Politica interna

 

Gentiloni si avvicina: Si è concluso il giro di consultazioni tra il presidente della Repubblica e le forze politiche. Ieri al Quirinale si sono recati in mattinata Ncd, Ala e Si seguiti nel pomeriggio da FI, M5S e Pd. Tra le certezze emerse dalla tre giorni di incontri vi è la volontà da parte di Mattarella di istituire un “governo in tempi brevi” che dovrà godere della “pienezza delle sue funzioni”. Il nuovo governo dovrà così onorare le imminenti “scadenze interne e internazionali”, come la nuova legge elettorale (Mattarella ha parlato di “armonizzazione” tra legge della Camera e del Senato), la continuazione del sostegno ai terremotati, l’incontro del Consiglio europeo del 15 dicembre. Ecco perché il presidente vuole bruciare le tappe e avrebbe già pronto il nome di Paolo Gentiloni come nuovo premier, con la nomina ufficiale che potrebbe arrivare già questo mercoledì. Tra le condizioni poste da Mattarella vi sarebbe però la piena convergenza da parte del Pd sul nome del ministro degli Esteri del governo Renzi.

 

Forza Italia: L’incontro tra la delegazione FI guidata da Silvio Berlusconi e Sergio Mattarella si è svolto in modo sereno e ha fatto emergere la priorità per l’ex premier di un governo che lavori sulla legge elettorale. Il nuovo esecutivo dovrà però nascere da una proposta del Pd che, in quanto forza parlamentare di maggioranza, ha la responsabilità di reggere le redini del Paese. Berlusconi non avrebbe indicato nessun nome per il nuovo premier ma si sarebbe opposto a un eventuale Renzi-bis, così come a un governo di larghe intese. Il Cavaliere ha specificato inoltre che dopo il varo del nuovo sistema di voto sarebbe preferibile tornare alle urne il prima possibile.

 

Pd: Dopo meno di una settimana dalle dimissioni, Matteo Renzi è pronto a ripartire dal Pd. La mossa di convocare per domenica prossima l’Assemblea dei “mille” del Pd è infatti il preludio alla convocazione del congresso, che porterà probabilmente alle primarie entro marzo, appuntamento al quale Renzi vuole presentarsi pronto. Per riuscire a conquistare nuovamente il proprio partito, Renzi vorrebbe così inaugurare un intenso giro per l’Italia a partire da gennaio, per ritrovare il contatto con le persone. L’accelerata del politico fiorentino è stata però compromessa subito da Bersani: “se pensa di nuovo a un referendum su di sé, non è più tempo”. L’anima più a sinistra del Pd sarebbe infatti ora convinta di potersi giocare le proprie carte, anche se sarà necessario individuare una persona che possa catalizzare le diverse correnti. Ci proverà probabilmente Roberto Speranza, ma si potrebbe inserire anche Gianni Cuperlo, recentemente schieratosi per il Sì e intenzionato a ricucire i rapporti tra le due anime del Pd. A tal proposito Cuperlo ha organizzato una manifestazione a Bologna dallo slogan esplicativo: “Per un nuovo centrosinistra”.

 

Politica estera

 

Usa: Donald Trump è rimasto infastidito dalle indiscrezioni sul rapporto della Cia sulle interferenze russe sugli Usa via internet. Le anticipazioni dei maggiori giornali sostengono che gli hacker russi siano riusciti infatti a bucare i sistemi americani, influenzando quindi le elezioni presidenziali di novembre. Trump ha liquidato lo sforzo della Cia sostenendo che gli operatori “sono gli stessi che dissero che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa” e inaugurando uno scontro tutto interno tra Fbi (il cui operato ha indirettamente avvantaggiato Trump in campagna elettorale) e Cia. L’inchiesta era stata richiesta da Barack Obama poco prima del voto e la mossa, nonostante l’attuale presidente non nutra sospetti sulla legittimità dell’elezione di Trump, potrebbe aver avuto lo scopo di destabilizzare in parte la vittoria di The Donald. I media statunitensi hanno fatto sapere nel frattempo che il presidente eletto sarebbe intenzionato a nominare Rex Tillerson come capo del Dipartimento di Stato. Il profilo del probabile futuro responsabile degli Esteri è quello di un imprenditore petroliere (dal 2006 è amministratore delegato di Exxon), texano e con ottimi rapporti con Vladimir Putin.

 

Attentato a Istanbul: Il tragico bilancio dell’esplosione di un’autobomba presso lo stadio della squadra di calcio di Istanbul Besiktas ha portato alla morte 15 persone, esplosione avvenuta pochi minuti dopo la fine della partita. Il governo turco nelle prime dichiarazioni ha affermato che si è trattato di “un atto di terrorismo” e il ministro dell’Interno Suleyman Soylu ha fatto sapere che i maggiori sospetti ricadono sul gruppo curdo Pkk. Sarebbe però ancora calda la pista che porterebbe all’Isis, ipotesi confermata dagli avvisi circolanti negli ultimi giorni e firmati dalle Nazioni Unite che parlavano di un probabile attentato dei terroristi del Califfo. Secondo le prime indagini l’obiettivo dell’attentato era una camionetta della polizia schierata fuori dallo stadio.

 

Economia e Finanza

 

Petrolio: La rincorsa per rimettere sotto controllo il prezzo del petrolio ha conosciuto ieri uno storico accordo a Vienna, sede dell’Opec. Il cartello di Paesi produttori di petrolio si è infatti accordato con undici Paesi non-Opec (tra cui Russia, Messico, Oman, Azerbaijan, Kazakhstan) per continuare il processo di riduzione della produzione. Le cifre parlano di un impegno di 1,2 milioni di barili in meno per l’Opec e di 558mila barili per i produttori al di fuori dell’organizzazione (300mila di questi solo da parte della Russia). In seguito a questa iniziativa il prezzo del barile dovrebbe salire da 54 da 60 dollari, con ricadute negative sugli automobilisti ma con un possibile rialzo in positivo per l’inflazione europea.