Politica interna
Riforme – Spostare a sinistra la barra del governo ed evitarne lo stallo. Sono questi, sul fronte interno, i principali scopi del premier Matteo Renzi prima dello stop estivo. Come realizzarli? L’idea è di svuotare due decreti e trasferirne i contenuti nei rimanenti tre, in modo da ridurre a tre i cinque provvedimenti d’urgenza (pensioni, enti locali, Ilva, credito e strade sicure). Ci sarebbe così più tempo per chiudere sulle unioni civili e procedere sullo “ius soli” e sul conflitto d’interessi. Quanto alla riforma Rai, l’obiettivo minimo prima della pausa estiva è l’approvazione al Senato. In attesa poi del rinnovo delle presidenze di commissione e del mini rimpasto di fine mese, domani è in calendario un vertice in Senato tra Pd e Ncd.
Fi – Dal ritiro di Arcore Silvio Berlusconi fa sapere di essere pronto a tornare alle larghe intese, anche se solo in casi di emergenza come un’eventuale Grexit o un’escalation del terrorismo dell’Isis in Italia. A settembre Fi potrebbe sedere al tavolo della riforma costituzionale, purché Renzi accettasse di rivedere l’Italicum, introducendo il premio alla coalizione o almeno la possibilità di apparentamento tra il primo e il secondo turno. E mentre a Palazzo Madama la maggioranza potrebbe rafforzarsi con il passaggio di due ex M5S all’Idv, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri mette in guardia Denis Verdini e gli altri disposti a seguirlo nella creazione di un gruppo autonomo pronto a sostenere le riforme del centrosinistra. Andar via da Forza Italia non porta mai bene, avverte Gasparri: Fli, Ncd e Raffaele Fitto hanno ottenuto ampio spazio mediatico, ma pochi voti.
Politica estera
Iran – La bozza d’intesa sul nucleare iraniano è pronta. Il testo da 100 pagine è stato trasmesso ieri sera alle rispettive capitali. Dopo tre scadenze bruciate senza un nulla di fatto, dovrebbe essere annunciato in mattinata un compromesso che neutralizza per quasi 15 anni il programma nucleare di Teheran, in cambio dello smantellamento delle sanzioni che hanno messo in ginocchio l’economia locale. Le questioni che stanno mettendo a dura prova i negoziatori sono soprattutto la richiesta iraniana di revocare l’embargo sulle armi e l’accesso ai siti militari persiani da parte dell’Agenzia per l’Energia atomica, che avrà il compito di monitorare l’accordo. Un accordo che non è escluso possa saltare o quantomeno essere rinviato. Non a caso il segretario di Stato americano John Kerry si è detto fiducioso, non nascondendo però che manca ancora qualcosa. E da Israele è arrivato un monito: l’intesa rappresenterebbe un pericolo per la pace nel mondo.
Messico – È fuggito dalla prigione di massima sicurezza di Altiplano “El Chapo”, il re dei narcos messicani. Si è calato da un’apertura di 50 per 50 centimetri scavata nel bagno: una specialità del “cartello” di cui Joaquín “El Chapo” Guzmán è alla guida, quello di Sinaloa, considerato il più pericoloso del Messico. Si tratta della seconda evasione dopo quella del 2001, quando il boss era scappato dalla prigione di Puenta Grande nascosto in un cesto della lavanderia. Il tunnel spiega solo in parte la fuga: così 18 dipendenti del penitenziario sono stati messi sotto inchiesta. Anche perché, nonostante le misure severe previste durante la carcerazione, pare che “El Chapo” continuasse a dirigere i propri traffici.
Economia e Finanza
Grecia – Un ricco pacchetto di riforme, con tagli di spesa, Iva, pensioni, privatizzazioni e un nuovo codice civile da far partire entro tre giorni, e il ritorno della Troika oltre alla reintroduzione dei licenziamenti collettivi. È scattato l’ultimatum di Bruxelles ad Atene. Solo se arriverà il sì, si potrà avviare la trattativa per un prestito fino a 86 miliardi. L’unica altra via è l’uscita per cinque anni dall’Eurozona insieme a una ristrutturazione del debito. In un Eurogruppo teso coma mai prima d’ora, alla fine ha vinto la linea dura dettata dalla Germania, appoggiata da quasi tutti i ministri. Si è registrato anche un aspro botta e risposta, smentito dalla Germania, tra il presidente della Bce Mario Draghi e il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Il premier Renzi ha continuato a pronunciarsi a favore dell’intesa: l’Europa è impensabile senza la Grecia, ha dichiarato, mettendo anche in guardia dal rischio di umiliare il popolo greco. Una parola, “umiliazione”, che risuona nelle reazioni a caldo di Atene, che ha definito le richieste dell’Unione offensive e disastrose.
L’Ue per la ripresa – I dossier caldi su cui si concentra l’attenzione delle istituzioni europee in vista di un ritorno alla crescita vanno dal “made in” al trattato di libero scambio tra Usa e Ue (il cosiddetto Ttip), passando per l’attribuzione alla Cina dello status di economia di mercato e le sanzioni alla Russia. Quattro temi per un unico obiettivo: portare entro il 2020 la quota di Pil prodotta dall’industria comunitaria al 20%. I lavori, in corso da tempo, coinvolgono anche le associazioni di categoria, tra cui Confindustria, che punta soprattutto sul rilancio del mercato unico e sulla diffusione delle tecnologie digitali applicate alla produzione. Da recuperare anche gli investimenti a sostegno della competitività. Il tutto per riportare il settore manifatturiero al centro dell’agenda economica dell’Ue.