Politica interna
Renzi/Ue: “È l’Europa che preoccupa il mondo, me l’ha detto anche Obama, non certo lo zero virgola in più o in meno del bilancio italiano. Con la Commissione troveremo un’intesa, sono fiducioso, vediamo che fanno, per me la manovra è ottima e non ho intenzione di cedere, ma non penso che andiamo incontro a una guerra”. Ci mettono poco a filtrare le parole che Matteo Renzi ha pronunciato durante un incontro a porte chiuse con gli eurodeputati Pd prima di iniziare la riunione del Consiglio europeo. Di ritorno dagli Usa, dove ha incassato un appoggio politico da parte di Obama che è andato ben oltre la cortesia politica tra alleati, il premier ha detto che “vista da Washington la situazione del Vecchio Continente è disperante, Obama è convinto che molte crisi siano risolvibili, meno quella in cui è finita la Ue con le regole dell’austerity”. Renzi ha anche ribadito di voler dare una svolta all’Unione europea, “sia sul Fiscal Compact che sulle regole della governance”, per rendere più fluidi e meno complicati i meccanismi di funzionamento decisionali delle istituzioni comunitarie. Una riscrittura delle regole che deve riguardare anche i pilastri economici, la dimensione sociale e l’identità culturale europea. Il tema immigrazione è invece stato affrontato nel corso della riunione del Consiglio. “L’Italia sta facendo la propria parte- ha ribadito Renzi – ma in termini di solidarietà da parte di troppi Paesi non ho visto altrettanto impegno”.
Referendum Costituzionale: La battaglia dei ricorsi contro il referendum del 4 dicembre segna due punti a favore del governo e di chi sostiene la riforma costituzionale. La Cassazione (oggi le motivazioni) boccia un ricorso del Codacons e conferma il quesito. Il Tar del Lazio respinge quello presentato dal Movimento 5 Stelle e da Sinistra Italiana, che avevano definito “fuorviante” il quesito deciso dall’Ufficio centrale della Cassazione, e coincidente con il titolo della legge. La presidente Elena Stanizzi e la relatrice Antonella Mangia scrivono che il ricorso “va dichiarato inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione”, ovvero non è il Tar che deve giudicare su una materia che non è di competenza della giustizia amministrativa e che è stata valutata dalla Corte di Cassazione e recepita da un decreto del Presidente della Repubblica, due organi di garanzia che si caratterizzano per la loro “assoluta neutralità”. La sentenza naturalmente infiamma il dibattito politico, con le opposizioni e i sostenitori del No che parlano di “una truffa del governo ai danni degli italiani”.
Politica estera
Elezioni Presidenziali: “Accetterò totalmente il risultato di queste storiche elezioni… ma solo se vinco io”. A poche ore dal duello in tv tra i candidati alla Casa Bianca, Donald Trump torna ad agitare lo spettro delle “elezioni truccate”, e lo fa parlando a Delaware, in Ohio, uno degli Stati in bilico che non può permettersi di perdere. Meno di 24 ore dopo il confronto con Hillary Clinton, un Trump per nulla turbato dalle polemiche scatenate dalla sua frase ha rilanciato, sostenendo che accetterà l’esito del voto solo se sarà lui a prevalere e aggiungendo di “riservarsi il diritto di contestare legalmente il risultato in caso di un risultato opinabile”. The Donald si era preparato per l’ultimo faccia a faccia a Las Vegas con l’obiettivo di dimostrare la sua affidabilità e competenza, promuovere le proprie idee e indurre Hillary a qualche grave errore. Tuttavia, anche a causa delle provocazioni della stessa Clinton, la sua natura ha preso il sopravvento, facendogli così fallire l’ultimo faccia a faccia. Fallimento che ha irritato il Partito Repubblicano, che ora fugge dal suo candidato per cercare di salvare almeno la maggioranza al Congresso. A questo punto il sentiero di Donald Trump verso la Casa Bianca si fa sempre più stretto.
