Politica interna
Milano: strage a Palazzo di Giustizia dove un uomo, imputato di bancarotta fraudolenta, è riuscito ad eludere i controlli grazie ad un falso tesserino da avvocato ed è entrato in tribunale armato di una pistola, con la quale nel corso del processo ha ucciso il suo ex legale, il suo ex socio ed infine, dopo aver ferito altre due persone, ha freddato dopo averlo raggiunto nel suo ufficio un giudice fallimentare; l’assassino è poi fuggito a bordo di uno scooter ed è stato arrestato dalle forze dell’ordine pochi chilometri fuori Milano. Immediate le reazioni politiche, il Presidente della Repubblica Mattarella ha presieduto una riunione straordinaria del Csm nel corso della quale, oltre ad esprimere solidarietà alle famiglie delle vittime, ha sottolineato il ruolo dei magistrati, sempre in prima linea e per questo particolarmente esposti, chiedendo che venga respinta con chiarezza ogni forma di discredito nei loro confronti. Il premier Renzi ha preso l’impegno a far sì che non accada più che una pistola venga fatta entrare in un tribunale, lodando poi di persona il carabiniere che ha arrestato il killer. Polemiche sulla sicurezza che ha mostrato falle evidenti, il ministro della Giustizia Orlando e quello dell’Interno Alfano hanno chiesto indagini che chiariscano eventuali colpe e responsabilità nell’episodio.
Centro destra: prende forma la “cosa bianca” del dopo Berlusconi. Primo banco di prova le elezioni regionali, per radicarsi sul territorio e strappare consiglieri in Veneto, Campania e Puglia; subito dopo i pezzi del centrodestra, ormai non più legati all’ex Cavaliere, tenteranno una qualche forma di federazione sotto le bandiere di una sorta di Ppe italiano, al quale dovrebbero aderire Alfano ed i centristi dell’Area popolare con settanta parlamentari, fra i quali Tosi fuori dalla Lega, e Raffaele Fitto con i suoi trenta deputati e senatori ormai ad un passo dalla scissione. L’operazione potrebbe poi attrarre le tante anime in crisi di Forza Italia, tentate dall’abbandono prima del probabile big bang del 31 maggio. Berlusconi già considera Fitto un corpo estraneo, paragonandolo ad altri che in passato avevano pensato di potersene andare e che si sono ritrovati senza nulla in mano, chiara allusione ai vari Fini, Casini ed Alfano. Toti dice invece che la trattativa con Fitto continuerà fino all’ultimo, ma che Forza Italia è comunque pronta a correre in Puglia con i suoi uomini ed anche con Salvini che non vede l’ora di misurarsi al Sud con la sua lista.
Politica estera
Iran: è arrivata ieri la prima doccia fredda sull’accordo quadro in tema di nucleare, presentato il 2 aprile a Losanna dalle sei potenze mondiali e dal paese degli Ayatollah. Il leader supremo Khamenei, dal cui giudizio in ultima istanza l’accordo dipende, ha chiaramente detto che non esiste alcun impegno vincolante fra le parti e che molto ancora va fatto prima di finalizzare l’intesa. Il presidente Rouhani ha inoltre ribadito che nessun accordo sarà firmato dall’Iran prima che le sanzioni economiche contro il Paese vengano tolte, evento non previsto dalla bozza di accordo ma applicabile solo dopo che gli ispettori avranno verificato che Teheran sta rispettando gli impegni presi. Possibile che le parole di Khamenei e Rouhani abbiano solo un valore tattico in vista della ripresa dei negoziati, la Guida suprema conferma però che per l’Iran “l’industria nucleare è una necessità”.
Francia: continua la saga Le Pen contro Le Pen, ieri Marine ha annunciato, nel corso del principale telegiornale della sera, che il padre non sarà, come invece era previsto, capolista alle elezioni regionali del prossimo dicembre nella regione Provenza Alpi Costa Azzurra, dove il Fronte National ha buone chances di vittoria. Marine ha poi rincarato la dose chiedendo che il patriarca e fondatore del Fn passi di fronte all’ufficio politico del partito nel quadro di una procedura disciplinare. Insomma l’attuale presidente onorario della formazione politica potrebbe perdere la sua carica ed essere spinto in vari modi verso l’uscita dal partito; Marine ha chiaramente detto “Spero abbia la saggezza necessaria per ritirarsi dalle sue responsabilità politiche”. Una vera rivolta, alla quale aderiscono anche alcuni fedelissimi di Jean Marie Le Pen, che non condividono più la sua linea politica.
Economia e Finanza
Grecia: la fiducia tra le istituzioni che hanno prestato soldi alla Grecia sarebbe ridotta ormai al lumicino, come confermano voci che filtrano più o meno ad arte dall’Eurogruppo. Ieri a New York molti giornalisti hanno chiesto alla direttrice del Fmi Christine Lagarde se Atene avesse realmente pagato la tranche di debito da 450 milioni, come annunciato dal ministro delle Finanze Varoufakis e confermato dal primo ministro Tsipras; Lagarde ha risposto in tono ironico di aver riavuto i suoi soldi. Molti Stati vorrebbero, prima di dare l’ok alle singole voci del budget greco, vederle prima trasformate in leggi dal Parlamento, nel timore di ripensamenti in nome della volontà del popolo; ma Varoufakis ha ribattuto che l’esecutivo è disposto a votare leggi che lo impegnino anche per quattro anni, pur di avere una politica economica sensata. Prossimo appuntamento tra i diffidenti soci europei in programma per il 24 aprile, le discrepanze da sanare tra Eurogruppo e governo ellenico restano tante, possibile uno slittamento di qualche giorno; ma senza il disco verde dei prestatori a giugno le casse greche saranno vuote.
Enti locali: l’incontro di ieri fra Renzi e Fassino ha portato ad un chiarimento delle posizioni, l’anno prossimo i tagli ai trasferimenti dello Stato ai Comuni non ci saranno. Resta per i sindaci il problema di come suddividersi tra loro i risparmi previsti dalla vecchia legge di Stabilità, quella varata ad ottobre dello scorso anno. Rientrato l’altolà preventivo dell’Anci, il governo oggi procederà all’approvazione del Documento che delinea la politica di bilancio del prossimo triennio. Con i sindaci l’esecutivo lavorerà per arrivare ad una suddivisione più equa dei tagli decisi in passato, che si sarebbero scaricati per il 75% sulle tre città metropolitane di Roma, Firenze e Napoli; si prospetta l’ipotesi di compensare la sforbiciata ricorrendo a nuove tasse aeroportuali ed anche di ripartire i sacrifici su una base di calcolo diversa da quella prevista. Ma ora sono le Province a fare la voce grossa sui tagli decisi nel passato, il presidente dell’ Upi ha chiesto di intervenire sulle misure restrittive che le priverebbero di due miliardi nel 2016 e di tre nel 2017.