Politica interna

 

Landini-Renzi: Fronte del Sì e del No sono stati protagonisti dell’ennesimo confronto televisivo che ha visto opposti Maurizio Landini (Fiom-Cgil) e Matteo Renzi (Pd). Il premier ha cercato il confronto nel merito ma l’attacco verso lo sfidante è arrivato presto, sostenendo che “bisogna cambiare le cose, non difendere la Casta come fate voi, nonostante la riforma abbia accolto molte delle proposte e dei suggerimenti avanzati dalla Cgil”. Landini ha risposto definendo il Senato derivante dalla riforma “un animale bicefalo che non si capisce se sarà eletto”, confermando comunque che “anche noi vogliamo superare il bicameralismo o ridurre i costi della politica” ma non con “questa riforma malfatta”. Il linguaggio del premier “divide il paese” secondo Landini: il riferimento è anche al termine “accozzaglia”, recentemente usato da Renzi e per cui ieri si è scusato. Il segretario del Pd, convinto che “se vince il No l’Italia non cambia più”, si è rivolto a Landini e alla Cgil per un ultimo colpo, chiarendo che “voi non siete più la verità in terra, ci sono tanti sindacati che votano Sì”.

 

M5S: Dopo i richiami all’autosospensione da parte di Beppe Grillo, il M5S potrebbe decidere di passare presto alla linea dura verso quei deputati che avrebbero falsificato le firme alle comunali di Palermo del 2012 per ottenere i requisiti per l’elezione in Parlamento. I nomi sotto accusa sono soprattutto quelli di Riccardo Nuti e Claudia Mannino, che non hanno manifestato sinora l’intenzione di recedere. Sul tema è stato incalzato Alessandro Di Battista, che ha comunque garantito: “non facciamo sconti a nessuno, valutiamo chi sono gli indagati e chiederemo loro di autosospendersi”. Lo stesso Di Battista sarà protagonista del prossimo capitolo di Supernova, il libro scritto dagli ex dipendenti della Casaleggio associati che promette nuove rivelazioni sul Movimento. Secondo le indiscrezioni Di Battista avrebbe cercato aiuti nella campagna referendaria dalla Russia.

 

Politica estera

 

Primarie Francia: Francois Fillon, 62 anni ed ex primo ministro del governo Sarkozy, ha sorprendentemente vinto le primarie francesi di centrodestra, raccogliendo il favore del 44,1% dei votanti. Non ha quindi confermato i pronostici Alain Juppé, dato al primo posto dai sondaggi ma fermatosi al 28,3% dei voti. Ma la notizia della giornata potrebbe essere il fallimento, forse l’ultimo di una lunga carriera politica, di Nicolas Sarkozy. L’ex presidente si è fermato al 20,9% e si è sentito in dovere di non essere riuscito “a convincere una maggioranza di elettori”. Sarkozy ha fatto i complimenti a Fillon e Juppé, che si scontreranno al ballottaggio di domenica prossima per determinare chi rappresenterà il centrodestra nelle presidenziali del 2017. Fillon si è distinto come il più liberale tra i due e ha condotto una rimonta incredibile su Juppé, raccogliendo a fine votazione l’endorsement di Sarkozy e incrementando così le proprie possibilità di vittoria. Tra i dati positivi sottolineati dagli organizzatori delle primarie vi è l’affluenza record: i numeri parlano di una cifra compresa tra i 3,9 e 4,3 milioni, un gran successo rispetto ai 2,8 milioni delle primarie del 2011 della sinistra.

 

Angela Merkel: Angela Merkel ha confessato che “si è trattato di una decisione difficile per il Paese, per il partito e anche per me personalmente” ma la scelta è presa: la cancelliera si candiderà alle elezioni nazionali nell’autunno 2017. In caso di vittoria sarà il quarto mandato consecutivo per la politica del Cdu, che ha abbracciato una scelta appoggiata dai tedeschi. Un sondaggio di Bild segnala infatti che la ricandidatura della cancelliera è apprezzata dal 55% dei cittadini, contro il 39% che preferirebbero si facesse da parte. Tra le priorità della cancelliera vi sarà la lotta “per i nostri valori di democrazia e libertà così come per la difesa del nostro stile di vita”. Un’urgenza ancora più pressante dopo i recenti eventi mondiali, che impongono la ricerca di “un nuovo ordine mondiale”. Angela Merkel troverà tra i suoi maggior avversari l’Spd, ancora alla ricerca del proprio candidato, nome che emergerà probabilmente nella lotta tra Martin Schulz e Sigmar Gabriel.

 

Governo Usa: Con un’intervista a Cbs news il vicepresidente Mike Pence ha anticipato due possibili nomine nel governo Trump: “Mitt Romney è preso in seria condizione per la carica di Segretario di Stato” mentre l’ex generale dei marines James Mattis “ha un’impressionante possibilità di diventare Segretario di Difesa”. Il New York Times scrive però che per gli Esteri sarebbe in lizza anche David Petreaus, generale a quattro stelle coinvolto nelle attività militari in Medio Oriente degli ultimi anni. Trump inoltre sarebbe vicino alla scelta del ministro dell’Economia, con una scelta finale da effettuare tra tre candidati: il finanziere Steven Munchin, il deputato Jeb Hersaling e l’ad di Jp Morgan Jamie Dimon.

 

Economia e Finanza

 

Legge di Bilancio: L’esame degli emendamenti della manovra sono cominciati dove la discussione era terminata, sulla regolamentazione fiscale per affitti brevi e Airbnb. Sono infatti spuntati ieri emendamenti a firma Sinistra Italiana e Forza Italia che ripropongono la cedolare secca al 21%, proposte comunque accantonate per il momento dal governo. La discussione resta però accesa, con la riflessione del presidente della Commissione Francesco Boccia per cui quella su Airbnb “non è una nuova tassa” e porterebbe inoltre a un risparmio. Resta aperta la questione anche sulla web tax, che prevede il pagamento dell’Iva per chi vende servizi online. Il governo inoltre ha proposto sgravi fiscali agli incapienti per i lavori condominiali di ammodernamento, così da sbloccare eventuali situazioni di stallo. E’ stata invece bocciata rapidamente la proposta di Sinistra Italiana di legalizzare la cannabis e destinare le entrate aggiuntive alla ricostruzione post-terremoto.