conformità della Ue; stesura delle clausole per lo stop degli affitti d’oro delle sedi istituzionale, ulteriore proroga degli sfratti ma di soli sei mesi e non generalizzato, ripristino del bonus mobili nella versione estensiva e senza tetto, rinvio al 24 gennaio per il pagamento dei tributi sospesi ai contribuenti colpiti dall’alluvione in Sardegna dell’ottobre scorso. Inoltre l’esecutivo ha stabilito che 6,2 miliardi di fondi Ue siano destinati ad infrastrutture, imprese e lavoro; in particolare 700 milioni andranno al sostegno dell’occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno, mentre altri 300 finiranno a rafforzare il Sia, lo strumento per l’inclusione attiva per contrastare la povertà; inoltre il taglio del cuneo fiscale salirà a 4,2 miliardi, ottenuti aggiungendo ai 3 miliardi della legge di stabilità gli 1,2 riallocati ieri.