Pd – Maggioranza e minoranza Pd si confrontano dopo i risultati delle Regionali che hanno consegnato la Liguria al centrodestra. Sul tavolo della direzione convocata da Matteo Renzi i dossier caldi della riforma della scuola e della costituzione, nonché quello del reddito di cittadinanza e delle regole interne al partito, altro tema destinato ad accendere gli animi. Anche all’interno della minoranza il fronte non è unito: Cesare Damiano, ad esempio, non vuole trasformare la direzione Pd in “una resa dei conti”, anche se sottolinea che il governo deve abbandonare “la pretesa di asfaltare chiunque non sia d’accordo”. Dopo lo strappo sull’Italicum l’ala dialogante di Area riformista continua a lanciare segnali, e si smarca dalla componente più battagliera della sinistra dem. Il ministro Maurizio Martina sottolinea che parlare già ora di congresso è un “grave errore” … “perché prima di tutto c’è la responsabilità di governo”.
Maroni – Il governatore lombardo Roberto Maroni minaccia i sindaci della sua Regione di ridurre i trasferimenti se dovessero accogliere nuovi migranti. E dichiara che scriverà “una lettera ai prefetti lombardi diffidandoli dal portare in Lombardia nuovi clandestini”. Una linea che trova d’accordo anche il neo governatore della Liguria e quello del Veneto. Immediata la replica del governo: Alfano ricorda a Maroni che era stato proprio lui, quando era al Viminale, a impegnarsi nella distribuzione dei migranti tra le Regioni. Dura replica anche da parte del sindaco di Torino, Piero Fassino, che parla di “inaccettabili” minacce ai Comuni.
Politica estera
Turchia – Il presidente turco Erdogan perde la maggioranza assoluta, trovandosi per la prima volta in tredici anni di fronte a un’opposizione degna di questo nome. I curdi con il 12% entrano per la prima volta in Parlamento. I repubblicani del Chp hanno tenuto i consensi e si confermano il primo partito della minoranza. Erdogan perde 8 punti rispetto alle politiche del 2011 e si ritrova senza i seggi necessari per formare il governo da solo. Potrebbe dunque essere necessaria un’alleanza con il partito conservatore Mhp che, se da un lato faciliterebbe la svolta verso un presidenzialismo forte, dall’altro limiterebbe Erdogan sul fronte della politica internazionale, nonché sulla possibilità di controllare istituzioni come la magistratura e la Banca Centrale.
G7 – Dal palco del G7 il presidente Barack Obama parla del conflitto in Ucraina e della necessità di non dare tregua all’aggressore russo. Una linea d’azione condivisa dall’alleato tedesco. La Cancelliera Angela Merkel dichiara: “Sull’Ucraina mi aspetto che il vertice produca un segnale di unità”. Al summit in corso nel castello di Elmau, in Baviera, i leader di Usa, Germania, Giappone, Italia, Gran Bretagna, Francia e Canada discutono anche di crisi greca, di disoccupazione, di diseguaglianze economiche estreme, di trattati di libero scambio e di un accordo per limitare i gas serra. Ma alla fine il tema che emerge prepotentemente è quello della Russia, una minaccia potenzialmente planetaria. Mentre da un lato Putin continua a dare supporto ai ribelli ucraini nonostante le sanzioni internazionali, dall’altro la Casa Bianca non intende fornire armi all’Ucraina perché s’innescherebbe soltanto un’”escalation” del conflitto. L’unica strada percorribile è quella dell’inasprimento delle sanzioni, ma per far ciò serve la compattezza dell’Occidente.
Economia e Finanza
Grecia – I mercati sono in tensione per il muro contro muro che oppone il governo greco alla Ue e al Fmi nel suo rifiuto ad accettare le condizioni imposte a fronte di nuovi aiuti economici. In gioco c’è anche il rimborso di 1,6 miliardi al Fmi entro fine mese, la cui prima rata sarebbe già scaduta sabato, ma è stata accorpata al totale. Per questo c’è grande apprensione per la riapertura delle Borse di stamane. E l’intera settimana che si apre oggi rischia di essere insidiosa per il mercato azionario e obbligazionario. Almeno fino a mercoledì, quando è in agenda a Bruxelles un vertice Ue-Atene, con Tsipras che finalmente rivedrà il presidente Ue Juncker, insieme con Merkel e Hollande.
Giochi – Settimana prossima il governo porterà in consiglio dei ministri il decreto di riordino del settore dei giochi. Un provvedimento che ha fatto scattare l’allarme tra sindaci e governatori, che negli ultimi anni hanno legiferato molto sul settore, generando un sistema di norme estremamente variegato. Il decreto sul tavolo del governo prevede una razionalizzazione e una riduzione del numero delle slot machine, settore che frutta al Tesoro 4,3 miliardi di euro all’anno. Il testo di legge contempla inoltre una “riserva”: solo lo Stato potrà legiferare sul settore dei giochi, facendo decadere le normative locali. E proprio su questo punto Comuni e Regioni sono pronte a dare battaglia.