Ue/Russia: “Il Consiglio europeo condanna con forza gli attacchi del regime siriano e dei suoi alleati, in particolare la Russia, ai civili ad Aleppo e chiede che mettano fine alle atrocità” e sta “considerando tutte le opzioni incluse ulteriori misure restrittive mirate a persone ed entità che sostengono il regime siriano se le atrocità dovessero continuare”. I toni della bozza delle conclusioni del Consiglio europeo sono forti, così come le pressioni nei confronti di Mosca. Ma dietro si nasconde una realtà ben diversa, con i Ventotto divisi, soprattutto sulla questione delle sanzioni. “Non possiamo mettere sanzioni alla Russia ogni volta che c’è un problema”, è la posizione che ha sostenuto l’Italia durante la stesura del documento conclusivo. Da parte sua il presidente Martin Schulz riconosce che se sulla minaccia si sono trovati tutti più o meno d’accordo, “ho impressione che sulle sanzioni non ci sia una eguale intesa”. Durante il vertice si è affrontato anche il problema dei migranti, con Federica Mogherini che ha illustrato i primi cinque migration compact con Senegal, Niger, Mali, Nigeria ed Etiopia. Secondo il Consiglio europeo “occorrono maggiori sforzi per ridurre il numero dei migranti irregolari, in particolare dall’Africa, e migliorare i tassi di rimpatrio riconoscendo il considerevole contributo, anche di natura finanziaria, apportato negli ultimi anni dagli Stati membri in prima linea”. Un riconoscimento agli sforzi italiani che sarà molto utile al premier Renzi quando dovrà confrontarsi con l’Europa sul problema del rapporto deficit/Pil presente nella legge di Bilancio e portato oltre i limiti chiesti da Bruxelles.
Missione ExoMars: Il lander dell’Esa, Schiapparelli, con ogni probabilità si è schiantato sulla superfice marziana. “Dall’esame dei dati raccolti e trasmessi dalla sonda TGO, dalla quale la capsula si era staccata domenica senza intoppi – spiega Paolo Ferri direttore delle operazioni interplanetarie al centro di controllo dell’Esa in Germania – si vede che il computer aveva dei comportamenti anomali: giroscopi e altimetri davano segnali strani, irregolari e la capsula non era stabile. Per il momento non abbiamo risposte precise, dobbiamo esaminare tutto a fondo”. Ora una cinquantina di scienziati e ingegneri stanno analizzando le lunghe sequenze di dati e nei prossimi giorni tenteranno anche di “chiamare” Schiapparelli per un estremo tentativo. “Quanto è accaduto non fermerà il programma di esplorazione marziana”, ha detto il presidente dell’Asi Roberto Battiston.
Economia e Finanza
Bce: Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, è entrato ieri in conferenza stampa fermamente deciso a non prender nessun impegno sulla futura azione della Bce, né a rivelarne i possibili dettagli, ma ha spiegato che “le decisioni di dicembre definiranno il quadro per i mesi successivi”. Draghi ha ripetuto anche che si è confermato “il bisogno di preservare l’ammontare molto sostanziale di supporto monetario necessario ad assicurare il ritorno dell’inflazione verso livelli sotto, ma vicini, al 2% senza ritardi ingiustificati”. Anche se non ha promesso di estendere il programma di acquisto titoli oltre il marzo prossimo, il banchiere centrale italiano ha di fatto lasciato intendere che ciò può avvenire alla prossima riunione del consiglio (8 dicembre), e che in quell’occasione spiegherà come la Banca centrale intende affrontare la scarsità di titoli da acquistare (in particolare i Bund tedeschi) che può presentarsi in caso di allungamento del programma. Draghi ha invece negato in modo deciso (“fonti non informate”) le indiscrezioni secondo cui la Bce starebbe preparando una riduzione graduale (“tapering”) del volume di acquisti, che oggi sono pari a 80 miliardi di euro mensili. Certo, ha ammesso, il Qe non è per sempre e “nessuno pensa” che possa chiudersi in modo brusco, ma il tema non è attuale.
Legge di Bilancio: L’Italia e la Commissione europea rischiano un nuovo braccio di ferro, se Matteo Renzi e Jean-Claude Juncker non troveranno un’intesa sulla legge di Bilancio 2017 durante il Vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea. Anche se la Commissione dovesse concedere tutto ciò che il governo ha chiesto su migranti e terremoto, l’Italia è comunque a rischio di deviazione degli obiettivi previsti dal Patto, e senza un impegno chiaro da parte di Renzi e Padoan su un taglio del deficit strutturale di almeno lo 0,1% di Pil (circa 1,6 miliardi), la lettera con la richiesta formale di correzione della manovra potrebbe partire la prossima settimana. Entro il 31 ottobre, infatti, la Commissione può chiedere una nuova versione della legge di Bilancio per “inosservanza particolarmente grave degli obblighi” del Patto. Juncker tuttavia vorrebbe evitare lo scenario di una bocciatura dell’Italia a poche settimane dal referendum del 4 dicembre, il cui esito è sempre più incerto. Resta il fatto che tutti gli indicatori dell’Italia sono in rosso nel 2017: il debito rimane troppo alto, il deficit nominale non scende abbastanza e l’aggiustamento strutturale dei conti pubblici è insufficiente. “Abbiamo con la Commissione Ue un dialogo aperto e costruttivo – ha detto il ministro Padoan – Talvolta non siamo d’accordo sull’interpretazione di alcune regole ma alla fine noi le rispettiamo sempre”.